Il conto alla rovescia è iniziato: il 10 gennaio 2024, terminerà il servizio di maggior tutela nel settore dell’energia, ma solo per il gas. Per l’energia elettrica, infatti, il termine è slittato al 1° luglio 2024. Da tempo si sente parlare del passaggio al mercato libero, ma soprattutto si ricevono telefonate promozionali di società fornitrici che ricordano come sono imminenti alcune variazioni nelle bollette di luce e gas, con il rischio di rincari. Ma cosa cambierà davvero nel 2024?
Slitta il mercato libero per l’energia elettrica
Ad annunciarlo è stato il presidente dell’Autorità pubblica per l’energia (Arera), Stefano Besseghini, a Tg3 Fuori Tg. Si tratta di una decisione arrivata dopo le proteste delle associazioni dei consumatori, che da settimane chiedevano una proroga. “Per l’energia elettrica recentemente c’è stato il Decreto Energia, che ha introdotto alcune modifiche importanti – ha spiegato Besseghini – Fra queste, lo spostamento delle gare”. Il riferimento è al meccanismo che, entro l’11 dicembre, avrebbe dovuto individuare i fornitori di elettricità da assegnare in automatico agli utenti del mercato tutelato che non hanno ancora scelto un nuovo operatore nel mercato libero. Il termine è stato portato al 10 gennaio e di conseguenze si è deciso anche di prorogare lo stesso mercato tutelato di 6 mesi, tre in più rispetto alla data inizialmente prevista del 1° aprile 2024.
Il mercato tutelato della luce prorogato fino a fine giugno
Come chiarito dal presidente di Arera, con il Decreto Energia “sono stati introdotti due elementi molto importanti: una campagna informativa specifica per questa transizione”, a cura del Ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica, “e un’attenzione particolare ai Rid”. L’obiettivo è far sì che, con il passaggio al mercato libero anche i meccanismi di pagamento automatico bancario avvengano “in continuità”.
Come funziona il periodo di transizione
Un altro punto importante, toccato dal presidente di Arera riguarda il periodo di transizione tra la fine del mercato tutelato e l’inizio di quello libero. È previsto, infatti, che i fornitori di energia che aderiranno ad apposite gare, si occupino dell’erogazione del servizio in un periodo finestra, fino a quando gli utenti che non lo hanno ancora fatto scelgano le nuove società di fornitura che preferiscono. “I consumatori devono avere ben chiaro che tutto questo meccanismo che si sta mettendo su con le aste non è un meccanismo per portarli forzatamente al mercato libero – ha spiegato Besseghini – È un meccanismo per costruire un sistema di salvaguardia, che permetta alle persone che non scelgono di non scegliere, e di rimanere comunque servite, con delle tariffe che metteremo ad asta. L’esito dell’asta è per fare in maniera di avere le tariffe per questo servizio il più vantaggiose possibile”.
Quando finisce il mercato tutelato?
La fine del mercato tutelato, nato nel 2007, è ormai vicina. Per gli utenti domestici lo switch era previsto in un primo momento a gennaio 2023, ma nel tempo è stato posticipato l’appuntamento, soprattutto di fronte a rincari crescenti nel costo di luce e gas, complici le recenti guerre. In realtà le imprese con potenza superiore a 15 kW hanno già effettuato il passaggio il 1° gennaio 2021. Ora tocca anche alle famiglie, nonostante le associazioni dei consumatori lamentino che occorra un nuovo slittamento, proprio a causa di nuovi rialzi nei prezzi. «Il gas del mercato libero è rincarato del 28,3% in un anno, a fronte di un crollo del prezzo del gas del mercato tutelato nello stesso periodo. Quest’ultimo deve essere quindi mantenuto per contenere i rincari e per intercettare le riduzioni di prezzo quando si verificano nei mercati all’ingrosso», aveva spiegato nelle scorse settimane Marco Vignola, responsabile del settore energia dell’Unione Nazionale Consumatori.
Cosa succede nel 2024?
Il passaggio al mercato libero, nato per dare maggior spazio alle società fornitrici di luce e gas (e dunque, ipoteticamente, anche più concorrenza e prezzi più bassi), è però ormai alle porte e questa pare sia la volta buona. Ma cosa cambierà da gennaio? E soprattutto, cosa succederà a chi non ha ancora scelto un nuovo contratto? «Di fatto nulla nell’immediato, anche per chi non ha ancora scelto il nuovo gestore. Questo grazie alla possibilità di usifruire di un periodo transitorio fino a un massimo di 3 anni”, spiega Vincenzo Donvito, presidente dell’associazione dei consumatori Aduc.
Il servizio di fornitura rimane garantito
Per continuare a erogare gas durante la fase di transizione a chi non ha ancora provveduto a scegliere un nuovo operatore nel mercato libero, dal 10 gennaio 2024 scatterà dunque un periodo di transizione che serve a garantire un cosiddetto “servizio a tutele graduali”, che permetterà la continuità della fornitura. Lo scorso agosto, infatti, l’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente (Arera) ha firmato una delibera che stabilisce questo passaggio: il servizio di fornitura sarà erogato in modo transitorio da una serie di aziende, scelte in base a 26 aree territoriali in cui è stato suddiviso il territorio nazionale. Gli operatori che vi parteciperanno e che dovranno avere requisiti di solidità economica e di gestione, potranno gestire fino a un massimo del 30% delle zone, per evitare un monopolio.
Cosa succede in pratica durante la tutela graduale?
