Gli esempi eccellenti non mancano, anche se appena il 4 per cento delle vie e delle piazze italiane è intitolato a donne celebri. Le prospettive lavorative sono concrete. Ma solo un terzo delle ragazze italiane, scegliendo l’università e pensando al futuro, si orienta verso le discipline Stem, acronimo inglese che sta per science, technology, engineering, mathematics. Il 78,3 per cento degli iscritti alla facoltà umanistiche è costituito da ragazze (dati Miur 2016). La presenza femminile diminuisce se si passa a quelle scientifiche (37,9), raggiungendo il minimo a Ingegneria, dove la media è del 31 per cento. La percentuale crolla al 15,2 per cento se si considera il corso di laurea in Scienze tecnologiche e informatiche.
Tre milioni di euro per incrementare le iscrizioni femminili
Per incrementare le iscrizioni alle facoltà scientifiche, con incentivi specifici per le studentesse e per la riduzione del gap, il ministero dell’Istruzione ha deciso di mettere a disposizione degli atenei un budget di 3 milioni. I soldi saranno utilizzati per azzerare o ridurre le tasse di iscrizione (estendendo la no tax area varata qualche mese fa, per maschi e femmine di famiglie a basso reddito) per le ragazze che aspirano a diventare responsabili della protezione dei dati, digital information officer, esperte di cybersecurity, analiste di big data, sviluppatrici di app, designer, professioniste nelle varie branche dell’ingegneria e via elencando.
Contributi e sostegno agli studi
I finanziamenti “rosa” fanno parte delle risorse destinate dal Miur all’attuazione del Fondo per il sostegno dei giovani e dei Piani per l’orientamento, pari a 64,2 milioni per le università statali e 2,6 per quelle legalmente riconosciute. Come e dove sarà investita la quota pro ragazze, concretamente, è tutto da vedere, sede per sede. Gli atenei, oltre a incidere sulle tasse, “potranno erogare contributi aggiuntivi alle studentesse – dice il ministero – o altre forme di sostegno agli studi”.
Vecchi e nuovi progetti
Al Politecnico di Milano, dove si plaude alla notizia dello stanziamento dei fondi ministeriali dedicati, già si promuovono iniziative mirate per cercare di invertire la situazione, lontanissima dalla parità di genere: le donne sono un terzo degli iscritti totali e il 20 per cento dalla Scuola di ingegneria industriale e dell’informazione. Altre azioni positive erano già state messe in cantiere per i prossimi mesi, prima dell’annuncio del finanziamenti extra, e i soldi che dovrebbero arrivare da Roma serviranno a potenziare vecchi e nuovi progetti.
Racconta Donatella Sciuto, prorettore vicario del Politecnico, docente di ingegneria informatica, laureata in ingegneria elettronica, un dottorato negli Usa e un master alla Bocconi: “Quest’anno è in corso un intervento mirato nelle scuole medie. Insieme a Valore D – associazione di imprese creata per sostenere, promuovere la diversità, il talento la leadership delle donne nelle aziende – stiamo realizzando il piano Inspiring Girls, nato con l’obiettivo di incoraggiare le ragazze a seguire le proprie aspirazioni, libere da stereotipi. Portiamo tra i banchi delle role model, persone che possono essere prese come esempio, perché con la loro testimonianza possano ampliare gli orizzonti dei giovanissimi interlocutori. Cerchiamo di creare la cultura degli studi scientifici e in particolare tra le ragazzine. Il messaggio che passa è: ‘si può fare’”.
Summer school e superlaboratori
Continua Sciuto, sempre parlando del Politecnico di Milano: “Stiamo poi mettendo a punto altre tre iniziative specifiche, sempre al femminile. Alle ragazze che superano i test di ammissione offriremo la summer school, una settimana di orientamento, teorico e anche pratico. Un’altra idea che stiamo valutando è il coinvolgimento delle aspiranti studentesse nelle attività di Polifactory, il nostro laboratorio di ricerca multidisciplinare, creato dal dipartimento di Design in collaborazione con i dipartimenti di Meccanica e di Elettronica, informazione e bioingegneria. Le iscritte ai corsi, altra iniziativa in vista, saranno affiancate e seguite da mentori, docenti e operatori del mondo del lavoro. Insomma – conclude il prorettore vicario – daremo un maggior supporto alle ragazze che scelgono gli indirizzi a minor presenza femminile”.
Borse di studio in rosa
All’università Bicocca, sempre a Milano, Assolombarda è scesa in campo a fianco delle ragazze di area Stem, prima della notizia dei fondi ministeriali riservati alle giovani donne. L’associazione di imprese ha offerto dieci borse di studio per le studentesse del corso di laurea in Informatica, dove la presenza femminile è sotto il 10 per cento.
In Rete si accende il dibattito
Ma che cosa ne pensano le donne in Rete? E gli uomini? La discussione comincia ad accendersi, per ora con una preponderanza del fronte contro i “fondi rosa”. Scrive un commentatore, maschio: “Ma chi investirebbe su una donna che ha avuto gratis le tasse universitarie per laurearsi in ingegneria? Siamo seri, su”. Un altro: “Miur ripugnante e sessista e androgino”. “Distinguere per sesso le agevolazioni – aggiunge una voce femminile – non è giusto”.
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