Il modello Isee, l’Indicatore della Situazione Economica Equivalente, si conferma anche per il 2022 un documento indispensabile per accedere ai bonus familiari (come l’assegno unico universale), domestici, il calcolo delle tasse universitarie e per ottenere aiuti economici come il Reddito di cittadinanza.
Come si ottiene, che dati occorrono, ma soprattutto quali sono le scadenze da rispettare? Ecco ciò che occorre sapere per l’Isee 2022.
Quanti Isee esistono?
Rispetto al 2021, non è variata la tipologia di Isee esistenti. C’è, infatti, un Isee generico, che è quello che viene richiesto nella quasi totalità dei casi. Attenzione, però, perché per l’iscrizione dei figli all’università può essere richiesto anche l’Isee U, cioè quello utilizzato dagli studenti per accedere, per esempio, a borse di studio o riduzione nelle tasse. «L’Isee “universitario” calcola diversamente alcuni criteri: lo studente, infatti, figura sempre a carico dei genitori. Se però ha una residenza indipendente da almeno due anni e ha un reddito sufficiente al suo sostentamento di almeno 6.500 euro all’anno, si utilizza l’Isee U, che ha altri criteri di calcolo» spiega la Fondazione Studi Consulenti del Lavoro.
C’è poi anche l’Isee corrente, necessario per fotografare la situazione in un dato momento: serve se ci sono state variazioni della situazione reddituale che permettono, ad esempio, di usufruire di voucher riservati a chi ha visto calare le proprie entrate in modo consistente, rispetto al momento in cui aveva compilato il precedente Isee.
Nel caso di anziani o disabili, poi, sono richiesti l’Isee socio sanitario e l’Isee socio sanitario residenziale, indispensabili per presentare domanda di supporto o aiuti familiari o per l’accesso a strutture residenziali (Rsa).
Dal 2020, inoltre, ha fatto il suo debutto la Dsu (Dichiarazione Sostitutiva Unica), precompilata e disponibile online, che permette di ottenere l’Isee senza doversi recare a un Caf, anche se quest’anno alcuni parametri sono cambiati (vedi sotto).
Attenzione. Per compilare il modello Isee 2022 che permette di accedere alle agevolazioni dell’anno in corso, è necessario raccogliere tutti i documenti necessari e presentare una nuova Dsu, perché la validità segue l’anno solare: significa che, per chi l’aveva ottenuta nel 2021, è scaduta il 31 dicembre 2021.
Scadenza Isee, cosa cambia nel 2022?
Sul sito del ministero del Lavoro e delle Politiche sociali si legge che «gli Isee presentati nel 2020 hanno validità fino al 31 dicembre 2020». Quindi se lo si è compilato lo scorso anno non è più valido? «Esatto, il D.L. 34/2019 ha fissato la scadenza al 31 dicembre di ogni anno.
Cosa succede se sono percettore di benefici, come bonus, reddito di cittadinanza, ecc. e non rinnovo l’Isee in tempo?
Se, per esempio, ho presentato l’Isee a maggiore del 2021, non è più valido? «L’Isee scade il 31 dicembre di ogni anno, dunque quello presentato a maggio 2021 è scaduto il 31 dicembre 2021» spiegano gli esperti. Se non si rinnova la certificazione, dunque, si rischia di perdere benefici come il reddito o pensione di cittadinanza.
Nel caso di iscrizione universitaria dei figli, cosa succede se non presento un Isee aggiornato?
«Se mi presento con Isee scaduto non posso sottoscrivere le dichiarazioni reddituali nei portali universitari e quindi perdo le riduzioni, e devo pagare le tasse interamente. Per altri benefici, come reddito e pensione di cittadinanza, se non lo rinnovo entro il 31 gennaio, a febbraio decado dalla prestazione in automatico» conferma la Fondazione Studi Consulenti del Lavoro.
Ma se ho iscritto mio figlio o figlia all’università, facendo l’Isee in autunno, devo rinnovarlo?
«Bisogna tenere conto che l’anno accademico è a cavallo di quello solare (2021-2022), dunque in genere l’Isee necessario per l’a.a. 2021-2022 è quello del 2021, anche se ci possono essere differenze tra università, quindi occorre controllare. Diverso il discorso nel caso di variazioni reddituali che siano intervenute in corso d’anno» spiegano gli esperti.
Cosa succede se il mio reddito cambia durante l’anno?
In questo caso posso utilizzare l’Isee corrente, che fotografa la situazione economica dell’anno in corso e non riferita ai due anni precedenti, come nel caso dell’Isee ordinario.
Quando conviene utilizzare l’Isee corrente?
È utile nei casi in cui ci sia stata una variazione della condizione economica, per esempio una riduzione del reddito, che possa dare accesso a bonus o permetta di pagare meno tasse universitarie.
Quindi cosa devo fare ed entro quanto?
Occorre rinnovare l’Isee al 2022: «L’Isee può essere richiesto, a valle della presentazione della Dsu, durante tutto l’arco dell’anno, tenendo presente che avrà validità fino al 31 dicembre dell’anno stesso – spiega Orlando – Nel caso di Isee corrente, invece, si avrà tempo 6 mesi o 2, a seconda dei casi».
Che validità ha l’Isee corrente?
«I 6 o 2 mesi si riferiscono all’Isee corrente da richiedere qualora si verifichi una delle due eventualità: A) una variazione della situazione lavorativa ovvero un’interruzione dei trattamenti previdenziali, assistenziali e indennitari non rientranti nel reddito complessivo (dichiarato ai fini Irpef) per uno o più componenti il nucleo familiare; B) una variazione della situazione reddituale complessiva del nucleo familiare superiore al 25% rispetto alla situazione reddituale individuata nell’Isee ordinario».
