Bonus befana, cashback, riduzione del cuneo fiscale, disincentivi all’uso dei contanti e tracciabilità dei pagamenti, congelamento degli aumenti dell’Iva, riordino delle agevolazioni esistenti, new deal verde, riorganizzazione dei bonus per figli e genitori, rimodulazione di ticket sanitari. Sono alcune delle misure allo studio del consiglio dei ministri, inserite nella nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza, la base su cui poggerà la prossima manovra finanziaria. Centrare gli obiettivi prefissati non sarà semplice. Bisognerà trovare le coperture. Le opposizioni affilano le armi e annunciano battaglia, sostenendo che in realtà sarebbero in arrivo nuove tasse.
“Nessun aumento dell’Iva”
Il premier Giuseppe Conte e i ministri di punta lo hanno ribadito più volte. Non ci saranno aumenti dell’Iva, né delle accise. Le clausole di salvaguardia saranno sterilizzate e bloccate. In caso contrario, sarebbe una mazzata per milioni di famiglie e per i consumi. Il governo si è impegnato a trovare in altri modi (compreso l’aumento del deficit) i 23,1 miliardi necessari per congelare ancora i rialzi dell’imposta. L’intenzione è di andare in direzione opposta, verso la riduzione delle aliquote per beni e forniture di prima necessità. “Stiamo lavorando – ha garantito il presidente del consiglio – per far scendere l’Iva sulle bollette dal 10 al 5 per cento e per abbassarla dal 4 all’1 per cento per pasta pane, frutta fresca, latte, con il passaggio dell’Iva dal 4 all’1 per cento”. Ma per introdurre nuovi scaglioni agevolati servirebbe un confronto preventivo con Bruxelles: l’Iva è una imposta comunitaria, servirebbe il nulla osta.
Bonus Befana e cashback
Per incentivare l’uso di carte di credito e bancomat, e contrastare così evasione ed elusione fiscale, si parla di cashback, un meccanismo premiale legato alla modalità di pagamento degli acquisti. Chi opterà per la moneta virtuale – se e quando il tutto andrà a regime – sborserà al momento la stessa cifra di chi si serve dei contanti. Ma a scadenze prestabilite (una volta al mese, probabilmente) avrà un rimborso pari a una percentuale della spesa sostenuta. Le modalità (non di semplice attuazione)? Uno sconto sull’Iva. L’imposta verrebbe tagliata di un certo numero di punti percentuali (da 2 a 4) e la somma sarebbe riaccreditata sul conto corrente del diretto interessato.
In alternativa o in aggiunta – ancora non è dato sapere – potrebbe scattare un bonus Befana o un’altra agevolazione mirata. Inizialmente si era ipotizzato un importo da corrispondere all’inizio dell’anno, a ridosso dell’Epifania, sulla base delle spese fatte con la moneta elettronica. Ora sembra invece farsi strada l’idea di un superbonus, sempre in funzione anti “nero”. Ai consumatori virtuosi dovrebbe essere garantita una detrazione fiscale fino a 475 euro (pari al il 19 per cento di spesa massima annuale di 2.500 euro), a condizione che si servano di strumenti tracciabili per comprare beni e servizi e in settori ritenuti a particolate rischio di evasione. Qualche esempio? La sostituzione di un rubinetto in casa, la riparazione di una macchina in officina, i pasti al ristorante.
Su questo fronte il problema maggiore sembra quello dei tempi. Le scadenze cui si fa riferimento sono troppo vicine, tanto che qualcuno ha già ribattezzato “bonus primo maggio” il bonus Befana. E tutto va preso con le pinze, non essendoci ancora certezze assolute.
Tessera unica multitasking
Per chi non ha un conto corrente in banca o in posta – altra misura oggetto di valutazione – dovrebbe arrivare la “card unica” multifunzione, pubblica e gratuita. Funzionerà da documento di identità, da tessera sanitaria e pure da borsellino elettronico, sul quale accreditare abbuoni e sconti e con il quale effettuare i pagamenti (allo stesso modo di una qualsiasi carta ricaricabile).
Riduzione delle commissioni sui Pos
Il fronte dei commercianti si aspetta una riduzione delle commissioni applicate ai pagamenti con Pos e affini, in particolare per quelli di importi bassi. Per le spese micro, sotto i 5 euro, il costo che pesa sugli esercenti potrebbe essere azzerato.
Cuneo fiscale ridotto da luglio
Torna in primo piano anche la riduzione del cuneo fiscale, cioè la differenza tra quanto un dipendente costa ad una azienda e quanto lo stesso dipendente guadagna. Se gli impegni presi andranno in porto, sopravvivendo al fuoco amico, i lavoratori con un reddito inferiore a 26mila euro lordi annui – la stessa platea degli 800 euro – prenderanno prima 230 euro in più (in dodici mesi) e poi 500 euro a partire dal 2021. Lo ha spiegato il vice ministro dell’Economia, Antonio Misani: “Ridurre le tasse sul lavoro dipendente è l’obiettivo del governo. Il taglio porterà più soldi al lavoratore dipendente. Se lo estendiamo alla platea di chi beneficia degli 800 euro, avranno 500 euro in più l’ anno”. Le agevolazioni partiranno a luglio 2020, almeno così si prospetta.
