Pubblichiamo la lettera di Franca, da Napoli, a cui rispondiamo con l’aiuto degli esperti del patronato Inca Cgil:
«Mi hanno diagnosticato una grave forma di tumore al seno. Mi sono già sottoposta a tre interventi chirurgici e ogni mese devo fare visite mediche e controlli estenuanti. In questi anni di malattia ho speso moltissimo in esami e visite perché, visto che il mio è un caso delicato, ho preferito rivolgermi a specialisti privati. Purtroppo però la mia richiesta di pensione di inabilità è stata respinta!».
Purtroppo, per ottenere la cosiddetta pensione di inabilità, non basta avere il 100% di invalidità, cioè il massimo possibile. Bisogna rispettare anche il limite di reddito di 16.532,10 euro annui. C’è però una buona notizia: da un anno, per ottenere questo assegno (così come quelli legati all’invalidità civile) non si deve più conteggiare la prima casa fra i redditi da dichiarare quando si presenta la domanda. Lo ha stabilito l’Inps con la Circolare n. 74 del 2017. Alle persone come Franca, conviene quindi presentare di nuovo la richiesta chiedendo un ricalcolo del reddito. E se rientrano nei limiti senza tenere conto della casa di proprietà, avranno diritto a percepire anche gli arretrati. Tutte le informazioni sul sito aimac.it/libretti-tumore/ diritti-malato-cancro dove si può scaricare il volume “I diritti del malato di cancro”.
Cosa fare in caso di tumore grave
Per ottenere un sostegno economico in caso di tumore grave il primo passo è presentare la domanda di invalidità tramite il sito dell’Inps e poi attendere la convocazione per una visita presso la Commissione medica locale. Per i pazienti oncologici l’iter per l’accertamento dell’handicap grave è accelerato: secondo la legge 80 del 2006, la visita deve essere fissata entro 15 giorni dalla data in cui è stata fatta la domanda.