Quasi 1 donna su 2 in Italia prova ansia pensando alla propria situazione economica, mentre solo il 36% crede di avere le competenze adatte per gestire le sue finanze. L’insicurezza cresce, poi, se si tratta di pensare a investimenti. A indicarlo sono i dati emersi da un’indagine di YouGov per la banca online N26 che confermano che ancora oggi in Italia per le donne esiste il cosiddetto Investment Gap, ossia il divario di genere proprio nella gestione degli investimenti.

Investment gap: perché le donne sono insicure nel gestire il denaro?

L’indagine scatta una fotografia chiara delle differenze tra uomini e donne quando si tratta di denaro e finanze. Le donne si sentono ancora molto insicure a muoversi autonomamente in questo, molto più della media della popolazione femminile europea: solo il 43% pensa di potercela fare, contro una media Ue del 62%. Il motivo principale è che si ritiene di non avere le competenze necessarie. Perché?

A contribuire a quella percezione di poca dimestichezza nell’occuparsi della gestione economica sono diversi fattori: «Tra questi c’è proprio la sensazione di non avere abbastanza competenze in materia. Il dato del 35% di donne italiane che ritiene di possederle è molto inferiore rispetto agli altri Paesi analizzati, come l’Austria (63%) e la Germania (60%). Questa mancanza di confidence le porta ad adottare un approccio più cauto, con una minor propensione verso il rischio», spiega Carina Kozole, Chief Risk Officer di N26.

Il denaro è una “questione da uomini”?

Un altro fattore che può incidere è una sorta di retaggio culturale, per cui il denaro è una “questione da uomini”. Questo si riflette anche nel tipo di investimenti verso cui, anche quando una donna “osa”, la porta a orientarsi verso «strade più sicure rispetto a scelte che potrebbero comportare dei rischi», sottolinea Kozole. «Dare potere alle donne perché abbiano pieno controllo delle proprie finanze è cruciale perché siano emancipate e sicure, e la consapevolezza finanziaria gioca un ruolo fondamentale nell’aprire nuove opportunità», spiega l’esperta.

Investment gap: le differenze tra uomini e donne

«I nostri dati mostrano come uomini e donne spesso siano allineati nel modo in cui distribuiscono i propri budget mensili», chiarisce la consulente. Le priorità, dunque, sono simili e il denaro viene principalmente destinato a spese quotidiane, risparmio e rimborso di eventuali debiti. Le cose cambiano, però, se si tratta di investimenti futuri: la parola d’ordine nel mondo femminile, dunque, sembra essere soprattutto “cautela”, soprattutto per la mancanza di conoscenza approfondita del mondo finanziario, che sembra rimanere appannaggio dell’universo maschile.

Occorre cambiare i modelli culturali

L’idea che sia l’uomo a gestire l’economia, anche a livello familiare, è dunque duro a morire ed è legato ovviamente anche al fatto che in passato erano soprattutto i mariti o gli uomini in genere a lavorare e “portare a casa i soldi”, dunque erano loro che poi li maneggiavano e ne decidevano la destinazione. «Sebbene vediamo progressi nel colmare questo divario di genere, il cambiamento dei modelli culturali è un processo lento e continua a influenzare la gestione finanziaria. Parte di questo cambiamento, però, dipende anche da noi donne», sottolinea l’esperta.

Avere voglia di imparare

«Il desiderio di imparare di più sull’educazione finanziaria è un ottimo esempio di come dovremmo impegnarci anche tra di noi—che si tratti di amiche, colleghe, madri e figlie, altre donne—per cominciare a investire nelle nostre competenze e prenderci cura di noi stesse. Diventando più consapevoli della nostra situazione finanziaria, imparando a gestirla in modo efficace e concentrandoci su un migliore rapporto rischio/guadagno—accettando anche un po’ più di rischio—possiamo dare forza a noi stesse».

Più educazione finanziaria contro l’investment gap

Eppure in teoria la voglia non mancherebbe: «I nostri dati mostrano che il 60% delle donne in Italia è motivato a migliorare le proprie conoscenze e competenze finanziarie per sentirsi più sicure e indipendenti. Per questo, l’educazione finanziaria rappresenta lo strumento chiave per colmare il divario di genere negli investimenti, e le donne lo sanno», dice Kozole. Ciò che resta, però, è anche una scarsa rappresentatività femminile nel mondo della finanza.

La finanza resta un tabù per le donne

«La presenza delle donne in posizioni di leadership in vari settori è migliorata negli ultimi anni, ma resta ancora limitata: c’è ancora molto da fare per colmare il divario di genere ai vertici, creando un ambiente più inclusivo, diversificato ed equo. Questo può non solo avvantaggiare le donne, ma anche le organizzazioni nelle quali lavorano – conclude l’esperta – Il cammino è lungo e richiede non solo cambiamenti strutturali, ma anche proprio un cambiamento culturale. Il percorso per raggiungere una vera parità di genere nei ruoli di leadership rimane sfidante e richiede un impegno continuo sia a livello individuale che di sistema».