Il giorno in cui Simona (il nome è di fantasia per motivi di privacy) è entrata nello studio dell’avvocato veronese Camilla Cusumano, delegata Adusbef, l’Associazione per la difesa degli utenti bancari, non c’era più nulla da fare. Suo marito, senza parlarne mai con lei, aveva perso 110.000 euro in presunte compravendite online di azioni. Una cifra che, peraltro, non aveva mai posseduto, al punto che per continuare a investire aveva richiesto un finanziamento. «Il fatto è che i sedicenti consulenti sono abilissimi nel manipolare le persone, nello stringere un legame che sembra quasi un’amicizia. Perfino una volta scoperto di essere stato truffato, il marito si fidava più del suo “esperto” che della moglie» commenta la legale.

Si perde denaro per le truffe non per gli investimenti sbagliati

Le ricerche in Rete sulla compravendita di azioni sono raddoppiate durante il lockdown. Quello del marito di Simona è uno tra i tanti casi che illustrano l’attrazione pericolosa che sempre di più esercitano le piattaforme di trading online, ovvero di compravendita di prodotti finanziari. Anche se dati ufficiali non esistono, a perdere denaro sono in moltissimi. Lo dimostra lo studio Day trading for a living condotto da Fernando Chague della Scuola di Economia di San Paolo Rodrigo su tutti quelli che tra il 2013 e il 2015 hanno operato su derivati legati ad azioni brasiliane: il 97% di coloro che hanno persistito per più di 300 giorni ha perso i propri soldi. Lo studio brasiliano prende in esame quanti realmente comprano e vendono azioni e derivati: una pratica lecita che si può compiere dal computer di casa, e che prevede di pagare le tasse sugli eventuali guadagni. Probabilmente però la maggioranza perde denaro senza neppure investire sul serio, cioè senza operare su piattaforme che abbiano l’autorizzazione da parte della Consob, l’autorità di vigilanza sui mercati finanziari, che dal luglio 2019 ha oscurato ben 199 siti. Il che vuol dire che queste persone, anziché andare in rosso per una speculazione fallita, semplicemente cadono vittime di una truffa.

Si cercano consigli finanziari su Google

L’ipotesi pare suffragata dai dati: durante il lockdown, per esempio, nel nostro Paese le ricerche su Internet relative al trading online sono passate da 1,5 milioni a 3,2. Al contempo però – come emerge da uno studio curato da Valentina Tortolini, responsabile della ricerca di ByTek, società specializzata in soluzioni di Intelligenza artificiale (bytekmarketing.it) – gli italiani hanno effettuato ricerche «chiedendo a Google, per esempio, come guadagnare con il trading, quali azioni comprare o cosa sono i futures sul petrolio. Il che dimostra un aumento di interesse verso le piattaforme di investimento da parte di soggetti poco abituati a occuparsi di questi temi» spiega Tortolini. Ad avvalorare l’idea che esista una distanza tra la preparazione finanziaria delle persone e la loro inclinazione a investire in prodotti “complessi”, Tortolini cita un precedente: l’impennata di ricerche online sulla piattaforma Bitcoin Evolution (con sede in un paradiso fiscale), dopo che nel luglio 2019 era girata la bufala che Jovanotti ci avesse investito. La notizia era falsa, ma è chiaro che “l’effetto gregge” (ovvero: se lo fa lui, perché non dovrei farlo io?) gioca dalla parte dei disonesti.

