La giornata di borsa è molto pesante per Monte dei Paschi di Siena. Sarebbe slittato – stando a quello che riporta il Sole 24 Ore – il varo del piano industriale dopo il cambio dell’amministratore delegato: tra i problemi che deve affrontare c’è quello che affligge tutte gli istituti italiani, ossia i crediti come mutui e finanziamenti che non vengono più ripagati, le cosiddette sofferenze, che per Mps è particolarmente pesante.
Ma i correntisti rischiano qualcosa? Dipende innanzitutto dalle azioni che verranno messe in campo per evitare che una situazione di forte difficoltà si tramuti in un vero e proprio crack. Il fallimento di piccoli istituti di credito come Banca Etruria o Banca Marche, come avvenuto per decreto in novembre, ha comportato tensioni, ma il rischio per il sistema bancario nel suo complesso non è stato altissimo. Il Monte dei Paschi ha una dimensione diversa e tanto il mondo bancario, quanto il Governo, così come l’Europa stessa hanno tutto l’interesse a che questo non accada. Quindi, val la pena sottolinearlo, stiamo parlando di un evento che al momento appare estremamente improbabile.
Se però l’ipotesi peggiore dovesse verificarsi, lo scenario è quello delineato dalle normative europee sul bail in, che prevedono che il salvataggio delle banche non debba più essere a carico degli Stati, ma di azionisti, obbligazionisti e correntisti. In che ordine e con che regole? I primi a pagare (e lo stanno già facendo da mesi) sono gli azionisti, sulla base del principio valido per tutte le società quotate secondo il quale l’azionista condivide il rischio d’impresa. Successivamente arrivano gli obbligazionisti: le obbligazioni subordinate sono, in sostanza, un prestito che noi facciamo alla banca e in caso di fallimento i creditori, in qualche modo, ci rimettono sempre. I primi ad essere colpiti sarebbero gli obbligazionisti subordinati, ossia coloro che hanno sottoscritto titoli di debito più ad alto rischio, che rendono di più e che per primi rischiano l’azzeramento.
Se siete in possesso di obbligazioni subordinate vale la pena innanzitutto verificare se corrispondano al vostro profilo di rischio, quello che per legge la banca deve tracciare: se così non fosse dovete far valere i vostri diritti. In secondo luogo toccherebbe agli obbligazionisti normali. Infine i correntisti: in questo caso la legge salvaguarda i conti fino ai 100.000 euro, mentre sopra questa cifra si rischia di pagare. Chi disponesse di maggiori quantità di denaro può distribuirle tra vari conti per non rischiare di incappare in queste norme.