Dal 1° luglio nei supermercati e nei megastore è arrivato il nuovo scontrino elettronico. È quasi identico a quello vecchio, fatta eccezione per la dicitura “Documento non fiscale” che compare in basso. Ma anche se l’aspetto non cambia, quel fogliettino è protagonista di una grande rivoluzione che consentirà all’Erario di combattere meglio l’evasione fiscale.
Cosa cambia per il fisco con lo scontrino elettronico
«Ora sarà più facile per l’Agenzia delle Entrate tenere d’occhio i movimenti dei commercianti perché tutto sarà tracciato. A fine giornata, o comunque entro 12 giorni, i negozi sono obbligati a trasmettere il rendiconto degli incassi all’Agenzia, che potrà incrociare questi dati con quelli della merce acquistata, già inseriti tramite il sistema di fatturazione elettronica. Eventuali incongruenze verranno subito a galla» spiega Vincenzo De Luca, responsabile fiscale di Confcommercio. Con gli scontrini elettronici lo Stato conta di recuperare 2 miliardi di tasse evase.
Cosa cambia per chi compra
«Il nuovo scontrino non ha valore fiscale, ma attesta l’avvenuto acquisto: è quindi il documento che consente il cambio della merce e ha valore legale per la garanzia. Va conservato e presentato in caso di problemi». Se è di carta termica, meglio fotocopiarlo prima che si sbiadisca. Chi lo riceve però non è tenuto a conservarlo all’uscita del negozio per evitare possibili multe della Guardia di Finanza, come succedeva con il vecchio. Inoltre, chi preferisce, può chiedere che il documento gli venga inviato via mail: il commerciante può effettuare l’operazione in tempo reale, con il registratore di cassa.
Scontrino elettronico: ecco chi è coinvolto
Al momento solo gli esercizi con un fatturato superiore a 400.000 euro sono tenuti a rilasciare il nuovo scontrino, dal 1° gennaio 2020 l’obbligo riguarderà tutti i commercianti, anche i piccoli negozi. Ma non, per esempio, chi vende frutta e verdura sulle bancarelle. «Dall’obbligo resteranno esclusi gli ambulanti e anche tassisti, tabaccai, edicolanti, società di trasporto pubblico e tutti coloro che già oggi non sono tenuti a emettere il documento fiscale» chiarisce l’esperto.
Se il commerciante non è pronto
I problemi, però, non mancano: per emettere il nuovo scontrino gli esercenti devono avere un particolare registratore di cassa. «Purtroppo c’è ancora chi sta aspettando che gli venga consegnato l’apparecchio» spiega De Luca. «Per dare il tempo a tutti di allinearsi, il governo ha introdotto una moratoria di 6 mesi. Siamo in attesa di una circolare dell’Agenzia delle Entrate che chiarisca come muoversi se la macchina non c’è o non va». Per i clienti, in ogni caso, non c’è problema: anche chi dovesse ritrovarsi con un vecchio scontrino fiscale non rischia nulla.