Sì alle bollette, al cibo, alle rate dell’affitto. No ai gratta e vinci, a gioielli, armi. Un decreto interministeriale pubblicato a fine giugno sulla Gazzetta ufficiale, dopo il nulla osta della Corte dei conti, mette formalmente nero su bianco che cosa non si può comprare con la Carta elettronica di pagamento rilasciata dalle Poste, lo strumento che dà concretezza al Reddito (e alla Pensione) di cittadinanza. Lo stesso provvedimento elenca per macro categorie ciò che invece non può essere pagato con il sussidio, canonizzando le indicazioni diffuse nei mesi scorsi.
Reddito di cittadinanza: la white list e i prelievi
Il contributo economico può essere utilizzato per esigenze essenziali per la vita quotidiana e dunque per generi alimentari, capi di abbigliamento, farmaci, beni e servizi esclusi dalla black list (vedi sotto) e bollette della luce e del gas (con la possibile applicazione del bonus previsto per gli utenti in condizioni economiche precarie). La card, attraverso bonifici Sepa/Postagiro da fare negli uffici postali, consente di saldare l’affitto mensile per la casa o di versare le rate del mutuo contratto per l’acquisto dell’abitazione. Le spese condominiali restano fuori.
È confermata la possibilità di prelevare contanti, ma con un limite di 100 euro a persona (moltiplicato per la scala di equivalenza, in relazione al numero di componenti della famiglia e alla tipologia). E per ogni operazione agli sportelli automatici, si conferma, c’è una commissione: 1 euro i terminali delle Poste, 1,75 per i bancomat degli istituti di credito.
Ecco la black list
Tassativamente è vietato servirsi dalla Carta elettronica, e del “tesoretto” accreditato, per pagare: giochi d’azzardo tradizionali e online, videopoker e simili, gratta e vinci (detto in burocratese: giochi che prevedono vincite in denaro o altre utilità), acquisto, noleggio e leasing di navi e imbarcazioni da diporto, nonché servizi portuali (ad esempio l’affitto di un posto barca); armi; prodotti da porno shop e abbonamenti a canali porno (materiale pornografico e beni e servizi per adulti; servizi finanziari e creditizi; servizi di trasferimento di denaro; assicurazioni; articoli di gioielleria; articoli di pellicceria; acquisti presso gallerie d’arte e affini; acquisti in club privati.
Qualche esempio concreto
In base ad altre indicazioni via via arrivate, stando agli esperti del sito giuridico leggioggi.it, al bando ci sono i vestiti griffati e superflui. “Con la Carta di cittadinanza – scende in concreto Paolo Ballanti, collaboratore del portale – si possono pagare capi di abbigliamento quando per il valore e il marchio dei prodotti scelti si rientra nel concetto di ‘bene di prima necessità’. Per gli elettrodomestici il via libera è per quelli legati ad esigenze fondamentali delle vita quotidiana, come asciugacapelli, caloriferi elettrici, forni a micro-onde. È sconsigliato l’acquisto di televisori giganti o ipertecnologici, decoder, impianti stereo. Per quanto riguarda le spese per la casa – continua l’esperto – si intendono compresi i piccoli interventi di riparazione e manutenzione, cioè i lavori di elettricisti e idraulici. Per le macchine, quelle ammesse, rientra il pagamento del bollo”.
Limitazioni e disabilitazioni
Il contributo statale, viene specificato esplicitamente dal decreto, non è spendibile all’estero e neppure per lo shopping online o per il direct marketing (televendite in primis). L’utilizzo della Carta, in generale, è precluso “in esercizi prevalentemente o significativamente adibiti alla vendita dei beni e servizi proibiti” . “Ad esempi – ecco un caso ipotetico – non è ammesso l’acquisto di un profumo costoso in un atelier di pellicce. Non è cioè lecito aggirare gli ostacoli”.
Per evitare tentazioni e abusi saranno individuati i codici della categorie merceologiche per le quali verranno poi disabilitate la Carte, nei negozi che propongono prodotti vietati. “Le spese al di fuori del perimetro disegnato dal decreto – precisa sempre Paolo Ballanti – potrebbero portare ad approfondimenti mirati e alla revoca del Reddito di cittadinanza”.
Ok alle bollette scontate
Ai beneficiari della Carta, come detto, possono essere estesi gli sconti relativi alle tariffe elettriche e quelle riguardanti la compensazione per la fornitura di gas naturale, quelli riconosciuti alle famiglie economicamente svantaggiate. Il RdC, inoltre, non preclude altre forme di aiuto: può essere integrato con agevolazioni per il trasporto, la casa, l’istruzione e la salute. Inoltre è compatibile con la Naspi, l’indennità di disoccupazione.
Vietata l’accumulazione
La somma messa a disposizione non può essere accantonata e accumulata per future esigenze. Va spesa entro il mese successivo a quello di erogazione, altrimenti si rischia di perderne una parte. L’importo non usato o non prelevato viene sottratto dalla mensilità successiva, fino a un massimo del 20 per cento. L’eventuale giacenza di denaro non consumato è azzerata dopo sei mesi, ad eccezione di una mensilità. Il tutto, però, scatterà solo dopo l’entrata in vigore di un decreto attuativo ad hoc.
Allargata la platea dei beneficiari del Reddito di cittadinanza
Un altro recentissimo provvedimento legislativo, il decreto Crescita, ha reso più flessibile l’Isee necessario per avere Reddito o Pensione di cittadinanza. Le nuove misure prevedono requisiti meno rigidi e allargheranno la platea dei beneficiari. Dal ministero del Lavoro garantiscono: “Si risolvono i problemi per i richiedenti il Reddito di cittadinanza che avevano lavorato nel 2017 cui, di fatto, era precluso l’accesso al beneficio. Se, per richiedere il Reddito di cittadinanza si doveva fare riferimento all’Isee dell’anno precedente – parametro ora superato – chi aveva appena perso il lavoro non rientrava nei requisiti necessari. La valutazione delle domande sulla base del reddito corrente, al contrario, consentirà di fruire del contributo pure ai disoccupati in situazioni particolari, dunque anche se percettori di sussidio o senza lavoro da oltre 18 mesi”.
Info e istruzioni per l’uso
Le istruzioni per l’uso, aggiornate, si trovano nelle pagine web redditodicittadinanza.gov.it. Il decreto interministeriale sulle spese ammesse e sulle spese vietate è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 26 giugno 2019.