«Nella pratica, i clienti continueranno a essere serviti dalla compagnia che li ha riforniti fino a quel momento», conferma Donvito. A cambiare saranno però le condizioni tariffarie, perché gli utenti passeranno alle cosiddette tariffe Placet (Prezzo libero a condizioni equiparate di tutela). Si tratta di tariffe le cui condizioni contrattuali sono state definite dalla stessa Arera, sono più facilmente comprensibili, paragonabili tra loro e uguali in tutta Italia. La fase transitoria potrà durare fino a un massimo di 3 anni. Il venditore del servizio dovrà allegare un’informativa in bolletta, distinguendo fra clienti vulnerabili e non vulnerabili.
I clienti vulnerabili
Per offrire maggiore tutela ad alcune categorie “fragili” sono stati individuati, infatti, i cosiddetti utenti vulnerabili. «Sono coloro che necessitano di un supporto speciale, o per motivi di disagio economico o per condizioni sociali o sanitarie. Ne fanno parte i percettori di bonus sociale di luce e gas, o coloro che figurano sotto la soglia di povertà, o ancora chi ha bisogno di apparecchiature mediche alimentate a corrente elettrica, in casa. Rientrano nella categoria anche gli over 75 e chi vive in condizioni di emergenza a causa di calamità naturali o perché residente in aree svantaggiate, come un’isola minore non interconnessa», spiega Donvito.
Cosa succede se non si sceglie di entrare nel mercato libero?
Nei primi sei mesi a partire dall’entrata in vigore del mercato libero il prezzo per la fornitura dell’energia resterà invariato. Viene quindi offerto maggior tempo, anche a chi non ha ancora scelto l’operatore del mercato libero, per potersi orientare. Trascorso questo periodo, però, chi non ha ancora scelto un nuovo contratto con un fornitore sarà assegnato a un altro venditore, selezionato questa volta sulla base di aste territoriali. «Questo vale sempre che non ci siano novità da Bruxelles: il ministro dell’Ambiente, infatti, ha chiesto una serie di risposte alla Commissione Ue in merito a un nuovo possibile rinvio del mercato libero», sottolinea il presidente dell’Aduc.
Chi sceglie il mercato libero può tornare indietro?
Sono ancora molte le famiglie che non hanno effettuato alcuna scelta. «Oggi è ancora possibile, per chi ha optato per il mercato libero, tornare indietro. Ma non appena il servizio tutelato scomparirà non si potrà cambiare idea, ma solo scegliere eventualmente un altro operatore che si ritenga più conveniente», chiarisce Donvito. Secondo le associazioni dei consumatori in molti hanno ancora le idee poco chiare sulle differenze tra i due mercati.
Mercato libero e tutelato: che differenze ci sono?
Con “servizio di maggior tutela” si intende il mercato delle tariffe di luce e gas regolato dall’Arera. Vi rientrano tutti i clienti che negli ultimi 20 anni non hanno mai siglato un contratto con un nuovo fornitore, e sono rimasti “fedeli” al venditore di riferimento del territorio, oppure l’avevano abbandonato per un’offerta del mercato libero, ma sono poi tornati sui loro passi. Per capire se si è tra questi è sufficiente leggere la bolletta: il mercato di appartenenza è indicato nella prima pagina, di solito in alto, sotto al nome del gestore. Si parla di “tutela” perché per questi utenti è l’Autorità a fissare il prezzo dell’energia a livello nazionale, aggiornando le tariffe ogni tre mesi, sulla base dei prezzi all’ingrosso della materia prima. Il controllo dell’Autorità dovrebbe appunto preservare i consumatori finali da eventuali speculazioni. Inoltre, l’Arera stabilisce anche i costi di trasporto e di distribuzione, che incidono sul prezzo finale.
Come si sceglie un nuovo operatore?
Il mercato libero dell’energia funziona al contrario come quello della telefonia. Ci sono diverse compagnie concorrenti – circa 700 – e ciascuna di esse propone tariffe o offerte più o meno convenienti. Sta al consumatore finale scegliere la più vantaggiosa. Il punto è che non è così semplice, perché le tariffe dell’energia hanno diverse componenti e voci di costo sia fisse sia variabili. La voce variabile è costituita soprattutto dal costo della materia prima energia, quello che viene pubblicizzato dalle aziende e su cui si gioca la concorrenza. Ma questa componente copre solo una parte del conto finale, che invece è composto da molte altre voci fisse, come le spese per il trasporto e il contatore, gli oneri di sistema, le imposte, e il canone di abbonamento tv per le bollette dell’elettricità. Alcune di queste, come il prezzo di commercializzazione e vendita, non sono inoltre fisse per tutti, ma variano da fornitore a fornitore, e questo rende ancora più complessa la scelta. Inoltre in alcuni casi i venditori aggiungono servizi e costi accessori, oppure vantaggi e sconti supplementari. Ecco perché il consiglio, quando si fa un confronto, è sempre quello di basarsi sulla simulazione della spesa annua in base ai propri consumi, uno dei modi più semplici per orientarsi.
Passaggio al mercato libero: quanto ne sanno gli italiani?
1 italiano su 4 dichiara di non conoscere affatto la differenza tra mercato libero e tutelato. Un dato che sale al 54,1% nella fascia d’età tra i 18 e i 25 anni, e che vede (al 14,6%) gli over 65 tra i più preparati. Questi sono solo alcuni dei numeri rilevati dalla ricerca realizzata per Pulsee Luce e Gas da NielsenIQ, alla vigilia di un momento importante per il settore: la fine del mercato tutelato e la completa liberalizzazione dell’energia domestica. Gli italiani conoscono il cambiamento in atto? Ne sono preoccupati? Leggono con attenzione le bollette? Ne conoscono le diciture? L’indagine ha risposto a tutte queste domande e ha dato un’unica, importante risposta: la “cultura” energetica del nostro Paese necessita di un rafforzamento. Conoscenza e consapevolezza sono indispensabili per prendere le giuste scelte, o quantomeno affrontarle con meno timori e preoccupazioni.