Si avvicina la scadenza per il pagamento della prima rata delle tasse locali sulla casa, un salasso e un obbligo appesantito dalle novità in arrivo. La legge di Bilancio ha scongelato il blocco degli aumenti varato nel 2016.
Revocato il blocco degli aumenti
Giugno si conferma mese nero per chi deve pagare le imposte sulle seconde case e sulle abitazioni di lusso. E quest’anno sarà ancora più indigesto, perché porta a galla cattive notizie. L’ultima legge di Bilancio non ha prorogato il blocco degli aumenti di Imu e Tasi e delle addizionali Irpef locali, congelati nel 2016. Ai singoli comuni (e alle regioni) è stata data la possibilità di ritoccare le aliquote delle imposte su alloggi e unità immobiliari, innescando un’ondata di rincari (e poche riduzioni).
L’anticipo di Imu/Tasi andrà pagato entro il 17 del mese (il 16 è domenica) e dunque si “guadagna” appena un giorno. Per il conguaglio, come al solito, ci sarà tempo fino al 16 dicembre. La batosta peserà sul saldo, per la gran parte dei cittadini tartassati.
L’ondata di rincari è già partita
I comuni avranno tempo fino al 28 ottobre per pubblicare regolamenti e delibere sulle modifiche tariffarie, dando efficacia alle variazioni stabilite in sede di bilancio di previsione. Le città capoluogo nelle quali sicuramente scatterà la stangata extra, secondo recenti rilevazioni del Sole 24 Ore, sono almeno il 9,4 per cento del totale per quanto riguarda l’Imu e il 2,4 per cento per la Tasi. Qualche esempio? Torino passa dal 7,6 al 10,6 per mille l’Imu sulle abitazioni date dai proprietari in uso gratuito ai parenti. Sale al 10,6 per mille anche la gabella sulle case affittate a canone libero, per le quali il locatore aveva concesso uno sconto all’inquilino. E l’Imu sugli alloggi a canone concordato, sotto la Mole, lievita dal 5,75 al 7,08 per mille.
Di segno opposto, sempre stando alle rilevazioni del Sole 24 Ore, le scelte di altri comuni: limano la vecchia aliquota Firenze (dal 7,6 al 5,7 per mille) e Pavia (dal 10,6 al 9,6) – dove guarda caso erano in programma le elezioni amministrative – e pure Grosseto (dall’8,6 all’8). Ma altrove non c’è da stare allegri.
In non poche località l’aliquota applicata era già al massimo possibile (10,6 per cento) negli anni scorsi ed è stata lasciata immutata. Ulteriori novità, ricorda il sito del Giornale, sono legate alla formula adottata per il pagamento di Imu e Tasi. Di fatto alcuni comuni le hanno accorpate: il balzello locale diventa più pesante, anche se la cifra finale non dovrebbe discostarsi dalla somma delle due voci.
Quanto pagare alla prima scadenza
Non ci si deve scoraggiare, non ora. ”L’acconto di Imu/Tasi da versare entro il 17 giugno – spiegano gli esperti della Cgil – si può calcolare in base alle regole previste per il 2018. In pratica basterà versare la metà dell’importo complessivo pagato l’anno scorso, sempre che non sia cambiata la situazione di base (ad esempio per un divorzio e l’assegnazione della casa coniugale). Le complicazioni, per la maggior parte degli interessati, arriveranno a dicembre. L’ammontare del saldo andrà riconteggiato sulla base delle nuove aliquote fissate dai comuni, detraendo quanto sborsato con la prima rata”.
C’è però qualche eccezione. “Le nuove aliquote relative al 2019 potrebbero già essere usate adesso, se il comune di riferimento ha previsto uno sconto e non un rincaro oppure se si paga in una sola volta e non in due rate. Idem se il contribuente decide di anticipare l’adeguamento alle nuove aliquote, per libera scelta”.
Come e dove trovare informazioni
Cambiano le aliquote, possono variare le condizioni per i casi particolari, vanno prese in considerazione esenzioni e possibili sconti (in primis quelli applicati per le concessione di un alloggio a un figlio o a genitore, a titolo di comodato gratuito). Ogni comune si regola come crede, all’interno dei paletti posti dallo Stato. Un ginepraio, per i non addetti ai lavori. Non è previsto che gli enti locali spediscano a casa istruzioni specifiche e bollettini o F24 precompilati. Le incombenze restano tutte a carico dei cittadini. Per orientarsi, e per capire se la somma complessiva da versare sarà diversa o uguale rispetto all’anno scorso, sono disponibili informazioni e tabelle sui portali delle singole amministrazioni (alcuni già aggiornati). Oppure si deve ripiegare sul sito finanze.it (entrando nella sezione “fiscalità regionale e locale”, dove si trovano già alcune delibere in materia, località per località) o su programmi di calcolo e simulatori reperibili online (attraverso un qualsiasi motore di ricerca). A Milano (e in altre città) è possibile prenotare un appuntamento (per telefono oppure online, previa registrazione) per richiedere una consulenza tributaria agli esperti messi a disposizione da Palazzo Marino. L’alternativa, se non se ne verrà a capo da soli, è quella di rivolgersi a un Caf o a un commercialista (pagando il servizio, se non è compreso in un pacchetto che include la dichiarazione dei redditi o la tenuta generale della contabilità).
Occhio anche alla Tari
Per la Tari, la tassa sui rifiuti, conviene fare una verifica. Le date per i pagamenti non sono fisse né identiche in tutta Italia. In svariati comuni, la scadenza della prima rata è il 17 giugno, il giorno nero per Imu e Tasi. Nella stragrande maggioranza i termini massimi sono diversi, in genere successivi. A Milano, ad esempio, questa imposta si può versare in due rate (entro il 31 luglio ed entro il 31 ottobre) oppure in un’unica soluzione (entro il 30 settembre). Solitamente, salvo disguidi, i bollettini per i pagamenti arrivano a casa.
Altra batosta il primo luglio
Per una serie di contribuenti – quelli che hanno collaborazioni spicciole o la partita iva – c’è un’altra scadenza fiscale in avvicinamento. L’1 luglio è l’ultimo giorno utile per il versamento del saldo e del primo acconto per chi presenta il 730 senza avere il sostituto d’imposta (un datore di lavoro fisso o un ente previdenziale di riferimento) e per coloro che devono compilare il modello Redditi.