«Io di finanza non capisco nulla». «Quasi non so quanto ho sul conto, figuriamoci farlo fruttare». Queste frasi non sono tratte da un film del passato, ma da un pranzo tra amiche a cui ho partecipato giorni fa. Perché anche se siamo nel 2021, siamo convinte che i soldi non siano argomento “da donne”.
Lo dicono parecchi studi
Secondo l’Ocse (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico), noi italiane abbiamo il voto più basso nell’Unione Europea in alfabetizzazione finanziaria. Anche Banca d’Italia conferma il fenomeno, sottolineando il divario di genere tra uomini e donne. Eppure, oggi più che mai, va invertita la tendenza. «La storia lo insegna: nei momenti di crisi si devono stravolgere gli equilibri. Quindi, adesso possiamo diventare protagoniste» spiega Claudia Segre, presidente di Global Thinking Foundation, una delle fondazioni più attive nel settore che propone corsi gratuti di educazione finanziaria al femminile (www.d2qdonnealquadrato.com). «Noi donne temiamo che non siano temi nostri, ma in realtà siamo più studiose dei maschi. E, secondo la Consob (Commissione nazionale per le società e la Borsa, ndr), siamo più brave a risparmiare, tanto che in casa ce ne occupiamo noi, e abbiamo meno debiti di loro. Ci manca solo la fiducia in noi stesse. Che si conquista studiando un po’ e mettendosi alla prova».
Il primo passo quindi è sfatare i luoghi comuni
Come quello, appunto, che investire non sia un azzardo rosa o che si possa farlo solo se si è super esperte. «Pensiamo a quelle azioni che, per retaggio culturale, non immaginavamo fossero per noi. Ora le facciamo, no? Occuparsi del proprio conto corrente è uguale. Pensiamo anche a chi l’ha dovuto fare per forza dopo un divorzio. Da quel momento ha imparato ed è diventata indipendente e consapevole. Informiamoci: ormai ci sono siti e app alla portata di tutte con tutorial e videolezioni».
Ultimo mito da sfatare? Servono grandi capitali. I famosi Pac o Pir (vedi sotto) implicano un investimento anche di soli 200 euro al mese e infatti sono molto usati.
→ Il conto “fermo”? Costa. Punta sui Pac
Investire vuol dire risparmiare. Gli esperti non hanno dubbi: i soldi inattivi perdono valore. «La colpa è dell’inflazione, la variazione dei prezzi di beni e servizi che acquisto» dice Grazia Orlandini, responsabile investimenti e prodotti del gruppo BPER. «L’inflazione aumenta in media dell’1,7% all’anno. Quindi, i miei soldi perdono l’1,7% in 12 mesi. Ho 10.000 euro che mi serviranno per l’università del figlio? Ogni anno le tasse per gli studi aumenteranno circa del famoso 1,7% e intanto i soldi fermi varranno meno. Per la precisione, il 25% meno tra 10 anni.
Quindi, bisogna trovare investimenti che compensino questa perdita. Per esempio, i Pac, piani di accumulo del capitale. Non si punta una grossa cifra in una volta sola, ma piccole e periodicamente. Si investe in fondi non troppo rischiosi e, in media, si guadagna il 2,5%» conclude l’esperta.