Dopo il caro bollette, c’è chi annuncia già la stangata mutui. Colpa dell’inflazione che ha rialzato la testa e della voce insistente secondo la quale la Banca centrale europea si preparerebbe a ritoccare i tassi di interesse. La decisione avrebbe effetti a cascata su tutta l’economia, inclusi i prestiti per la casa, che potrebbero diventare più costosi. Dobbiamo preoccuparci?
Abbiamo girato la domanda a Stefano Caselli, ordinario di Economia degli intermediari finanziari e prorettore dell’università Bocconi di Milano, che per prima cosa ci ha rassicurato. «La sensazione» premette «è che i tassi in Europa rimarranno stabili ancora per diversi mesi. L’aumento dell’inflazione, che di solito spinge le banche centrali a muoversi, questa volta è causato essenzialmente dalla carenza di materie prime, con conseguente tensione sui prezzi, e dalle difficoltà logistiche nel far ripartire l’economia mondiale dopo la pausa forzata del Covid. Si tratta però di fenomeni passeggeri; inoltre la Bce sa bene che la ripresa è ancora incerta e che rialzare i tassi in questo momento potrebbe anche frenarla». Un aumento è quindi all’orizzonte, ma non subito. E c’è il tempo necessario per proteggere il nostro mutuo da scossoni futuri. Ecco, caso per caso, cosa consiglia l’esperto.
Se hai il mutuo da qualche anno
Con un prestito a tasso fisso non hai da temere. Diverso il discorso se hai un prestito a tasso variabile, agganciato al costo del denaro. «La tua rata potrebbe salire, ma probabilmente non prima di un anno. Quindi se hai acceso il prestito ormai diversi anni fa e te ne mancano più o meno cinque all’estinzione completa, puoi stare tranquillla. Verso fine mutuo, infatti, gran parte di ciò che versiamo alla banca è composto dalla cosiddetta “quota capitale”, cioè la restituzione della somma prestata, e solo in minima parte dagli interessi. Quindi, anche in caso di aumento dei tassi, questo inciderà davvero poco sulla rata».
Se hai acceso il mutuo da poco
Se lo hai acceso da poco ti conviene agire. «Comincia a valutare il passaggio al tasso fisso. Su un arco di tempo lungo è probabile che l’economia possa riscattarsi e questo porterà a un progressivo aumento dei tassi. È preferibile quindi cogliere adesso l’opportunità di un tasso fisso, che resterà ancora vantaggioso per qualche mese, parlando con la banca o chiedendo una surroga».
Se devi chiederlo adesso
«Punta direttamente al tasso fisso, specie se il mutuo è a 20 anni. Dopo questa fase di assestamento i mercati inizieranno una risalita, salvo altri scossoni che non ci auguriamo. Meglio allora fissare la rata».
Mutuo fisso o variabile?
Come scegliere il mutuo?
Per capirlo dobbiamo sapere che il tasso applicato dalla banca si compone di due parti: una quota fissa decisa dall’istituto, il cosiddetto spread, e una quota legata a un indice, diverso a seconda che il tasso sia fisso o variabile.
L’Euribor
È l’indice a cui si aggancia il tasso variabile. Da anni viaggia intorno allo zero: l’8 dicembre era a –0,57%, (–0,56% a inizio 2021). Quindi il mutuo a tasso variabile è fino a oggi il più conveniente. Secondo l’osservatorio di Facile.it, la migliore offerta del momento, su un mutuo a 25 anni di 126.000 euro, ha un tasso complessivo dello 0,75% con una rata di 457,44 euro al mese, che però varierà seguendo l’andamento dell’Euribor.
L’Eurirs
È l’indice di riferimento per il tasso fisso. Anche l’Eurirs sta tenendo valori bassissimi da anni, ma è leggermente salito negli ultimi tempi. Oggi il valore dell’Eurirs a 25 anni è di 0,32% (era -0,02 a inizio anno). L’offerta più conveniente, guardando all’esempio già citato, prevede un tasso complessivo dell’1% e una rata di 464,66 euro. Più alta, ma con la garanzia che resterà fissa per tutta la durata del prestito.