Il postino suona sempre due volte. Questo almeno era il titolo di un famoso film. Ma nella realtà non funziona così. Le associazioni dei consumatori lo avevano segnalato tempo e a molti sarà capitato di trovare un avviso di raccomandata nella cassetta delle lettere, pur senza essersi allontanati da casa e senza che il postino avesse suonato per avvertire della consegna. Una pratica scorretta che è emersa soprattutto durante il lockdown, quando i divieti di spostamento hanno obbligato a casa gli italiani. Eppure è successo – a quanto pare molto spesso – che i portalettere non suonassero al citofono per avvertire della necessità di firma per il ritiro di una raccomandata, limitandosi a lasciare l’avviso in cassetta. Ora è arriva la sanzione da parte dell’Antitrust, che ha multato per 5 milioni di euro Poste italiane. Si tratta dell’importo massimo previsto. Ecco perché.
Poste multate per comportamento scorretto
L’antitrust, a cui si erano rivolte le associazioni dei consumatori per segnalare le anomalie, ha ritenuto di multare Poste italiane per aver consegnato le raccomandate, tramite i portalettere, nei modi non previsti dalle norme. «Un comportamento che ha creato ancora più disagio durante il confinamento per la difficoltà a poter ritirare le comunicazioni, magari relative ad atti giudiziaria, nei tempi consentiti, dovendosi recare personalmente presso gli uffici postali» spiega Vincenzo Donvito, presidente dell’ADUC, l’Associazione per i Diritti degli Utenti e dei Consumatori. «Nonostante le nostre denunce le Poste finora non avevano dato disposizioni ai portalettere sulle procedure consentite e quelle invece vietate” aggiunge Donvito. Ora, però, è arrivata la sanzione. Ma come deve avvenire la consegna di raccomandate e pacchi?
Il postino deve suonare sempre
«Il postino o portalettere è sempre tenuto a suonare. Solo nel caso in cui non riceve risposta, allora lascia in cassetta l’avviso che riporta le modalità di ritiro della raccomandata (o del pacco) negli uffici postali preposti e negli orari consentiti», spiega Donvito, che chiarisce, «Solo durante il periodo di confinamento erano state ammesse alcune deroghe, in particolare era consentito suonare il citofono avvertendo che avrebbe lasciato la raccomandata in cassetta, firmando al posto del destinatario, per evitare contatti ravvicinati. Lo stesso valeva per la consegna dei pacchi».
La consegna può avvenire alla porta?
«Il personale delle Poste non è tenuto a consegnare raccomandate, pacchi o altre comunicazioni direttamente alla porta. Spesso ciò avviene ugualmente, ma si tratta di una gentilezza da parte del portalettere, che spesso conosce i destinatari e, soprattutto nel caso di persone anziane o di dipendenti di uffici, si presta a portare le lettere direttamente ingresso dell’appartamento o dell’ufficio stesso» chiarisce il presidente di ADUC.
Cosa succede se il destinatario è un disabile?
«Purtroppo non sono ammesse eccezioni nel caso in cui chi deve ritirare la raccomandata o il pacco sia una persona con disabilità. Il portalettere segue la medesima procedura: suona e, nell’impossibilità di ritiro, lascia un avviso nella cassetta. Non ha l’obbligo di consegnare nulla alla porta, neppure in presenza di comprovata disabilità, anche se nella quotidianità può capire che si presti ugualmente a entrare nel condominio, magari salendo scale o ascensore, per lasciare il pacco o la posta direttamente sull’uscio di casa. Lo stesso a volte accade per i pacchi lasciati al cancello, avvertendo, ma non è un obbligo del postino» dice Donvito.
Per i corrieri valgono norme differenti?
«No, le procedure sono identiche, anche se purtroppo capita che proprio i corrieri – che generalmente hanno molta fretta – lascino i pacchi senza avvertire. Ciò avviene soprattutto in quegli stabili dove esistono studi professionali con il il citofono che apre automaticamente il portone. Ma non si potrebbe fare e in quel caso significa che è stata messa una firma falsa di avvenuta ricezione del pacco» conclude l’esperto.