Dall’inizio della pandemia ne abbiamo comperate a centinaia se non a migliaia. Prima le chirurgiche, poi le FFP2 e, in alcuni casi, anche le FFP3. Un costo che adesso è possibile scaricare dalle spese, con la compilazione della dichiarazione dei redditi e che può far comodo a chi ha dovuto acquistare i dispositivi necessari per l’accesso sui mezzi pubblici o a scuola. Si calcola che nel 2021 la spesa complessiva per i cittadini sia stata di 327 milioni di euro, solo per l’acquisto di mascherine FFP2 e FFP3.
A confermare la possibilità di detrazione (al 19%) è stato il ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF), che ha anche specificato quali sono i requisiti per ottenere il rimborso.
Le mascherine sono detraibili
Chi ha acquistato mascherine FFP2 e FFP3 nel corso del 2021 può fare richiesta di detrazione (al 19%) con la dichiarazione dei redditi 2022. La conferma è arrivata nel corso delle interrogazioni in Commissione Finanze della Camera, l’8 marzo scorso, mentre una circolare dell’Agenzia delle Entrate spiega che le spese sostenute per l’acquisto di Dpi, cioè Dispositivi di protezione individuale che comprendono anche le mascherine anti-Covid, rientrano tra quelle ammesse in dichiarazione dei redditi, a patto però che siano rispettati alcuni requisiti.
I requisiti per la detrazione
Il primo riguarda lo scontrino, che deve indicare la conformità del dispositivo: per farlo occorre che riporti il codice “AD”, cioè quello delle «spese relative all’acquisto o affitto di dispositivi medici con marcatura CE». I dispositivi, inoltre, devono essere conformi alla normativa europea, quindi devono riportare il marchio CE.
Attenzione ai prodotti che si acquistano
«È indispensabile che il prodotto, che sia una mascherina o altro dispositivo medico, riporti sia la marcatura CE che la conformità alle normative europee» conferma Giovanna Piazzo, responsabile fiscalità del consorzio Caf-Cgil. Una circolare dell’Agenzia delle entrate, infatti, riporta l’elenco dei prodotti che rientrano tra i dispositivi medici: tra questi ci sono le mascherine. «Le chirurgiche erano già parte della lista da tempo. Adesso è arrivata la conferma del riconoscimento, ai fini della detrazione, anche delle FFP2 e delle FFP3: ma attenzione, perché se sullo scontrino non c’è il codice AD, che solitamente viene riportato solo per gli acquisti in farmacia, il contribuente deve conservare la documentazione che lo attesta» spiega l’esperta.
Quando conservare la confezione
Se le mascherine non si comprano in farmacia, ma per esempio al supermercato, occorre quindi verificare di persona la marcatura CE e la conformità del prodotto: «La procedura è la stessa che si fa, per esempio, quando si acquistano occhiali da vista non presso un ottico, ma presso un rivenditore interno o affiliato a un centro commerciale: in questo caso è sufficiente controllare e conservare la scatola, o il foglietto con le istruzioni oppure, se è un farmaco comprato presso una parafarmacia, il bugiardino, in modo da verificare che risponda ai requisiti» spiega la fiscalista. La conformità alla normativa europea, come spiega il sito del ministero della Salute, è data dal rispetto delle norme UNI EN 14683:2019, UNI EN ISO 10993-1:2010 (per le chirurgiche) e la UNI EN 149:2009 (per le FFP2 e FFP3).
Quando non si possono scaricare
L’ultimo caso possibile è quello in cui né lo scontrino, né la confezione o il prodotto indichino la dicitura CE: in questa eventualità non sarà possibile usufruire della detrazione fiscale della spesa nel modello 730/2022. Meglio, dunque, controllare, dal momento che l’aliquota di detrazione del 19% permetterà un risparmio complessivo pari a 62,1 milioni di euro, che si prevede che il prossimo anno salirà a 108,7 milioni di euro.