Si chiama Libra, è la nuova criptovaluta annunciata dal fondatore di Facebook, Mark Zuckerberg, in arrivo nei primi sei mesi del 2020. Si annuncia come una rivoluzione nel mondo di internet e secondo gli ideatori permetterà di fare acquisti online sui principali social (sicuramente su Instagram, Facebook e WhatsApp, che appartengono alla “galassia Zuckerberg”): “Vogliamo rendere facile per tutti inviare e ricevere denaro, proprio come accade con le nostre App per condividere istantaneamente messaggi e foto” ha spiegato il numero uno del social più diffuso e utilizzato al mondo (oltre 2 miliardi nel mondo).

Cos’è Libra

Si presenta come una criptovaluta, una valuta digitale decentralizzata, cioè non controllata o emessa da un organismo centrale come ad esempio la Banca Centrale Europea. Si basa su crittografia, una “scrittura segreta” che consiste in un meccanismo di scrittura comprensibile e decifrabile soltanto da chi conosce un determinato codice, come il Bitcoin.

Come e per cosa usare Libra

“Libra mira ad essere una moneta globale, utilizzabile per i pagamenti e le rimesse internazionali, integrata anche nei sistemi di messaggistica come WhatsApp e Messanger” spiega il prof. Ferdinando Ametrano, direttore del Digital Gold Institute e del Crypto Asset Lab dell’Università Milano-Bicocca. Libra non solo dovrebbe rendere più semplici l’e-commerce (acquisti e vendite online) e gli scambi di denaro, ma anche più accessibile il credito, in particolare per chi non possiede una carta di credito o un conto bancario attivo (1,7 miliardi di persone nel mondo), o per quelle imprese che non hanno accesso al credito (secondo Facebook, il 70% di quelle dei Paesi emergenti).

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Cosa c’entra Facebook?

Da tempo Mark Zuckerberg lavorava al progetto di creare una “propria moneta” e nel 2014 aveva chiamato a far parte del suo gruppo l’ex presidente di PayPal, David Marcus, che ora definisce la moneta digitale come “facile, veloce, stabile e sicura”. A marzo è partita una prima sperimentazione in India, tramite WhatsApp per l’acquisto di prodotti tramite la chat del social. Ora Facebook sembra pronta a gestire gli scambi commerciali in modo diretto, senza più mediazioni, semplicemente applicando una percentuale sui prezzi di prodotti venduti tramite i propri social, come già avvenuto con alcuni brand globali come Nike, Adidas, H&M, Zara, Prada, Burberry e Dior.

Chi ha aderito

La criptovaluta sarà gestita dalla Libra Association, un’organizzazione indipendente e senza scopro di lucro, con sede in Svizzera, a Ginevra. Al progetto dovrebbero aderire circa 100 partner con nomi molto noti, 28 dei quali sono già stati svelati:

– per i pagamenti: Mastercard, Paypal, PayU, Visa, ecc;
– per acquisti e prenotazioni: Booking, eBay, Facebook, Spotify, Uber, ecc;
– telecomunicazioni: Iliad, Vodafone;
– onlus: rientrano in questo settore realtà come Mondo Bancario Femminile o Corpo della Misericordia.
Esistono poi anche ambiti di utilizzo che riguardano ad esempio il campo più prettamente finanziario (Coinbase, Andressen Horowitz, ecc).

Che differenza c’è con Bitcoin?

Libra è una critovaluta come Bitcoin, la più famosa delle monete digitali, che aveva registrato un boom nell’autunno del 2017, salvo poi perdere valore nei mesi scorsi. Esistono però alcune differenze: “Oggi Libra non ci sarebbe se la strada non l’avesse aperta Bitcoin dieci anni fa” dice Ametrano. A differenza di Bitcoin, che era nato come una piattaforma per facilitare gli scambi finanziari ma è diventato soprattutto un investimento e una riserva di valore (definito “l’oro digitale”), Libra si propone come moneta per inviare denaro ed effettuare transazioni. Inoltre avrà un valore stabile (stablecoin), legato a un paniere di valute come l’euro e il dollaro statunitense, superando la volatilità e le fluttuazioni tipiche delle altre criptovalute. Per questo dovrebbe essere più adatta per i micropagamenti. Libra dovrebbe consentire anche costi molto più bassi (e velocità maggiore) per le transazioni. Gli utenti avranno anche a disposizione un’ assistenza live 24 ore su 24, in caso di furto o smarrimento delle password o degli smartphone d’accesso.
Zuckerberg, tramite un’apposita società (Calibra) ha intenzione di dotare la nuova criptovaluta di sistemi di sicurezza per proteggere non solo il denaro, ma anche le informazioni degli utenti, che rappresentano un punto delicato nella gestione di Libra.

I punti critici e i vantaggi

Tra gli aspetti più delicati ci sono i controlli antiriciclaggio (chi li effettuerà e come), il rischio che sia usata per finanziare attività illecite o di terrorismo, come Bitcoin, per il fatto di essere “indipendente” da un organismo bancario centrale. “Preoccupa, inoltre, il tema della privacy, su cui già in passato Facebook ha avuto episodi pessimi: è inquietante l’idea che domani possa conoscere anche tutte le nostre transazioni finanziarie” spiega il professor Ametrano. Di positivo c’è invece che “Potrebbe smarcare definitivamente la diffidenza verso le cosidette criptovalute ed in generale le forme digitali e private di trasferimento del valore, ponendo fine al “paleolitico” delle transazioni finanziarie lente (anche oltre due giorni), costose, costrette in confini nazionali o valutari definiti” conclude l’esperto.