C’è una buona notizia per chi sta facendo il conto alla rovescia per la pensione: finalmente è possibile cumulare gratuitamente tutti i contributi versati durante la propria vita lavorativa, anche se fatti a enti previdenziali diversi.
«È una novità che riguarda tutti i lavoratori che nel corso della loro carriera hanno, in periodi differenti, versato i contributi sia all’Inps sia a una cassa professionale. Esempi molto frequenti sono l’avvocato o l’architetto che hanno lavorato per un periodo come autonomi in uno studio e poi sono stati assunti da un’azienda o da un ente pubblico come dipendenti» spiega Fulvia Colombini del collegio di presidenza dell’Inca-Cgil. «Fino a ieri il cumulo si poteva ottenere solo a pagamento e i versamenti andavano persi se riguardavano periodi molto limitati. Con la Finanziaria del 2017 si è invece deciso di estendere a tutti questa possibilità, gratuitamente».
L’accordo tra Inps e casse professionali è stato siglato a metà maggio. L’esperta ci spiega le novità.
Chi può fare domanda
I lavoratori che hanno versato i contributi sia all’Inps (o all’ex Inpdap, per quelli del pubblico impiego) sia a una delle casse professionali aderenti all’Adepp (adepp.info). Sono 19 e comprendono – tra gli altri – la Cassa forense, la Cassa geometri e l’Inpgi, ente di previdenza dei giornalisti. Le contribuzioni verranno conteggiate sia nel calcolo dell’assegno sia ai fini dell’anzianità. Chi, per esempio, desidera andare in pensione anticipata (per le donne richiede 41 anni e 10 mesi di contributi) può sommare gli anni dell’Inps con quelli versati a un altro istituto.
A chi inviare la richiesta
All’ente di ultima iscrizione. Non occorrono documenti particolari perché le casse professionali condividono i dati degli iscritti con l’Inps tramite un sistema informatico.
Il consiglio
«Se hai avuto una vita professionale “movimentata”, un anno prima della pensione chiedi la consulenza di un patronato per fare una valutazione della tua posizione. Può essere utile per capire a che punto sei e sanare eventuali buchi contributivi» consiglia Colombini.
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