La legge di Bilancio ha introdotto alcune agevolazioni per i neogenitori e rinnovato le misure che consentono di andare prima in pensione. Vediamole.
Arriva Quota 102
Salutato Quota 100, arriva Quota 102, misura sperimentale che resterà in vigore per il 2022. «Potrà lasciare il lavoro chi compie entro quest’anno 64 anni di età, con 38 anni di anzianità contributiva» spiega Remo Guerrini, direttore del Patronato Inas Cisl Lombardia. «È importante però ricordare anche che Quota 100 resta una possibilità per chi ha maturato i requisiti tra il 2019 e il 2021. Chi nel triennio ha raggiunto i 62 anni e 38 di contributi potrà ancora fare la richiesta»
L’Ape sociale si allarga
Anche l’Ape sociale è stata prorogata per un altro anno. «Fino al 31 dicembre disoccupati, disabili o caregiver potranno lasciare il lavoro a 63 anni con 30 anni di anzianità contributiva, 36 anni per chi fa lavori gravosi», dice Guerrini. La platea si è inoltre allargata ad altri lavoratori, tra cui insegnanti di scuola primaria e d’infanzia, magazzinieri, estetisti, artigiani, operai specializzati, agricoltori. Per gli edili e ceramisti, invece, basteranno 32 anni di contributi e 63 anni d’età.
Ultima chiamata per Opzione donna
Opzione donna è stata rinnovata. «Per tutto il 2022 le lavoratrici che nel 2021 hanno raggiunto 35 di anzianità contributiva e 58 anni d’età, 59 anni se autonome, potranno ancora lasciare il lavoro in anticipo» conclude l’esperto. Occhio però, l’assegno sarà calcolato interamente con il metodo contributivo, e potrebbe essere anche del 30% più basso.
Meno contributi quando c’è un bambino
Per le dipendenti del settore privato entra in vigore un’agevolazione. Solo per il 2022 è previsto, per le neomamme che hanno terminato il congedo obbligatorio, uno sconto del 50% sui contributi previdenziali a carico dei dipendenti. Si tratta dei contributi già sottratti in busta paga e che ammontano a circa il 9% della retribuzione lorda. Chi ha un lordo di 2.000 euro, per esempio, prenderà circa 90 euro in più, e il beneficio durerà per un anno.
Altra novità per le mamme. Da quest’anno le iscritte alla gestione separata Inps, imprenditrici agricole e professioniste iscritte ad altre casse, potranno richiedere tre mesi aggiuntivi di indennità di maternità, che si aggiungono ai cinque già previsti. Peccato che potrà usufruirne solo chi ha dichiarato nell’anno precedente, all’inizio della maternità, meno di 8.145 euro.