Quest’anno, in quasi tutte le regioni italiane, i saldi estivi sono rimandati di un mese: non più il primo sabato di luglio ma il primo agosto, come annunciato lo scorso maggio dal presidente della Conferenza delle Regioni Stefano Boniccini a seguito dell’emergenza Covid-19. Fanno eccezione Calabria e Sicilia, che hanno avviato gli sconti già a partire dal primo luglio, e la Campania, con il presidente Vincenzo De Luca che ha ritenuto di partire prima «per dare un po’ di respiro al commercio». I saldi inizieranno il 25 luglio, invece, in Piemonte e in Lombardia, mentre nei prossimi giorni anche il Friuli-Venezia Giulia potrebbe anticipare di qualche giorno la sua stagione delle promozioni.
Il settore dell’abbigliamento ha risentito moltissimo dell’emergenza coronavirus
A maggio, il presidente di Federazione moda Italia-Confcommercio Renato Borghi aveva definito la decisione di rimandare i saldi al primo di agosto «una scelta responsabile, nell’interesse del mantenimento della data unica nazionale, che premia la volontà espressa a larga maggioranza dalle aziende rappresentate e i nostri sforzi atti a promuovere l’indirizzo più sentito». Come segnala Pambianco, delle 4mila imprese di tutta Italia interpellate dall’organizzazione di rappresentanza, il 94 per cento si era detto contrario alla data prevista del 4 luglio per l’avvio dei saldi estivi.
D’altra parte, l’emergenza causata dal coronavirus ha messo duramente alla prova la filiera tessile-moda italiana, bloccando sia le attività di produzione che quelle dei negozi, che restano per la maggior parte con le saracinesche abbassate. Secondo un’indagine dall’associazione di categoria Sistema Moda Italia, infatti, in questi mesi le aziende del settore hanno già perso più di 3 miliardi e mezzo di euro, «un dato che potrebbe triplicare se si considera l’anno»: il 2020 potrebbe chiudersi con una perdita di circa 9 miliardi di euro sul fatturato e sugli ordini.
Fare previsioni è difficile, ma in quarantena gli italiani hanno riscoperto gli acquisti online…
Sarà successo anche a te, in questi mesi di quarantena e negozi chiusi, di sperimentare con gli acquisti online. E in effetti un aumento dello shopping digitale c’è stato, stando ai dati presentati al Netcomm Forum Live, principale fiera dell’e-commerce organizzata dal Consorzio del Commercio Digitale Italiano, riportati da Sky Tg24. Dall’inizio del 2020 ad oggi, sono 2 milioni i consumatori che hanno scelto di comprare online in Italia, a fronte dei 700mila registrati nello stesso periodo dello scorso anno. Tra i settori che sono cresciuti di più in questi mesi figurano la cura degli animali domestici (+154 per cento), i cibi freschi e confezionati (+130 per cento), i prodotti per la cura della casa (+126 per cento) e della persona (+93 per cento).
È probabile, perciò, che anche per i saldi estivi in molti preferiscano acquistare online, avvalendosi di un servizio che, superate le prime fasi di dissesto dovute alle difficoltà logistiche, sta lentamente ritornando alla consueta efficienza. Se durante il lockdown la principale preoccupazione era la spesa online, quest’estate potremmo ritrovarci ad approfittare dei saldi sull’abbigliamento, sull’elettronica o sull’arredamento. D’altra parte i saldi sono ormai sempre più “spalmati” nel corso dell’anno e anche durante la quarantena sono stati molti i marchi che hanno offerto promozioni di metà stagione, già praticati abitualmente dai rivenditori online e tornati utili in un momento in cui i tradizionali canali di vendita erano (e per la maggior parte sono ancora adesso) bloccati.
… e hanno premiato i negozietti di quartiere “smart”
Non solo grandi marchi, però. La quarantena ha premiato anche i piccoli esercizi, in particolare le attività che hanno saputo sfruttare il canale dell’e-commerce per rendere disponibili i loro prodotti quando la grande distribuzione era andata in tilt e i negozi erano chiusi. Secondo la ricerca di Netcomm, infatti, «il commercio elettronico di carattere locale è stato in molti casi vincente, riuscendo a collegare il piccolo negoziante con il cliente abituale anche in centri che fino a poche settimane fa non avrebbero immaginato di poterne beneficiare. Un modello, definito del “proximity commerce”, che permette l’integrazione tra i grandi operatori del commercio elettronico e i piccoli negozianti che – certo non a costo zero – possono usufruire di piattaforme di logistica e di delivery». Una buona abitudine che in molti potrebbero mantenere durante la prossima stagione dei saldi.