Come funziona la truffa finanziaria online

Il cliente è allettato con un periodo di prova in cui guadagna subito. Proprio sulla mancanza di competenza, oltre che sul desiderio di migliorare la propria situazione economica, puntano i falsi operatori: quelli che, tramite un’accattivante pubblicità online o più spesso chiamando direttamente i potenziali clienti, promettono rendimenti fino al 120% a fronte di investimenti minimi. «Nel contesto attuale, in cui i tassi di prodotti come i buoni del tesoro tedeschi sono addirittura negativi, chi promette interessi così alti non può essere altro che un ciarlatano» dichiara un comunicato di Consob. E infatti questi non sono veri siti di trading ma piattaforme “fotocopia”, che simulano di funzionare in risposta a input degli operatori. «La vittima, che 9 volte su 10 è un uomo, investe non cliccando online, come dovrebbe se il sito fosse legale, bensì facendo bonifici verso Paesi in cui non valgono le regole antitruffa. Sulla piattaforma poi vede perdite o guadagni fittizi» spiega Alessandro Pedone, responsabile della tutela del risparmio dell’associazione per la tutela dei consumatori Aduc. Il meccanismo è sempre il medesimo: «All’inizio si viene allettati dall’offerta di un periodo di prova e dal fatto di cominciare con un centinaio di euro. Subito si guadagna e si viene indotti a investire ancora» illustra Pedone. «Ma a un certo punto si comincia a perdere oppure, se si vuole incassare il guadagno virtuale, vengono chiesti altri soldi per “sbloccare” l’investimento. In questo modo la vittima di truffa è impossibilitata a uscirne». Dalle segnalazioni ad Aduc la perdita media va dai 1.000 ai 10.000 euro, che per il mercato sono pochi, ma per molte persone rappresentano la differenza tra arrivare a fine mese o no. «Troppi ci cascano perché inseguono il brivido del guadagno facile: se a giocare con le slot machine magari si vergognerebbero, qui agiscono all’insaputa degli altri. E si fanno più male» dice Pedone.

C’è un elenco di siti da evitare.

In ogni fase, inoltre, il cliente è raggiunto da telefonate di «un presunto esperto che lo consiglia, lo incoraggia, diventa quasi un confidente» sottolinea Alfonso Scarano, presidente AssoTAG, l’associazione dei consulenti dei tribunali. «Questo tipo di manipolazione, di pressione continua, è particolarmente efficace sui soggetti deboli. Solo che oltre a perdere ciò che hai investito, come accade in Borsa, spesso con questi siti addirittura ti indebiti. In più, non solo recuperare il denaro iniziale è quasi impossibile, ma si rischia di incappare nella truffa al quadrato: le stesse persone ti ricontattano fingendosi studi legali dalla tua parte e così tu, per riavere parte della perdita, li finanzi una seconda volta».

Rimediare alle perdite è quasi impossibile

Purtroppo, prevenire non è così semplice: «Tanti non leggono gli ammonimenti della Consob (qui la lista delle società da evitare: consob.it/web/area-pubblica/avvisi-ai-risparmiatori) e quindi sono facile preda di chi sa come carpire la loro fiducia» rimarca Pedone. «E poi, anche se uno intuisce che se un esperto fosse veramente in grado di suggerire per telefono come guadagnare sarebbe lui un milionario, la voglia di credere nel miracolo che fa svoltare spesso è più forte della logica». Una volta fatto il danno, le conseguenze non sono da poco, né sul piano pratico né su quello psicologico. Pedone accenna a persone che hanno sfiorato il suicidio per la vergogna e le bugie dette ai parenti. «La verità è che i mercati non sono mai la soluzione a una difficoltà economica, possono solo peggiorare la situazione» conclude. Dopo qualche mese dal primo incontro con l’avvocato, il marito di Simona non è riuscito a recuperare neppure un euro dei suoi investimenti. E lei ha chiesto la separazione.

Due regole base per non cadere nella truffa

  1. Diffidare di una piattaforma di trading online che chiede bonifici presso un conto corrente in un Paese che non sia quello della sede legale. Si riconosce il Paese destinatario del bonifico dalle 2 lettere iniziali del codice Iban.
  2. Mai versare piccole somme di prova “per vedere come va”. Se proprio si ritiene che la piattaforma di trading online sia un’occasione irripetibile, meglio usare la carta di credito. Così, se qualcosa andasse storto, si avrà la possibilità di disconoscere le transazioni effettuate e riavere il denaro indietro. ( A cura del Centro Europeo Consumatori Italia di Bolzano – Cec).