Con l’anno nuovo arriva per gli italiani il primo “regalo” della legge di bilancio (o finanziaria): otto miliardi di tasse in meno da pagare per dipendenti, lavoratori autonomi e pensionati. Entra infatti in vigore la riforma dell’Irpef, l’imposta sul reddito per le persone fisiche, e i primi ad accorgersene saranno i dipendenti: «Salvo rinvii dell’ultima ora, gli effetti li vedremo già nella busta paga di gennaio» spiega Giuseppe Buscema, esperto della Fondazioni studi consulenti del lavoro. «Gli scaglioni di reddito su cui viene modulata l’imposta scendono da 5 a 4, con un taglio delle aliquote».
Questo in pratica significa che da gennaio, chi ha redditi annui lordi fino a 15.000 euro paga un’Irpef del 23%, la quota sale al 25% se la fascia di reddito è tra 15.000 e 28.000 euro, al 35% tra 28.000 e 50.000 e al 43% per i redditi superiori.
Guadagni fino a 700 euro l’anno
Quanto risparmieremo quindi? Secondo l’Ufficio parlamentare di Bilancio i dirigenti vedranno aumentare in media le loro entrate di 368 euro all’anno, gli impiegati di 266, gli operai di 162. «Non ci possiamo aspettare grandissimi vantaggi, fatta eccezione per chi ha redditi tra i 42.000 e 50.000 euro, che risparmieranno circa 700 euro all’anno» conferma Buscema. «Questa era però la fascia che fino a ieri pagava più tasse rispetto allo scaglione inferiore. Ora il dislivello è stato smussato».
Cosa succede a chi ha redditi bassi
Chi è sotto i 15.000 euro non avrà grandi sorprese, ma qualcosa guadagnerà. «Anche se per loro l’aliquota resta com’era, al 23%, troveranno una busta paga leggermente più ricca, per due ragioni. Da una parte, chi è in questa fascia continuerà a ricevere il bonus Renzi, dall’altra, avranno maggiori detrazioni da lavoro dipendente» dice l’esperto. E chi è nello scaglione tra i 15.000 e i 28.000 euro? «Perderanno il bonus, ma recupereranno dalle detrazioni. Stando alle simulazioni, un dipendente con 20.000 euro di reddito guadagnerà al netto una media di 203 euro all’anno».
Cosa succede agli autonomi
Per quanto riguarda i lavoratori autonomi i benefici saranno molto ridotti, perché non possono godere delle detrazioni riservate ai dipendenti, e di conseguenza continueranno a pagare più tasse. Per rimediare, il governo ha tagliato per loro l’Irap. Significa, a conti fatti, uno sconto di circa il 3,9%, con differenze tra Regione e Regione.