I beneficiari del reddito di cittadinanza dovranno impegnarsi a trovare un contratto. Ad aiutarli saranno 10.000 navigator, una nuova figura di orientatore assunta nei centri pubblici per l’impiego. Un’opportunità, e non l’unica, per chi vuole lavorare nell’orientamento. «Il settore negli ultimi anni è cresciuto» spiega Annie Pontrandolfo, presidente di Asnor, l’associazione nazionale degli orientatori.
«Perché sono aumentate le categorie più difficili da inserire come i neet (giovani che non studiano e non cercano impiego) e gli over 50. Non solo: sono nate nuove professioni difficili da inquadrare. L’orientatore mette ordine nel caos e aiuta le aziende che faticano a trovare candidati giusti». Al momento però la figura professionale del navigator non è regolata dalla legge: non esiste un albo né un percorso unico di formazione.
Dove firmi un contratto
Stanno per essere pubblicati i bandi per la ricerca dei navigator: 6 mila saranno assunti dall’Agenzia nazionale per le politiche attive del lavoro (bisogna monitorarne il sito ufficiale), gli altri dai centri per l’impiego. Chi supera il colloquio avrà un contratto di due anni e uno stipendio di 30.000 euro lordi l’anno. L’unico requisito è la laurea, ma esperienza e titoli faranno la differenza: si attendono 60.000 domande. I tempi? Con buona probabilità si arriverà all’estate per le selezioni e serviranno mesi per preparare il personale.
I requisiti da avere
L’offerta dal Governo, però, non è l’unica possibilità. Chi si specializza nel settore può lavorare anche in agenzie di recruiting, scuole e università. Può proporre progetti e percorsi a enti di formazione e associazioni. Come requisito base serve una laurea in Psicologia, Economia, Giurisprudenza, Sociologia, Scienze politiche o della formazione. Ma per avere più chance ci vogliono un master o un corso in Orientamento e consulenza che insegnano a destreggiarsi tra test psicoattitudinali e bilanci di competenze: lo offrono l’Università di Pavia e l’Asnor, accreditata dai ministeri di Istruzione e Sviluppo economico. La differenza la fa la persona. «Capire le esigenze dei candidati è fondamentale» dice l’esperta. «Spesso chi cerca un lavoro pensa di saper fare solo una cosa e invece nasconde attitudini che un buon orientatore sa valorizzare».