Tempo di dichiarazione dei redditi. Anche le spese veterinarie sostenute per gli animali domestici possono essere portate in detrazione.

Chi detrae le spese veterinarie

Le spese veterinarie possono essere portate in detrazione da chi le ha sostenute, anche se non è il proprietario dell’animale. Non conta, quindi, se a pagare la parcella sia una persona qualsiasi della famiglia in cui vive l’animale, l’importante è che il pagamento sia avvenuto con strumenti tracciabili (per esempio, bancomat o carta di credito). I farmaci, invece, sottolinea l’esperta del Caf, possono essere pagati anche in contanti, poi è lo scontrino che fa fede. In ogni caso nell’intestazione della ricevuta o sullo scontrino deve comparire il codice fiscale di chi porterà in detrazione la somma.

Qui tutti i bonus che puoi detrarre nel 2022.

Chi detrae dev’essere il tutore legale dell’animale

La persona che porta in detrazione le spese per l’animale deve coincidere con il tutore legale dell’animale stesso, colui o colei che possiede il certificato di iscrizione all’Anagrafe canina e i documenti relativi al microchip, se si tratta di un cane. Per portare in detrazione le spese per il gatto, allo stesso modo l’animale andrebbe dotato di microchip.

Il bonus animali di 550 euro: cos’è

Quest’anno c’è una novità: per il 2021 la spesa detraibile è salita a 550 euro. È il cosiddetto bonus animali. Il bonus animali è una detrazione fiscale del 19% sull’importo delle spese veterinarie, visite specialistiche, interventi di chirurgia, esami in laboratorio e acquisto di farmaci per chi possiede un animale da compagnia: se ne ha diritto a prescindere dal tipo di animale, quindi può essere un cane, un gatto, un coniglio.

Quanto si può portare in detrazione

Non tutta la cifra sostenuta quindi potrà essere portata in detrazione al 19%: come già avviene per le spese sanitarie, al totale andrà tolta la franchigia di 129,11 euro. Per esempio su una spesa di 400 euro, si può portare in detrazione circa 271 euro, con un beneficio fiscale di circa 51 euro.