Sono servizi extra, offerti dagli operatori telefonici, ma il problema è che spesso non sono indicati in modo chiaro, col risultato che si finisce per pagarli senza esserne consapevoli o senza aver dato il proprio assenso. Gli addebiti avvengono in modo automatico, anche a quote da 5/6 euro per ciascun servizio, che si tratti di oroscopi, giochi, video, informazioni meteo, ecc. Ma non solo bloccarli è possibile: Tim, sulla scia di pressioni dell’Agcom, ha deciso di cambiare le regole, per porre fine ai cosiddetti Vas. Ecco cosa sono, come disattivare i servizi extra ed evitare vere e proprie truffe.
Stop alle truffe Vas
Sono state ribattezzate così le offerte di servizi extra (“Vas” sta per “servizi a valore aggiunto”), a pagamento da parte di provider terzi alle compagnie telefoniche, che però si attivano insieme alle Sim acquistate dagli stessi gestori.
Il problema non sta tanto nell’importo che viene addebitato, ma nella mancanza di consapevolezza e volontà dell’utente nel richiedere tale servizio. Come ricorda l’Unione dei consumatori, «capita sempre più spesso di navigare con il proprio smartphone e di ricevere – pochi secondi dopo aver effettuato un clic – un sms che ci informa dell’avvenuta attivazione di un servizio a pagamento non richiesto» che si attiva «autonomamente senza che l’utente abbia fatto alcuna operazione», salvo rendersi conto al momento dell’emissione della fattura.
Tim, cosa cambia da novembre
L’Agcom, l’autorità per le comunicazioni, è intervenuta più volte, l’ultima lo scorso agosto, esortando gli operatori telefonici a intervenire. Tim ha appena annunciato che introdurrà «entro novembre 2020 un blocco di default su tutte le nuove Sim per la fornitura dei servizi Vas di provider terzi (ad esclusione dei servizi bancari e di quelli per il mobile ticketing, per il trasporto pubblico, per i parcheggi ed il voting)». Sempre tra poche settimane entrerà in vigore un nuovo sistema che richiederà ben tre consensi da parte dell’utente all’installazione dei servizi extra: sarà richiesto di digitare il proprio numero telefonico, di inserire sul sito Tim un codice ricevuto via sms e di digitare sul pulsante di Conferma o Abbonati, rispettivamente per disattivare servizi extra o accettarli.
Fino al 31 dicembre, infine, sarà promossa una specifica
campagna informativa.
Barring sms: come disattivare gli extra
Come fare se si ha un altro gestore? Il sistema più veloce e diffuso è di richiedere all’operatore il cosiddetto Barring sms, che permette di bloccare tutti gli sms a pagamento che iniziano con la decina 4X (come 43, 44, 45, 46, 47, 48), utilizzati soprattutto per ricette, oroscopi e informazioni analoghe. Le associazioni dei consumatori, però, consigliano di chiedere la disattivazione dei servizi extra a pagamento al momento stesso dell’attivazione di una Sim o nuovo abbonamento, oltre al blocco di altri servizi aggiuntivi che potrebbero entrare in funzione in un secondo momento. Ma come fare a conoscere quali servizi sono attivi?
Il numero gratuito dedicato
Spesso i servizi Vas sono sconosciuti agli stessi utenti ai quali sono addebitati i costi, sia che siano one shot (in un’unica soluzione) sia che siano in abbonamento, per esempio settimanale. Per sapere quali fossero attivi si può chiamare il numero verde gratuito 800.44.22.99.
È attivo 24 ore 24 e 7 giorni su 7, dalle ore 9 alle ore 21. Si ha sempre comunque diritto al ripensamento, entro 6 ore. Insomma, se si decidesse di mantenere alcuni servizi a pagamento è sufficiente inviare un sms allo stesso numero verde, scrivendo Annulla, e si riceverà il rimborso entro le 24 ore sotto forma di riaccredito delle somme.
Una volta deciso se e quali servizi bloccare, comunque, si procede con la domanda di Barring sms. Qualora questa non venisse rispettata, si ha diritto a chiedere un rimborso.
Come chiedere un rimborso
Secondo il Codice del Consumo gli utenti devono avere la possibilità, in qualsiasi momento, di bloccare l’erogazione di servizi a pagamento o in abbonamento, sia richiesti in precedenza sia – a maggior ragione – mai autorizzati in modo esplicito. Stabilisce anche che i consumatori devono essere informati in modo esaustivo sui contenuti dei servizi extra e, per procedere all’addebito, devono aver espresso un consenso chiaro. È comunque diritto degli utenti chiedere un rimborso nel caso ciò non accada. Per presentarlo occorre fare un reclamo scritto all’operatore telefonico, tramite raccomandata A/R, fax o Pec, dunque posta elettronica certificata. I gestori sono obbligati a rispondere in 45 giorni.