La ripresa economica passa soprattutto dalle donne. Nelle ultime settimane lo hanno ribadito in tanti, a cominciare dal premier Mario Draghi. «Abbiamo adottato misure concrete per migliorare la loro posizione nel mondo del lavoro e rimuovere gli ostacoli che ne frenano le carriere. Ogni perdita di talento femminile è una perdita per tutti noi» ha ribadito proprio al G20 delle donne a Santa Margherita Ligure. Eppure qualcosa non mi torna. Come facciamo a essere protagoniste se, lo dicono gli studi di Banca d’Italia e del Museo del Risparmio, la metà di noi ignora il costo del suo conto corrente o è restia a gestire i propri risparmi? Così, decido di chiedere aiuto a Elisabetta Galeano, la prima money coach italiana. Origini pugliesi, 36 anni, si presenta con una risata: «Sappi che sono una tipa da tabelle».
Non hai mai avuto timore dei numeri?
«No, già alle elementari andavo matta per la matematica: i numeri tornano sempre, sono affidabili. Da ragazzina ho iniziato a controllare le bollette di casa. Ho imparato da mia mamma, che ora ha 82 anni: fa i bonifici online ma segna ancora ogni spesa quotidiana sull’agenda cartacea. Papà, invece, mi ha insegnato a essere indipendente, so anche cambiare l’olio dell’auto. Ho studiato Economia e commercio, ho fatto un master e ho lavorato per 10 anni nel mondo della grande distribuzione, poi ho deciso di cambiare strada e creare qualcosa di mio che avesse a che fare con i soldi. Ho prima ottenuto la certificazione come educatrice finanziaria e poi ho scelto una strada ancora più specifica, formandomi con testi e corsi americani per diventare money coach: una figura molto diffusa negli Stati Uniti, ma ancora sconosciuta in Italia».
Che cosa fai in concreto? Perché potrei aver bisogno di te?
«Una money coach ti aiuta ad amministrare la tua situazione economica: prima di tutto, inquadra quello che già sai e quello che ti sfugge; poi ti propone un metodo e gli strumenti per gestire le spese; infine imposta gli obiettivi futuri. Non è un consulente finanziario, che consiglia prodotti (come polizze o fondi, ndr), ed è qualcosa di più dell’educatore finanziario, cosa che io stessa sono. La money coach fa attenzione anche all’aspetto psicologico, ai timori incosci e alle piccole zavorre del passato: per esempio, il fatto che tutti abbiamo assorbito i comportamenti economici dei nostri genitori; invece dobbiamo crearne di nostri, che funzionino solo per noi. E se ti stai chiedendo perché dovresti spendere soldi per un percorso di questo tipo, ti rispondo che serve a gestire al meglio quello che guadagni e a ottenere di più. Veniamo da mesi duri e dobbiamo cambiare marcia proprio partendo da casa nostra».
Chi si rivolge a te?
«Le mie clienti tipo sono donne tra i 30 e i 50 anni che hanno le loro entrate però non riescono a far quadrare i conti. Ma negli ultimi tempi arrivano anche gli uomini. Tutti, senza differenze, mi chiedono come avere una gestione sana delle loro finanze».
Quando mi rendo conto che potrei aver bisogno di una money coach?
«Quando hai un impiego, anche con buone entrate, eppure ti sembra di non aver mai abbastanza risorse. E, per esempio, vai in crisi davanti a spese più alte del solito, come il dentista, un elettrodomestico da cambiare, un corso di yoga o una vacanza che sfora il budget… Capita a sempre più persone e diventa un peso, tanto che fa superare la classica vergogna di parlare di soldi o di occuparsene davvero. Chi viene da me lo fa proprio perché vuole uscire da questo corto circuito».
«Un errore diffuso è quello di non verificare mai il conto in banca per paura di non capire. La soluzione è una terapia d’urto: guardarlo ogni giorno, alla stessa ora, per un mese»
Ci sono errori che le donne commettono di più?
«Il primo, figlio di un retaggio culturale millenario, è quello di far gestire i nostri soldi ad altri. Faccio alle tue lettrici una domanda semplice: siete sicure che vostro padre o vostro marito siano più esperti di voi? Hanno una preparazione specifica o se ne occupano per lavoro? Se avete risposto di no, prendete in mano la situazione. Ora. Mettetevi alla prova dandovi un limite di tempo, 6 mesi, e non ve ne pentirete».
E il secondo errore?
«Non guardare quasi mai il conto corrente. Ne abbiamo il terrore perché ci manca la consapevolezza, non sappiamo bene quanto spendiamo, così quando lo controlliamo magari troviamo delle sorprese che ci mettono ansia».
In effetti, anche io apro la app del conto con una certa inquietudine…
«Vedi? La via d’uscita è la terapia d’urto: per un mese prova a controllarlo ogni giorno, sempre alla stessa ora. Vedrai che non è un mostro, un nemico, ma è fatto di semplici numeri frutto delle tue azioni e delle tue scelte. E, come tali, puoi studiarli e modificarli».
