Riscattare la laurea per avvicinare il giorno della pensione oggi è più semplice. L’Inps ha riprogettato il servizio per la presentazione telematica delle richieste e consente di effettuare una simulazione per capire quanto costa e quali sono gli effetti. È sufficiente allegare alla domanda il certificato di laurea (o un’autocertificazione) e una copia del proprio documento d’identità. Claudio Piersanti, responsabile area previdenza del patronato Acli, ci aiuta a capire come funziona il riscatto e a chi conviene.
Quanto costa
«Devi mettere in conto una spesa di diverse migliaia di euro» dice l’esperto. «Il conteggio viene fatto sulla base di alcune variabili tra cui la retribuzione che il richiedente percepisce al momento della domanda, ma anche il periodo in cui sono collocati gli anni da riscattare». In generale, si può dire che più si è giovani, meno si paga: per ogni anno di laurea si parte da un minimo di 5.000 euro e si arriva anche a triplicare la cifra. «La somma può essere rateizzata in 10 anni senza interessi e i pagamenti possono essere interrotti; in questo caso, il beneficio sarà ricalcolato sulla base di quanto effettivamente versato». Ai neolaureati che non hanno ancora un’occupazione, inoltre, la legge consente di pagare una somma forfettaria di circa 5.000 euro per ogni anno da riscattare.
A chi conviene
«Lo consigliamo a quei lavoratori a cui mancano pochi anni di contributi per raggiungere i requisiti per la pensione di vecchiaia» dice Piersanti. «Ai giovani, invece, conviene fare una valutazione più attenta tra costi e benefici». I giovani, inoltre, possono valutare se utilizzare la possibilità del riscatto low cost.
Per chiarire i dubbi
È utile recarsi in un patronato ed effettuare delle simulazioni o, se si possiede il Pin dell’Inps, utilizzare il servizio telematico (inps.it – prestazioni e servizi). «Prenditi tempo, una volta inviata la domanda e ottenuto l’ok dell’Inps, non sarai obbligato a procedere al riscatto».