Da quando è scoppiato il boom del vintage, un mercato che cresce al ritmo del 20% l’anno, anche i professionisti del malaffare si sono buttati nel business. Una truffa frequente, in cui incappano ancora molte persone su varie piattaforme di shopping online, è quella dell’assegno.
Truffa dell’assegno: in cosa consiste
La truffa dell’assegno funziona così: quando si risponde all’annuncio, il venditore dice che concluderà la vendita solo con un assegno, ma l’acquirente deve mandare una foto dell’assegno stesso, a garanzia della sua onestà. Purtroppo, anche se l’acquirente copre il numero di serie, non è sufficiente. «Il trucco degli assegni è diffuso, non si deve mai cedere alla tentazione di inviare una fotografia al venditore» spiega l’avvocato Barbara Puschiasis, presidente dell’associazione Consumatori attivi. «Il numero di serie è impresso in diversi punti e i truffatori esperti sono in grado di produrre il falso in pochi minuti, per poi correre a versarlo in banca. Anche per questo, quando si acquista online è bene preferire piattaforme che privilegiano pagamenti tracciati, come carte di credito o Paypal».
«Vanno evitati bonifici, assegni e versamenti su carte Postepay. Prima di concludere l’accordo, poi, vanno sempre cercate le recensioni sul venditore, anche se è un privato. E se non si hanno notizie, meglio desistere».
Si può ottenere rimborso dalla banca?
La banca, a cui la persona truffata si rivolge appena verifica che l’assegno è stato incassato, deve rimborsare? L’ideale è che ammetta l’errore per non aver riconosciuto l’assegno clonato, che però deve manifestare evidenti segni di contraffazione. «In questi casi, se la negligenza della banca è palese, il cliente ha diritto al rimborso. E se non lo ottiene può fare ricorso all’Arbitro bancario finanziario (arbitrobancario finanziario.it)» spiega l’esperta.
La truffa dell’assegno capita anche a chi vende
Anche chi vende online può cadere in una truffa. I finti acquirenti cercano beni costosi, come orologi o auto. Non chiedono informazioni sull’oggetto o sul suo stato e pagano con assegni clonati, o inviando false distinte di bonifico, spesso da banche straniere.