Questo mi sembra più ostico.
«Già, ci rimane sempre in testa la convinzione di non essere portate a occuparci di budget e spese. Anche qui, ti propongo un semplice trucco: parlane con le amiche più fidate. Non devi mettere in piazza l’estratto conto, basta raccontare il tuo percorso e chiedere come si muovono loro. Così prenderai l’ispirazione, sarai più motivata e fiduciosa perché vedrai che è fattibile: se ci riescono loro, sarai in grado anche tu. E se hai figli, affronta l’argomento anche con loro, ovviamente con un grado di difficoltà proporzionale all’età. A un bambino di 8-9 anni si può spiegare quanto costa il suo corso di nuoto. In questo modo, diventerete entrambi più consapevoli e l’argomento non sarà più un tabù».
Dopo aver iniziato a controllare il contro corrente ogni giorno, quali sono i passi successivi?
«Il primo è come il segreto di Pulcinella: un gesto semplice che però non facciamo più o facciamo con poca attenzione. Ovvero, segnare ogni spesa. Sembra vintage, ma l’economia domestica delle nonne va riscoperta. Perché il vero nocciolo della questione sono le piccole uscite quotidiane: sono loro a farci pensare di non avere abbastanza soldi. La rata del mutuo non me la dimentico, ce l’ho presente ed è ben calcolata a seconda dello stipendio, invece le altre uscite mi sfuggono: se non le tengo sotto controllo, ogni mese almeno 200 euro si volatilizzano senza che me ne renda conto. Pensa al rito del caffè al bar. In un istante si aggiungono brioche, panino per il pranzo, caramelle, gratta e vinci e una sorpresina per i bambini. Risultato: se ne vanno 15 euro. Attenzione, è una spesa legittima: io non sono per il risparmio a tutti i costi, ma per la consapevolezza. Devo sapere come si “erode” il conto così, se voglio concedermi un weekend fuori o una borsa firmata, so subito quali sprechi tagliare».
Peccato che al solo pensiero di mettermi a fare i conti mi venga l’ansia.
«Ma oggi esistono tante app semplici da usare che li fanno al posto tuo. Se sei poco tecnologica, invece, c’è il Kakebo, il famoso quaderno dei conti giapponese. Usarlo può diventare un rito: alla sera, magari con una tisana in mano, lo compili dopo aver controllato il conto corrente. Il semplice gesto di scrivere, in bella grafia e con un po’ di penne colorate, fa passare la paura».
A cos’altro devo stare attenta per evitare sorprese?
«Alla carta di credito. Non voglio demonizzarla, per carità, ma ogni tanto è meglio prendersi una pausa! (ride, ndr). I pagamenti posposti al mese successivo ci danno l’impressione di non spendere, perché non vediamo scendere il saldo in banca. Però rischiamo di perdere il polso della situazione. Io suggerisco sempre di usarla con raziocinio: è perfetta se so che prenderò la tredicesima il mese prossimo e l’offerta per la tv al plasma c’è proprio ora».
Arrivati a questo punto, come concludo il mio percorso di consapevolezza?
«Con una parola magica: fondo. Prima di tutto, bisogna crearne uno di emergenza: un piccolo tesoretto per le uscite impreviste e improvvise, come il frigorifero che si rompe al ritorno delle vacanze. Si accumula tagliando le piccole spese e lo si tiene da parte. Ma mettiamo da parte anche un “fondo piacere”: un importo da dedicare a un desiderio, come un viaggio o l’epilazione definitiva. Per accumularlo si può risparmiare sulle uscite quotidiane o anche fare un pizzico di economia qua e là, magari cercando un’offerta migliore per le utenze di casa o per il cellulare. Mi raccomando, alternate sempre: non si può risparmiare a vita, altrimenti diventa troppo impegnativo, servono ogni tanto pause e spese gratificanti. Così potrete diventare padrone dei vostri soldi. Da lì, il passo per decidere l’acquisto della casa nuova o la rinegoziazione del mutuo sarà brevissimo».
3 tipi diversi di esperti finanziari
Money coach: è un libero professionista che propone un percorso su misura per gestire al meglio entrate e uscite.
Consulente finanziario: analizza la situazione patrimoniale e consiglia dei prodotti, come un’assicurazione o un piano
di accumulo.
Educatore finanziario: è un formatore che lavora presso istituzioni, associazioni e scuole dove insegna a sviluppare competenze in materia di economia e risparmio.
3 consigli da mettere subito in pratica
1 Inizia a segnare ogni spesa che fai, anche la più piccola. Dove? Va benissimo anche la classica agenda cartacea.
2 Ogni tanto prendi una pausa dalla carta di credito, perché ti fa perdere il polso delle uscite.
3 Crea un fondo d’emergenza per le spese impreviste. Come? Tagliando un po’ su quelle quotidiane.