In attesa che diventi realtà il Reddito di cittadinanza – uno dei cavalli di battaglia del Movimento cinque stelle – resta in vigore il Reddito di inclusione varato nella precedente legislatura, con importanti aggiustamenti. Dando corso all’ultima legge di Bilancio – ecco la novità più rilevante – si amplia la platea dei potenziai beneficiari della misura di sostegno. E sale un poco la cifra erogata alle famiglie più numerose. Per richiedere il Rei, in sintesi, non si tiene più conto della composizione del nucleo familiare. Agli interessati – compresi i single e persone e coppie senza figli o con figli maggiorenni – basta dimostrare di avere un reddito molto basso. Vengono dunque a cadere i requisiti familiari previsti inizialmente, cioè la presenza di un minorenne, di una persona con disabilità, di una donna incinta, di un disoccupato ultra 55enne.
Nel portale Inps i modelli e le istruzioni
Dal primo giugno sono disponibili online, sul portale dell’Inps, i nuovi moduli cartacei per la presentazione della domanda, corredati da istruzioni e informazioni. Possono inoltrare la richiesta di Rei tutti coloro che hanno – congiuntamente – un Isee fino a 6mila euro, un Isee fino a 3mila euro, un valore del patrimonio immobiliare (diverso dalla casa di abitazione) inferiore a 20mila euro, un valore del patrimonio mobiliare (conti correnti, depositi ecc…) non superiore a 6 mila euro (che diventano 8 mila per i nuclei di due persone e 10mila euro per quelli di tre o più persone).
Ecco le cause di esclusione
Per accedere al Rei inoltre, occorre che ogni componente della famiglia non percepisca già prestazioni di assicurazione sociale per l’impiego (Naspi) o altri ammortizzatori sociali di sostegno al reddito in caso di disoccupazione involontaria, non possieda auto o moto immatricolate per la prima volta nei 24 mesi precedenti (ad eccezione dei veicoli per disabili) e non abbia navi o imbarcazioni da diporto.
La procedura non è cambiata
La procedura non è cambiata. L’interessato deve consegnare la domanda e la documentazione richiesta al comune di residenza. Gli impiegati, fatta una verifica di massima, entro 15 giorni inoltrano la pratica all’Inps. Nei cinque giorni successivi l’Istituto controlla la correttezza del tutto e, se non ci sono problemi, autorizza Poste italiane ad erogare la somma prevista e ad emettere la carta Rei con l’accredito.
Aumenta il contributo per le famiglie numerose
Sulle cifre qualche ritocco c’è, per le famiglie più numerose. L’importo riconosciuto mensilmente ai nuclei familiari composti da cinque membri sale da 485,41 a 534 euro (a partire dal primo luglio 2018). Restano invariati, invece, i sussidi stabiliti nei casi in cui i componenti vanno da uno a quattro (da 185,5 euro per i single a 461,25 euro per i nuclei di 4 persone). Alle famiglie con sei componenti e più sono assegnati 539,82 euro, sempre al mese.
Le altre condizioni per accedere alla misura
L’erogazione del sussidio non è incondizionata. Per poter avere il contributo economico – uno dei due perni del Rei – bisogna aderire a un progetto personalizzato di inclusione sociale e lavorativa, predisposto dai servizi sociali del comune di appartenenza. Questo piano – il secondo perno del sistema – coinvolge l’intero nucleo familiare, chiamato a rispettare gli impegni indicati dagli operatori. Qualora i beneficiari del Rei non si attengano al programma, l’importo versato sulla social card verrà decurtato e si potrà arrivare anche fino alla totale decadenza del contributo. Il beneficio è concesso per un periodo massimo di 18 mesi, trascorsi i quali non può essere rinnovato se non sono trascorsi almeno 6 mesi.
Riesaminate le domande respinte
Le domande presentate prima del 31 maggio 2018 e respinte per la sola mancanza dei requisiti familiari, quelli ora aboliti, saranno riesaminate dall’Inps a partire da luglio 2018 (verranno ricontrollati solo i redditi).
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