L’Inps ha avvisato tutti gli interessati, spedendo quasi 520mlla tra sms e messaggi di posta elettronica (per la precisione 519.586). Ma c’è il rischio che per molti la comunicazione sia passata inosservata. I percettori di reddito o pensione di cittadinanza, quelli che avevano presentato la domanda prima del 2 aprile, devono mandare una integrazione alla richiesta. In caso contrario, avverte l’Istituto di previdenza, rischiano di vedersi sospendere il contributo. Per provvedere, e scongiurare così il congelamento dell’aiuto economico, bisogna collegarsi al link https://serviziweb2.inps.it/RedditoCittadinanza/autocertificazione.
L’integrazione delle vecchie domande è richiesta perché una disposizione di legge ha modificato il modello utilizzato nella prima fase (prima del 2 aprile 2019), cosa che implica l’obbligo di comunicare alcune informazioni aggiuntive. Il periodo di tolleranza previsto, sei mesi, sta per scadere. Non c’è più molto tempo a disposizione. Quanto prima, è il succo, occorre allineare alle nuove direttive il contenuto delle dichiarazioni meno recenti.
“I nuclei familiari interessati – spiega l’Inps – potranno integrare le dichiarazioni di responsabilità presentate in domanda (e prendere atto delle informative aggiornate) collegandosi al link sopra riportato, per il quale non è richiesto il Pin e che è anche indicato nel messaggio loro inviato. La connessione con la pagina rimarrà sempre attiva. Solo per le domande aggiornate fino al 21 ottobre – altra informazione basilare -sarà possibile l’elaborazione in tempi utili della liquidazione della rata di Rdc/Pdc che spetta per il mese di ottobre. Per chi effettuerà l’aggiornamento dopo il 21 ottobre – ecco le conseguenze – la prestazione resterà sospesa sino all’acquisizione della dichiarazione integrativa” .