WhatsApp, il noto servizio di messaggeria istantanea, ci ha semplificato la vita: ci permette di gestire gruppi, inviare e condividere foto e video. Telefonare senza passare attraverso gli operatori telefonici e da qualche giorno anche videofonare. Ma ci chiediamo: quali inghippi nasconde?
WhatsApp consuma molta batteria. Perché?
Ci spiega Gian Carlo Cesarin, startupper ed esperto di App: «Immaginate di avere WhatsApp, ma di non usarlo temporaneamente perché siete a una riunione: secondo voi, l’applicazione non lavora? Ovvio che invece lo fa. Lo smartphone per tutto il tempo continua a mandare e ricevere informazioni alla sua ‘centralina’: verifica che ci siano messaggi per voi, controlla gli aggiornamenti. Per fare questo, l’App è sempre connessa alla rete. E consuma batteria, a meno che non lo spegniate o lo mettiate in modalità aerea. WhatsApp è solo una delle tante applicazioni che fa queste operazioni. Ci sono anche Facebook, Viber, Google, Telegram, che funzionano secondo lo stesso principio. E’ quella che tecnicamente si definisce ‘attività in background’: le App sono perennemente in ascolto del server a cui mandano e da cui ricevono informazioni. Tutti questi collegamenti continui alla rete ‘scaricano’ la nostra batteria».
Che cosa si può fare per ridurre il consumo?
WhatsApp ha necessità di verificare la presenza di aggiornamenti. E questa è una operazione che possiamo disabilitare e controllare noi: ma è rischiosa e complicata, perché magari ci dimentichiamo di aggiornare un software quando invece servirebbe farlo. Ed è importante che la App stessa ci segnali la disponibilità di una ‘pezza’ tecnologica messa a disposizione per riparare un suo malfunzionamento (bug).
«Possiamo invece regolarci nel gestire le notifiche. Ogni volta che qualcuno ci scrive, il nostro dispositivo ci visualizza il messaggino: anche in questo caso il telefonino interpella il sistema e raccoglie il testo, anche se non teniamo sott’occhio il nostro smartphone continuamente. Possiamo impostare il dispositivo in modo tale che la comunicazione ci arrivi quando siamo noi stessi ad aprire la App» continua Cesarin.
La soluzione è disabilitare le notifiche automatiche: partendo dalle impostazioni di WhatsApp, alla voce ‘notifiche’ basta togliere la spunta da ‘mostra notifiche’ dei messaggi e dei gruppi. La stessa cosa può essere fatta anche per Messanger di Fb e altri social.
WhatsApp brucia tanti Giga dal piano tariffario. Perché?
Succede, ovviamente, se il nostro smartphone non è collegato al WiFi. In particolare l’uso allegro di WhatsApp nella condivisione di filmati, foto e audio è una mannaia sui Giga totali di navigazione. «Quando ci arriva una foto o un messaggio vocale notiamo subito che c’è un certo numero di megabyte da scaricare per poter accedere al file. Immaginiamo di moltiplicare quella ‘dimensione del file’ per circa un migliaio di volte per ogni secondo di conversazione di una video telefonata. Ne esce un numero spropositato. Il trasferimento di tanti dati ci mangia i giga del piano tariffario. Lo stesso per la parte ‘vocale’ della conversazione» aggiunge Cesarin.
Cosa si può fare per ridurre il consumo del traffico?
Un buon trucco è disabilitare il download automatico di foto, video e audio messaggio. E in genere di ogni file condiviso. Non è detto che tutte le informazioni che i nostri amici condividono nel gruppo ci interessino. Scegliamo noi se scaricarle e visualizzarle, ed eventualmente quando farlo. Così per esempio filmati e chat si possono leggere con calma a casa, una volta allacciati a una rete WiFi: non ci sarà il rischio di consumare traffico.
Per disabilitare il download automatico, andate su impostazioni, quindi ‘utilizzo dati archivio’.
Alla voce ‘download automatico media’, potete scegliere con una spunta (flaggare), l’opzione di download, per ogni tipo di media.
Per immagini, video e documenti, potete optare per ‘mai’ (e sceglierete sempre voi quando scaricare), ‘WiFi’ (così lo smartphone vi visualizzerà in automatico i file solo se siete allacciati a una rete WiFi), oppure ‘WiFi e cellulare’ (in questo caso, il vostro dispositivo scaricherà sempre e comunque i documenti).
La linea non è qualitativamente buona. Perché?
Ci spiega Alex Pruteanu, startupper e sviluppatore di App: «Per eseguire una videochiamata con WhatsApp o con Facebook devi avere una ‘banda larga’ cioè una connessione stabile, con tanti dati (voce e video) che possono viaggiare allo stesso istante. E l’Italia non è un paese con una copertura tale da garantirti una linea internet qualitativamente buona. Quando viaggi o vai in treno o entri in galleria, il cellulare si connette e si disconnette. E’ quindi difficile, tecnicamente, che lo smartphone mantenga una connessione attiva con la centrale del servizio e che trasmetta e ritrasmetta all’utente un pacchetto di dati in modo fluido». Immagini scattose, comunicazioni che cadono, mutismo dall’altra parte del telefono: queste sono le conseguenze.
Si può migliorare la qualità della videochiamata con Whatsapp?
«Conviene usare l’operatore telefonico e fare telefonate ‘normali’. O videochiamate con WhatsApp, quando chiamante e ricevente sono entrambi allacciati a una connessione wifi, proprio per una maggiore stabilità nella trasmissione dei dati internet. La telefonata via WhatsApp tuttavia funziona meglio di quella via Facebook. Nel primo caso, infatti il sistema elimina tutti i suoni che non sono ‘voce umana’ e questo permette di risparmiare banda internet. Al contrario le chiamate di Facebook ti fanno sentire anche i rumori attorno e quindi più dati devono essere trasmessi, ed è più probabile che la chiamata sia disturbata» aggiunge Cesarin.
Le App hanno tanti ‘bugs’. Perché?
«Non esiste software al mondo che non abbia problemi. Tutte le applicazioni che vengono rese disponibili presentano sempre dei bug, che è il termine tecnico che evidenzia dei malfunzionamenti» aggiunge Pruteanu. «I software sono programmi che si evolvono sempre in funzione dei problemi che vengono rilevati al loro funzionamento. E se c’è qualche bug che, per esempio, mette a rischio il funzionamento di un telefono, le aziende proprietarie di una App hanno tutto l’interesse a correggere il bug e far funzionare l’App. Di qui la necessità di tenere sempre aggiornato il nostro smartphone» conclude l’esperto.