Lo shopping diventa più libero: niente più restrizioni – o persino divieti – per chi acquista online e niente più sovrapprezzi per prodotti che arrivano da un altro Paese. Da poche ore è entrato in vigore il regolamento europeo contro il cosiddetto “geoblocking”, ovvero quella serie di restrizioni allo shopping su internet che penalizzavano chi non risiedeva nello stato del venditore o chi utilizzava una carta di pagamento di un altro Paese. Cosa cambia per i nostri acquisti?
Geoblocking addio
Si tratta di una novità che rappresenta una vera rivoluzione in tema di shopping online, sempre più diffuso, e arriva proprio in settimane nelle quali ci si dedica agli acquisti natalizi. Dal 3 dicembre sono cambiate le regole dell’e-commerce in Europa, per le quali non ci sono più limitazioni né differenze di prezzo.
L’Ue ha infatti approvato il regolamento 302/2018 nell’ambito del più grande progetto di Digital Single Market, cancellando di fatto tutte quelle barriere che, secondo i dati della stessa Commissione, si trovavano nel 63% dei siti di shopping online e che limitavano o inducevano i consumatori a desistere.
Con le nuove norme ci si aspetta un incremento del settore dell’e-commerce del 13% nel 2018. Ma per cosa e chi è vantaggioso questo provvedimento?
Quali vantaggi (e per chi)
“I vantaggi sono fondamentalmente di due tipi. Il primo riguarda la navigazione: ad esempio, ora uno spagnolo che vuole accedere alla versione italiana di un sito di e-commerce, come può essere un marchio di abbigliamento noto, può farlo senza alcun tipo di restrizioni. Fino a ieri, invece, un sito poteva riconoscere la nazionalità del cliente e impedirgli l’accesso alla versione italiana, allo scopo di proporgli i prezzi pensati per un acquirente spagnolo o straniero in genere. In pratica il grosso vantaggio è che non si viene più reindirizzati e si possono acquistare i prodotti senza più differenze di prezzi, a meno di non dare un esplicito consenso quando appare la richiesta apposita di reindirizzamento” spiega a Donna Moderna l’avvocato Lorenzo Grassano, fondatore di Legalblink.it, una piattaforma di servizi legali specializzata in e-commerce.
“L’altro vantaggio riguarda proprio i prezzi: con la nuova norma europea è vietato d’ora in poi applicare distinzioni di prezzi sui prodotti, creando dunque discriminazioni tra clienti di nazionalità diversa” dice il legale.
Il caso più clamoroso legato al “geoblocking”: Eurodisney
A sollevare il polverone sugli impedimenti e le discriminazioni legate al “geoblocking” era stato, tra gli altri, il caso di Eurodisney. Il sito del parco divertimenti alle porte di Parigi imponeva prezzi maggiorati ai clienti tedeschi e inglesi che volevano acquistare prodotti di merchandising con lo shopping online o semplicemente acquistare biglietti di ingresso con formule identiche. Ad esempio, se un pacchetto Premium per un francese costava 1.346 euro, per un inglese la stessa offerta aveva un costo di 1.870 euro, mentre per un tedesco persino 2.447.
Da qui una serie di denunce, finite all’attenzione della Commissione europea, che lo scorso marzo ha messo mano al regolamento, con nuove norme appena entrate in vigore.
Per quali prodotti?
La maggior parte dei “blocchi” che esistevano finora riguardava il settore tecnologico, come ad esempio l’acquisto di dispositivi hardware, che in 8 casi su 10 o non erano possibili da un Paese all’altro oppure prevedevano rincari ingiustificati. Il problema riguardava anche il 73% delle vendite di software e videogiochi e il 65% di prodotti di abbigliamento e calzature. Questo significa che se si volevano comprare maglie o jeans, scarpe o accessori su un sito straniero, si era costretti a pagarli di più (venendo reindirizzati al sito in italiano dell’azienda) oppure non si poteva proprio, a causa di blocchi nelle carte di credito o nella consegna a domicilio dei prodotti in uno Stato differente rispetto a quello del venditore.
“Va comunque tenuto presente che i prodotti ora avranno tutti lo stesso prezzo per qualunque acquirente europeo, mentre rimaranno delle differenze per quanto riguarda i costi di spedizione: la stessa scarpa, prodotta in Finlandia, ad esempio, avrà lo stesso prezzo, ma se acquistata da un italiano avrà un costo di spedizione superiore a quello del cliente finlandese, più vicino” avverte l’esperto.
Cosa cambia (e cosa no)
Se per chi vorrà comprare abbigliamento, prodotti informatici e di altro genere non cambierà nulla. Gli acquirenti di libri, musica e giochi online dovranno invece attende ancora un po’. “Per ora, infatti, il vantaggio non riguarda i prodotti coperti da copyright, come appunto prodotti di editoria o musicali, che rimangono esentati dalle normativa” spiega l’avvocato Grassano.
Per tutti gli altri, però, le barriere saranno cancellate, a partire dai servizi di noleggio auto, prenotazione in alberghi e simili, per i quali in passato le tariffe spesso erano differenti in base alla nazionalità di provenienza dei turisti.
L’eccezione di Amazon Prime
Attenzione, però, per chi utilizza le offerte di Amazon Prime. In questo caso la possibilità di usufruire della consegna a domicilio in un giorno e a costo zero non potrà contare sullo stesso benefit per i prodotti acquistati all’estero. In pratica, si continuerà a godere delle offerte riservate ai titolari di questo account, ma solo per prodotti spediti dal Paese di residenza.
Servizi di cloud
Un’altra novità, legata alla cancellazione del geoblocking, riguarda i servizi forniti tramite mezzi elettronici. È il caso del cloud computing, archiviazione dati e hosting di siti web: anche questi servizi non saranno più soggetti a maggiorazioni di prezzi legati alla nazionalità dei clienti, al loro luogo di residenza o a quello dello stabilimento dell’azienda che fornisce i servizi.