«La differenza è che l’Isee corrente aggiorna l’Isee ordinario, prendendo a riferimento i redditi relativi a un periodo di tempo più ravvicinato. Il periodo di validità è pari a 6 mesi e, solo in caso di variazione della situazione occupazionale o della fruizione dei trattamenti, l’Isee corrente deve essere aggiornato entro 2 mesi dalla variazione» conclude l’esperto.
Che validità ha la Dsu e come si calcolano i figli?
Dal 2020 è disponibile una modalità semplificata per il calcolo dell’Isee, che può essere effettuata direttamente dall’utente, tramite il portale dell’Inps, a cui va inviata la Dsu, la Dichiarazione Sostitutiva Unica. Dal 2022, però, sono varianti alcuni parametri. E’ importante sapere come si calcola il numero dei componenti del nucleo familiare: ne fanno parte i genitori non sposati e conviventi che hanno la stessa residenza o i due coniugi che hanno due residenze diverse per motivi di lavoro o per una separazione di fatto. quanto ai figli, questi vengono calcolati nell’Isee del genitore con cui convivono, anche se risultano fiscalmente a carico dell’altro genitore. questo vale sia per i minorenni, sia per i maggiorenni conviventi anche se sono fiscalmente autonomi. I figli non vengono calcolati nell’Isee quando sono sposati o hanno figli o hanno un reddito che li rende indipendenti dai genitori oppure se hanno spostato la residenza. Infine, rientrano nello stesso nucleo familiare anche i coinquilini che condividono un appartamento per risparmiare sulle spese.
Quali documenti servono?
Occorre poi avere a disposizione questi documenti:
- codice fiscale e documenti di identità del dichiarante;
- codice fiscale di tutti i componenti;
- contratto d’affitto e copia dell’ultimo canone versato, in caso di affitto;
- documenti che attestano i redditi percepiti nel 2019, cioè: Modello 730 o Modello Unico e Modelli Cud;
- certificazioni o altra documentazione che attesti compensi, indennità, trattamenti previdenziali e assistenziali, redditi esenti ai fini Irpef, redditi prodotti all’estero, borse e/o assegni di studio, assegni di mantenimento per coniuge e figli;
- dichiarazione Irap per imprenditori agricoli;
- documenti che riguardano il patrimonio mobiliare e immobiliare posseduto al 31 dicembre 2019, quindi:
- depositi bancari o postali, libretti di deposito, titoli di stato, obbligazioni, azioni, Bot, Cct, buoni fruttiferi, fondi di investimento, forme assicurative di risparmio e qualsiasi altra forma di gestione del patrimonio mobiliare anche detenuto all’estero;
- tipologia e numero identificativo del rapporto patrimoniale, codice fiscale dell’istituto bancario o società di gestione del patrimonio, date di riferimento dei rapporti patrimoniali;
- giacenza media annua di depositi bancari e/o postali;
- patrimonio netto che risulta dall’ultimo bilancio presentato ovvero la somma delle rimanenze finali e dei beni ammortizzabili al netto degli ammortamenti, solo per lavoratori autonomi e società;
- certificati catastali, atti notarili di compravendita, successioni, e/o altra documentazione sul patrimonio immobiliare, anche se detenuto all’estero (fabbricati, terreni agricoli, aree edificabili). Valore Ivie degli immobili detenuti all’estero;
- atto notarile di donazione di immobili, per le richieste di prestazioni socio sanitarie residenziali);
- certificazione della quota capitale residua dei mutui stipulati per l’acquisto e/o la costruzione degli immobili di proprietà;
- targa o estremi di registrazione al Pra e/o al Rid di autoveicoli e motoveicoli con una cilindrata pari o superiore a 500cc, di navi e imbarcazioni da diporto, posseduti alla data di presentazione della dichiarazione.
In caso di disabilità, sono richiesti anche certificati di invalidità, e note delle spese pagate per il ricovero in strutture residenziali e per l’assistenza personale.
Quante Dsu esistono?
Non per tutte le Dsu occorrono questi documenti. «La Dsu può essere integrale (ad esempio, nel caso di richiesta dell’Isee università, o in presenza di un disabile nel nucleo familiare), mini (per molte prestazioni in cui basta presentare il modello ridotto costituito dalla prima parte del Modello Base e dalla prima parte del Foglio componente, FC.1), corrente (per l’Isee corrente basato sui redditi degli ultimi dodici mesi o anche solo degli ultimi 2 mesi in alcuni casi di perdita del lavoro o dei trattamenti goduti)» spiega l’esperto della Fondazione Studi consulenti del lavoro.
Dove si presenta la Dsu?
La Dsu si può presentare all’ente che eroga la prestazione sociale agevolata (spesso l’Inps per i bonus, tramite portale online), al Comune, a un Centro di Assistenza Fiscale (Caf) o di persona presso le sedi territoriali.
L’attesa per ottenere il calcolo Isee è pari a circa 10 giorni lavorativi dall’invio della Dsu.
Per quali bonus o assegni serve la DSU?
Oltre alle agevolazioni dello scorso anno (Reddito di cittadinanza Bonus gas e luce, ecc.), la DSU quest’anno può servire anche per l’Assegno unico e universale per i figli, per il Superbonus 110% per le villette (con limite a 25mila euro) e per il Bonus sull’acquisto della prima casa per gli under 36 (con limite a 40mila euro).