È tempo di Isee. In molti comuni sono iniziate le iscrizioni a scuola per l’anno prossimo e la certificazione è richiesta. E poi per gli Isee dei cittadini disabili i calcoli sono da rifare. Diverse sentenze della magistratura hanno chiarito che, con l’attuale meccanismo, queste persone e le loro famiglie continuano ad essere penalizzate nell’accesso alle prestazioni socio sanitarie che spetterebbero loro. Si teme il caos per i ricalcoli che l’Inps dovrà ora effettuare nuovamente. Ma che cos’è l’indicatore Isee e come viene calcolato?
Che cos’è l’Isee?
Intanto cominciamo dal significato. È l’acronimo di: Indicatore della Situazione Economica Equivalente. In passato, è stato definito anche “riccometro”. È il modo con cui si vanno a quantificare le capacità economiche di un cittadino, in modo da poter stabilire con certezza numerica chi ha diritto all’accesso a determinati servizi oppure chi può usufruire di certe tariffe agevolate o esenzioni, messi a disposizione dallo Stato. In questo modo, il benefit è proporzionato alle reali possibilità economiche.
Che differenza c’è fra Isee e Ise?
Sono due indici connessi, ma tutto comincia dall’Ise, acronimo di “Indicatore della Situazione Economica”: corrisponde alla somma di tutti i redditi e del 20% dei patrimoni mobiliari e immobiliari dei componenti il nucleo familiare, in un determinato anno. Per ottenere l’Isee, il valore Ise viene diviso da un indice numerico, definito dal numero dei componenti del nucleo familiare e da particolari situazioni (per esempio la presenza di invalidi o di un solo genitore). La ricchezza economica di una famiglia viene, in questo caso, ‘soppesata’ da come la famiglia stessa è composta. La ratio è quella di agevolare l’accesso al benefit a quelli che hanno effettivamente bisogno.
Chi lo usa?
L’attestazione Isee viene richiesto per esempio per il bonus bebè, per accedere ai servizi della prima infanzia (voucher babysitting); per agevolazioni su tasse universitarie e per spese connesse all’istruzione come libri di testo, mense scolastiche, borse di studio; riduzione delle tasse scolastiche, agevolazioni per servizi di pubblica utilità (come il bonus energia, bonus mobili, bonus ristrutturazioni) o altre prestazioni economiche Assistenziali (come il Fondo Sostegno Affitti).
Come si calcola?
Se ci viene chiesta una “attestazione Isee”, la prima cosa da fare è compilare la Dsu, cioè la Dichiarazione sostitutiva unica. Documento che contiene i dati anagrafici, reddituali e patrimoniali di un nucleo familiare. Alcuni di questi li deve inserire la persona, altri sono acquisiti dall’Agenzia delle Entrate per esempio tramite l’anagrafe tributaria, altri vengono inseriti, in automatico dall’Inps (per esempio, i dati delle pensioni). La Dichiarazione è quindi il primo step. E per compilarla, di solito, le persone si rivolgono ai Patronati dei sindacati o delle categorie professionali (che hanno attivi dei centri di assistenza fiscale). C’è anche la possibilità di rivolgersi agli uffici territoriali dell’Inps, oppure si può fare da soli, per via telematica, inserendo le informazioni al sito dell’Inps (sezione “Servizi On-Line – Servizi per il cittadino”) .
Quando è pronta?
Entro 10 giorni lavorativi dalla ricezione della Dichiarazione, l’Inps rilascia l’attestazione. Il calcolo può essere fatto ogni momento dell’anno, ma siccome i dati economici inseriti si riferiscono al precedente anno solare in corso, l’Isee cambia ogni anno, ma una volta ottenuto, vale per tutti i componenti il nucleo familiare.