Family act e rimodulazione dei bonus
Nella nota di aggiornamento al Def si accenna alla ridefinizione e razionalizzazione dei bonus per le famiglie con figli e il sostegno alla genitorialità, oggetto di uno dei 23 ddl da mettere in cantiere, elencati ad uno ad uno. “Vogliamo perseguire un family act – ha anticipato il premier Conte che metta ordine a tutta la selva di agevolazioni e tax expenditures a favore delle famiglie. Daremo un segnale anche alle persone con disabilità- altro annuncio – e lo faremo con l’adozione di un codice per la disabilità”. Nell’ambito delle azioni di sostegno alle famiglie – altra promessa, nel testo del documenti – “saranno introdotte specifiche misure per i caregiver familiari, che troveranno un’apposita definizione normativa, finalizzate alla tutela della qualità della vita dei più deboli”.
Tagli alle spese per scuole e istruzione
La manovra finanziaria potrebbe invece portare a una sforbiciata dei fondi destinati al sistema dell’istruzione, solo in parte compensati dal calo demografico delle studenti. Si rivede al ribasso (dal 3,5 al 3,4%) la quota di spesa pubblica in percentuale sul?Pil dedicata al mondo dell’educazione, rispetto alle previsioni di aprile. In soldoni, fa 1,8 miliardi in meno. Nonostante questo, si promette che “le dotazioni a favore della scuola pubblica verranno migliorate, anche da un punto di vista infrastrutturale; l’università e la ricerca saranno potenziate e il sistema di reclutamento verrà allineato ai migliori standard internazionali”.
Politiche del lavoro e per le donne
“Il governo – è stato messo per iscritto – intende potenziare le politiche attive del lavoro e di prevenzione degli infortuni e delle malattie professionali e incentivare la parità di genere nelle retribuzioni. La disciplina del salario minimo aumenterà le tutele per i lavoratori, anche attraverso il meccanismo dell’efficacia erga omnes dei contratti collettivi sottoscritti dalle organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative. Si sosterrà lo sforzo per una regolamentazione più efficace della rappresentanza sindacale e datoriale. Si amplierà il sostegno a famiglie, disabili e ai lavoratori tramite piattaforma digitale”. Vengono promesse, tra le altre cose, una legge sulla parità di genere nelle retribuzioni e la conferna dell’Opzione donna e dell’Ape sociale.
Novità, e timori, per colf e badanti
Nel corposo progetto di lotta all’evasione fiscale, per colf, badanti e baby sitter si inserisce un ampio capitolo di novità. Tra le ipotesi allo studio per scovare i casi sommersi, fuori dal radar del fisco, c’è quella di rendere anche i datori di lavoro domestico sostituti d’imposta: le famiglie potrebbero venire obbligate ad effettuare le trattenute mensili, da riversare poi all’Erario, attraverso il modello F24 o con altri metodi semplificati. In questo modo gli operatori avrebbero stipendi più bassi, pur venendo meno per loro l’obbligo di pagare le tasse successivamente. E i datori di lavoro dovrebbero pagare non solo i contributi previdenziali, ma anche l’Irpef per i dipendenti.
L’operazione non sembra semplicissima. E ci sono già reazioni e critiche. L’ipotesi non piace all’associazione dei datori di lavoro Assindatcolf, che mette l’accento sulle difficoltà e le complicazioni che graverebbero sui cittadini coinvolti nella riforma. La principale obiezione? I datori di lavoro potrebbero non essere in grado di sbrigare da soli le pratiche previste e sarebbero costretti a ricorrere a un commercialista, con spese aggiuntive.
Revisione della disciplina del ticket e delle esenzioni
La revisione della disciplina dei ticket per le prestazioni specialistiche e di diagnostica ambulatoriale – da legare al reddito famigliare, in base a scaglioni da stabilire – è nel menù del governo. Il ministro della Salute Roberto Speranza e il suo staff hanno lasciato intendere che fosse un progetto prioritario, urgente. Il premier Conte ha tirato il freno, prospettando tempi di attuazione più lunghi.
Confermata la svolta green del Governo
Tra i disegni di legge in programma, messo in cima alla lista c’è anche quello su “Green new deal e transizione ecologica del Paese”, orientato al contrasto ai cambiamenti climatici, alla tutela della biodiversità, alla riconversione energetica, alla promozione della rigenerazione urbana e delle smart cities. Il provvedimento dovrebbe ereditare buona parte dei contenuti di quello che inizialmente aveva la forma – e i tempi – di un decreto legge. Sconti e sgravi per chi acquista e vende detersivi alla spina e cibi sfusi. Agevolazioni per gli scuolabus sostenibili. Incentivi per il trasporto e la consegna a domicilio di merci e prodotti. Bonus per gli automobilisti che vivono nelle città più inquinate e rottamano le vecchie macchine. Riduzioni dei sussidi alle attività dannose per l’ambiente. Non solo. “Vorremmo emettere dei green bond – ha aggiunto il ministro del’Economia, Roberto Gualtieri – cioè emissioni di titoli di debito italiani esplicitamente destinati a sostenere gli investimenti nella sostenibilità ambientale”.