Quanto costa riscattare la laurea ai fini della pensione? In che modo ci si può fare un’idea? E quale delle opzioni disponibili (riscatto ordinario, riscatto agevolato) è la più conveniente?
L’Inps mette a disposizione un simulatore online per consentire di fare previsioni individualizzate e calcoli orientativi calibrati sulle singole posizioni. Lo strumento, già previsto per gli iscritti alla Gestione privata intenzionati a riscattare un periodo di studi collocato interamente nel sistema contributivo, da qualche giorno è utilizzabile anche dagli iscritti alle casse della Gestione pubblica dell’Istituto.
Per chi aderisce al Fondo pensioni lavoratori dipendenti e alle Gestioni speciali artigiani, commercianti, coltivatori diretti e coloni mezzadri, altra recentissima novità, la possibilità di abbozzare un “preventivo” è stata estesa ai periodi collocati nei sistemi retributivo e misto.
Dove e come trovare il simulatore
Il simulatore si apre sul sito istituzionale, www.inps.it, seguendo questo percorso: “Prestazioni e servizi”, “Tutti i servizi” , “Riscatto laurea” e “ Simulazione calcolo”. Il sistema, viene spiegato nelle istruzioni per l’uso, “ consente di effettuare il calcolo dell’onere del riscatto, cioè la somma da versare, sulla base dei dati immessi e con riferimento all’anno in corso”. Con una avvertenza: “L’importo che risulta ha una pura valenza orientativa e potrebbe discostarsi da quello effettivo, che sarà comunicato se e quando verrò formalizzata la richiesta di riscatto”. Le cifre da pagare, si ricorda, sono determinate dalle norme “che disciplinano la liquidazione della pensione con il sistema retributivo o con quello contributivo, tenuto conto della collocazione temporale dei periodi oggetto di riscatto”.
Dati necessari per fare i calcoli
Una volta scelta la gestione previdenziale nella quale si intende simulare il calcolo, indicazione obbligatoria e necessaria per arrivare al risultato finale, la persona interessata deve inserire nel form online l’anno di iscrizione all’Università, il numero di rate in cui frazionare il pagamento, il periodo o i periodi da riscattare “dal…al…” relativi allo stesso anno solare.
In riferimento alle gestioni per cui è possibile effettuare la simulazione nel solo sistema contributivo – ad esempio Fondi speciali e Gestione pubblica … – la procedura richiede di dichiarare e annotare anche la retribuzione degli ultimi 12 mesi.
Le cose si complicano per chi ha una situazione mista. Se il contribuente seleziona un fondo per il quale ad oggi è possibile fare la simulazione solo nel sistema contributivo, e riporta uno o più periodi collocati invece nel sistema retributivo, non si può procedere per via telematica. Appare un messaggio di “alert” , non si passa oltre. E bisogna rivolgersi a un ufficio territoriale tradizionale dove richiedere il “preventivo”. Si deve ripiegare sugli operatori pure quando la simulazione non riesce ad andare a buon fine perché si verificano errori nella elaborazione dei dati.
Che cosa si può riscattare
Il riscatto può riguardare l’intera durata degli studi regolari o singoli periodi. Dal 12 luglio 1997 è possibile riscattare due o più corsi di laurea, anche per i titoli conseguiti prima di quella data. Sono presi in considerazione i diplomi universitari (i cui corsi non siano stati di durata inferiore a due e superiore a tre anni); i diplomi di laurea (i cui corsi non siano stati di durata inferiore a quattro e superiore a sei anni); i diplomi di specializzazioni post laurea di almeno due anni; i dottorati regolati da specifiche disposizioni di legge; i titoli accademici introdotti dal decreto 509 del 3 novembre 1999 509, cioè la Laurea (L) conseguita al termine di un corso di durata triennale e la Laurea specialistica (LS).
Per quanto riguarda i diplomi rilasciati dagli Istituti di alta formazione artistica e musicale (ad esempio accademie d’arte, accademie di teatro e conservatori), possono essere riscattati i nuovi corsi che sono stati attivati dall’anno accademico 2005/2006 e che portano al conseguimento di un diploma accademico di primo livello oppure di un diploma accademico di secondo livello, un diploma di specializzazione o un diploma accademico di formazione alla ricerca, equiparato al dottorato di ricerca universitario.
Che cosa non si può riscattare
Non possono essere conteggiati né gli anni fuori corso, né i periodi in cui siano stati versati contributi obbligatori (quindi in cui si sia lavorato con un contratto stabile) o figurativi o quando il riscatto sia stato effettuato con altri regimi previdenziali (ad esempio Assicurazione generale obbligatoria per l’invalidità, la vecchiaia e i superstiti).
I titoli universitari conseguiti all’estero sono computabili se risultano riconosciuti da università italiane o, comunque, hanno valore legale in Italia. Per tutti gli ammessi al ripescaggio contributivo del periodo di studi vale la stessa regola, da tenere presente nei calcoli: la spesa è detraibile dalle tasse, al 19 per cento, da chi sostiene la spesa (genitori compresi, se pagano per i figli).
Il riscatto di laurea per gli inoccupati
Anche le persone inoccupate (i non iscritti ad alcuna forma obbligatoria che non abbiano ancora iniziato attività lavorativa, né in Italia né all’estero) hanno la facoltà di richiedere il riscatto della laurea, pagando gli oneri previsti. “In questo caso – spiegano gli esperti del sito Fiscoetasse – il costo è fissato ogni anno sulla base del minimo contributivo richiesto agli iscritti alla Gestione separata artigiani e commercianti Inps, moltiplicato per il 33 per cento. Per il 2018 era pari a 5.184,3 euro, per il 2019 ammonta a 5240 euro circa”.