Niente più lunghe attese passate a sfogliare riviste e giornali: anche i parrucchieri riaprono, da lunedì 18 maggio, ma con modalità diverse rispetto al passato (oltre che a livello regionale), per adeguarsi alle norme anti-contagio. La prima riguarda l’accesso che sarà solo su appuntamento. In negozi e saloni si potrà entrare solo previa prenotazione e il trattamento dovrà seguire le linee guida di Inail e Istituto Superiore di Sanità: «Non si tratta di uno stravolgimento perché molti di noi lavoravano già su appuntamento. Le vere novità riguardano invece le pratiche quotidiane di sanificazione e l’uso di dispositivi anti-contagio, per lo più monouso. A ciò si aggiungeranno poi eventuali altre norme su base regionale» chiarisce Sandra Landoni, presidente nazionale delle estetiste di Confartigianato e presidente del settore estetica in Lombardia.
Solo su appuntamento
Addio alle “improvvisate”: l’accesso al negozio avverrà solo previo appuntamento telefonico o, per chi se ne doterà, tramite apposite App o via mail. Lo stesso criterio varrà per i centri estetici.
Un cliente alla volta per operatore
Nell’area reception, ai lavatesta e alle postazioni di taglio e messa in piega ci potrà essere un solo cliente alla volta per ogni operatore. «Si potrà arrivare a due solo per quei trattamenti che richiedono ad esempio un tempo di posa. Insomma, non è più consentita l’attesa nel negozio da parte della clientela» spiega Giuseppe Lacorte, presidente del settore Benessere di Confartigianato Lecco e della Lombardia, di cui fanno parte acconciatori e parrucchieri.
Il nastro adesivo segna il percorso
Se i centri estetici prevedono già l’accesso di una sola persona alla volta nelle cabine per il trattamento, dai parrucchieri ogni operatore avrà una postazione delimitata per lavorare e per i clienti saranno indicati percorsi da seguire con nastro adesivo sul pavimento, ad esempio per andare dal lavatesta alla poltrona per il taglio» spiega Lacorte.
Aperti anche domenica (e lunedì)
Le indicazioni dell’Inail e dell’ISS suggeriscono maggiore flessibilità negli orari sia a livello giornaliero che settimanale: via libera, dunque, all’apertura anche di domenica e di lunedì. «È una possibilità che viene lasciata ai singoli operatori, consentendo l’apertura dalle 8 alle 22, per favorire la turnazione in quei saloni che hanno più dipendenti, in modo da farli lavorare tutti e con distanziamento. Lo stesso vale per la possibilità di aprire 7 giorni su 7» dice Lacorte.
Mascherina, guanti e visiera
Oltre a indossare la mascherina e i guanti, come per accedere ai supermercati e in altri locali pubblici, a parrucchieri ed estetiste è stato suggerito l’uso di occhiali protettivi o visiera in plexiglas da usare durante i trattamenti che non consentono di rispettare la distanza di sicurezza di almeno 1 metro lineare come per il taglio dei capelli (o barba per gli uomini) o pulizia viso. «L’igiene nei centri estetici è sempre stata una priorità, ma ora lo sarà ancora di più. Si sterilizzeranno gli strumenti alla fine di ogni trattamento, così come si igienizzeranno gli spogliatoi dove le clienti appoggeranno i propri indumenti personali» spiega la presidente nazionale delle estetiste di Confartigianato.
Asciugamani e camici monouso
«Per chi non lo facesse già, si suggerisce l’uso di camici e asciugamani in telo di carta monouso, ma saranno consentiti anche quelli in tessuto lavabile a temperatura adeguata e con prodotti igienizzanti specifici» conferma Lacorte.
No alle riviste
Spariscono le riviste da sfogliare in attesa del proprio turno: «Non sarà più possibile attendere il proprio turno nelle apposite sale, sui divanetti leggendo i giornali, sia per limitare la permanenza nei locali della clientela sia per questioni igieniche» conferma Landoni.
Mensole vuote e borsa nel sacchetto
Le sovrascarpe non saranno obbligatorie come per gli operatori sanitari, mentre nei negozi di parrucchieri «Non si potrà più appoggiare nulla sulle mensole. La clientela dovrà riporre i propri oggetti personali (cellulare e portafogli se tenuti in mano, o borsetta) in sacchetti di plastica fino alla fine del servizio e all’uscita dal locale. Dalle mensole sparirà tutto, compreso i flaconi di lacca, ad esempio, che dovranno comunque essere puliti dopo ogni uso» dice il presidente lombardo del settore Benessere di Confartigianato.