Cos’è la reversibilità?
Quando un pensionato (o una pensionata) muore, lo Stato continua a versare alla vedova (o al vedovo) una parte della pensione del defunto. Viene erogata anche a favore dei figli del pensionato se questi, al momento della morte dei genitori, erano minorenni, studenti universitari, inabili o comunque a carico dei genitori. In casi molto particolari vanno anche a favore dei nipoti. Si tratta quindi di una forma di sostegno sociale molto importante per i bilanci di tante famiglie, oltre ad un modo con cui lo Stato restituisce agli eredi i contributi comunque versati dal pensionato defunto quando ancora lavorava. Nel 2015 sono state erogate, secondo il Sole 24 Ore, 180.000 nuove pensioni di reversibilità e in media la reversibilità che arriva nelle case degli italiani si aggira intorno ai 650 euro al mese.
Tutto nasce dal reddito minimo
La Commissione Lavoro della Camera sta discutendo un disegno di legge sulla lotta alla povertà. La proposta di legge, che introduce fra le altre cose le prime misure di reddito minimo, in generale vuole riorganizzare tutti gli strumenti con cui lo Stato aiuta le persone più povere.
Diminuirà il numero di persone che vi avranno diritto
La legge però contiene anche modifiche alla pensione di reversibilità che stanno facendo molto discutere. Ivan Pedretti, segretario della Spi-Cgil, ha lanciato l’allarme sul suo blog personale: “Provo a spiegarlo con parole semplici, vista la complessità della materia: secondo questo disegno di legge le reversibilità vengono considerate prestazioni assistenziali e non più previdenziali. Che cosa significa e che cosa comporta tutto questo? Significa che l’accesso alla pensione di reversibilità d’ora in poi sarà legato all’Isee, per il quale conta il reddito familiare e non quello individuale. Di conseguenza il numero di coloro che vi avranno accesso inevitabilmente si ridurrà e saranno tante le persone che non si vedranno più garantito questo diritto.”
La pensione si calcolerà sull’Isee
In altre parole l’accesso alla reversibilità non sarà più automatico ma sarà vincolato all’Isee del vedovo o della vedova. Un furto, per il leader della Spi-Cgil: “La pensione di reversibilità infatti è una prestazione previdenziale a tutti gli effetti, legata a dei contributi effettivamente versati. Che in molti casi quindi sparirebbero nel nulla, o meglio, resterebbero nelle casse dello Stato. In parole povere una sorta di rapina legalizzata”.
Le donne saranno le più penalizzate
Secondo Pedretti una misura di questo genere penalizzerà moltissimo le donne. Le donne, infatti, vivendo più a lungo sono le principali a beneficiare della reversibilità. Reversibilità che consente loro di integrare pensioni che in media sono più basse di quelle dei loro mariti.
La replica del governo: i diritti acquisiti non is toccano
Il governo nega l’allarmismo del sindacato. “Se ci saranno interventi” – scrive Palazzo Chigi- “saranno solo per evitare sprechi e duplicazioni, non per fare cassa con una guerra fra poveri”. La misura, spiegano, varrà per il futuro e non per il presente.
Dunque chi già oggi percepisce una pensione di reversibilità non deve temere nulla.
I nuovi calcoli si faranno sulla situazione economica generale
In futuro invece le cose cambieranno e – se la legge sarà approvata – le reversibilità saranno effettivamente vincolate al reddito familiare. Le prestazioni non saranno più erogate automaticamente ma si terrà conto della situazione economica di chi rimane. Saranno vincolate alla “componente reddituale dell’Isee”, ovvero si guarderà se la vedova o il vedovo percepiscono già pensioni, stipendi, rendite o altro più o meno consistenti. Se avranno già una propria disponibilità economica, non avranno diritto alla reversibilità. Non si terrà conto invece dell’eventuale possesso di case o terreni.
La necessità di una riorganizzazione è chiesta da tempo dagli esperti, soprattutto per colpire alcuni abusi: come i casi di giovani donne che sposano uomini anziani anche per percepire la reversibilità dopo la loro morte.