Nel preparare la dichiarazione dei redditi, occorre fare attenzione alla marca da bollo che dev’essere contenuta nelle ricevute mediche. Infatti, quando si chiede una prestazione specialistica a un medico o a un terapeuta, per poterne detrarre l’importo dalla propria dichiarazione dei redditi, è necessario che il documento sia completo, cioè che abbia applicata la marca da bollo. In caso contrario, la detrazione, nella misura del 19%, non potrà avvenire.
La marca da bollo deve essere applicata per legge sulla fattura se l’importo della prestazione supera i 77,47 euro.
Chi paga e incolla la marca da bollo?
«La legge prevede che il professionista, il medico o il terapeuta, si accolli il costo della marca da bollo di due euro, se l’importo non è soggetto a Iva, oppure lo addebiti in fattura al paziente» spiega Massimo Rizza, consigliere dell’Ordine dei commercialisti di Milano. «Se fa pagare la marca al paziente, deve però apporla sulla ricevuta. Nella fattura il paziente troverà allora l’importo della prestazione più i due euro della marca da bollo».
Capita però che questo non avvenga e si chieda al paziente di apporre la marca. «Il paziente non troverà in questo caso l’addebito di due euro in fattura. A questo punto, dovrà andare a comperare la marca dal tabaccaio e la apporrà alla ricevuta entro 15 giorni dalla data di emissione, oppure si recherà all’Agenzia delle entrate e assolverà lì il pagamento dell’imposta senza dover applicare nulla alla fattura» prosegue l’esperto.
Cosa si scarica dal 730?
La marca da bollo è però un tributo oggetto di obbligo solidale di entrambe le parti del rapporto: medico e paziente. Se la marca non verrà applicata, scatteranno le sanzioni previste per il rilascio di documentazione fiscale priva della marca da bollo e anche il paziente dovrà pagarle. «La regola base è che il medico che emette la fattura, se superiore ai 77,47 euro, deve applicare la marca da bollo, ma poi le procedure possibili sono due: nella prima il medico può addebitarla al paziente, e allora il paziente pagherà, per esempio, 100 euro di prestazione più 2 euro di marca. In seguito, lo stesso paziente nella dichiarazione dei redditi recupererà il 19% di 102 euro» spiega Massimo Rizza. «Nella seconda prassi, il medico mette la marca da bollo, ma fa pagare al paziente solo 100 euro, quindi si accolla i due euro della marca. In questo caso, il paziente detrae dalla sua dichiarazione il 19% di 100 euro e non di 102»
Scorretto, ma a volte capita, è che il medico non applichi la marca da bollo, la faccia comunque pagare al paziente il quale dovrà poi comperarla e apporla. In questo caso, il paziente pagherà la marca quattro euro invece di due. In questo caso… meglio cambiare medico.
Come funziona la marca virtuale?
La legge consente al medico di usare la marca da bollo virtuale, cioè di presentare un modello di imposta assolta in modo virtuale. «Se il medico emette fattura elettronica» aggiunge Rizza «paga imposta in una sola soluzione tramite f24, entro il 30 aprile dell’anno successivo».
Cosa succede se nella ricevuta manca la marca da bollo?
Se sulla ricevuta della prestazione non viene apposta la marca da due euro, l’importo della prestazione medica non potrà essere portato in detrazione. Il contribuente che riceve una fattura o una ricevuta medica senza bollo, può detrarre le spese relative all’imposta di bollo solo se paga il tributo al posto del professionista, sia che questo sia inadempiente, sia che si sia accordato col professionista per pagarlo.
Che multe si prendono se manca la marca?
La legge stabilisce che, se la marca da bollo non viene apposta da nessuno, venga applicata la sanzione pecuniaria di un importo da una a cinque volte l’imposta evasa.
Quanto si può detrarre?
Le spese mediche sono detraibili per il 19% della spesa sanitaria che eccede la franchigia di 129,11 euro.
Novità in materia di detrazioni fiscali
Due le novità per il 2018. Sono detraibili le spese per gli alimenti speciali, consumati da chi ha particolari patologie, e sono alimenti individuati con la sigla afmf (alimenti a fini medici, come quelli per i diabetici, ma non per i celiaci) e le spese per i Dsa (ragazzi con disturbi specifici dell’apprendimento).
Quali spese mediche sono detraibili?
Le spese mediche sanitarie che i contribuenti devono indicare nella dichiarazione dei redditi per avere la detrazione di imposta del 19% sono:
Visite chirurgiche e specialistiche, Interventi chirurgici o trapianti, Analisi ed esami diagnostici, Acquisto o noleggio di protesi sanitarie, Visite rese da medico generico, medico omeopata o specialista, Ricoveri a seguito di operazione chirurgica o degenze, Spese per l’acquisto di farmaci, Spese per l’acquisto di dispositivi medici o per il noleggio di attrezzature sanitarie, Ticket sanitari del Servizio sanitario nazionale, Assistenza infermieristica e riabilitativa, assistenza alla persona, ecc, Spese per disabili da indicare nel quadro RP UNICO 2018 (franchigia di 129,11 euro).
Queste spese mediche sono detraibili al 19% Irpef sul reddito entro il limite di 6.197,48 euro per familiare non a carico e calcolando la franchigia di 129,11 al lordo.