Saltare una visita medica prenotata o scordarsi l’appuntamento per la tac, in ospedali e strutture pubbliche e in centri privati convenzionati, può costare caro. In una alcune regioni (a cominciare da Toscana, Emilia Romagna e Lazio, le apripista) le aziende sanitarie applicano multe e penali o fanno comunque pagare il ticket a chi non disdice la prenotazione e non si presenta, a meno che l’assenza sia giustificata, pezze d’appoggio alla mano. Chi tira un “bidone” al ginecologo o al radiologo (tra il 5 e il 10 per cento dei pazienti) provoca danni al sistema e alla collettività: non consente di riassegnare la prenotazione ad un’altra persona, incide sulla gestione delle liste d’attesa, determina tempi morti nell’attività dei medici specialisti o nell’utilizzo delle apparecchiature diagnostiche. 

Nell’hinterland di Firenze raffica di multe

Solo nell’hinterland fiorentino, racconta Il Venerdì di Repubblica, nelle scorse settimane ai pazienti distratti sono state inviate 20mila richieste bonarie di pagamento. Gli importi vanno dai 20 e ai 38 euro, cifre corrispondenti ai ticket previsti per le prestazioni opzionate e non fruite. Vengono esentati dal pagamento solo gli assistiti in grado di presentare una giustificazione accettabile. Se non si versa il dovuto, perché non c’è alcuna “attenuante”, si rischia di infilarsi in una percorso tortuoso e costoso, con spese aggiuntive.

Un caso tipo: l’Emilia Romagna

Quali sono le regole basilari da rispettare? E le procedure previste? In Emilia-Romagna, ad esempio, dal 4 aprile 2016 per legge è obbligatorio disdire la prenotazione se non è possibile presentarsi a una visita o a un esame. Chi non annulla l’appuntamento rischia una sanzione pari al massimo al costo del ticket della prestazione, il tutto anche in presenza di eventuali esenzioni.

L’annullamento va comunicato almeno due giorni lavorativi pieni prima della prenotazione (escludendo il giorno dell’appuntamento stesso), ricordandosi di conservare la notifica della rinuncia. In caso di mancata richiesta di cancellazione nei tempi indicati, il cittadino inadempiente riceve una lettera con cui l’azienda sanitaria di riferimento notifica la sanzione (fino a 36,15 euro a prestazione e  fino a 46,15 per la chirurgia ambulatoriale, oltre a 11 euro per spese di notifica), indica le modalità di pagamento (allegando il Mav già compilato), fornisce le istruzioni per presentare eventuali giustificazioni o per inoltrare un ricorso e chiedere l’annullamento della sanzione. La multa, come detto, viene fatta anche se il paziente è esente dal ticket per reddito, età e patologia.

Le giustificazioni accettate

L’assistito nel mirino ha 30 giorni di tempo per giustificare la mancata disdetta dell’appuntamento o le ragioni per cui non si è presentato. Così facendo, sempre che le motivazioni siano considerate fondate e non campate per aria o pretestuose,  evita il pagamento della multa. Idem se presenta le giustificazioni prima che il verbale gli arrivi a casa.

Gli impedimenti che permettono di schivare la sanzione (sempre in Emilia Romagna, ma sono simili anche in altre regioni) vanno documentati. Non tutti vengono accettati, però. Sono considerati validi:

il ricovero in una struttura sanitaria o altri motivi di salute (che possono riguardare l’interessato o i familiari fino al secondo grado di parentela, il coniuge e i conviventi appartenenti allo stesso nucleo familiare);

la nascita di  un figlio (se l’evento avviene entro due giorni lavorativi antecedenti alla data della prestazione prenotata);

il lutto per la morte di un familiare (fino al secondo grado di parentela, coniuge e conviventi se appartenenti allo stesso nucleo familiare e se l’evento avviene entro due giorni lavorativi antecedenti alla data della prestazione);

un incidente stradale (se l’evento è avvenuto entro le 6 ore precedenti l’appuntamento);

gli scioperi, ritardi dei treni necessari per raggiungere l’ambulatorio, calamità naturali, furti;

ciclo mestruale, per le visite ginecologiche. 

Come funziona in Lombardia

La regione Lombardia dichiaratamente punta a “responsabilizzare il paziente”, anche prendendo in considerazione “misure di carattere sanzionatorio”, con l’obiettivo di “consentire una piena utilizzazione delle risorse con la saturazione dei posti disponibili nelle agende”. “Se hai prenotato una visita o un esame in una delle strutture sanitarie lombarde, ma non riesci a presentarti per effettuare la prestazione  – viene comunicato agli assistiti, nel portale prenotasalute.regione.lombardia.it – è necessario annullare il prima possibile la prenotazione attraverso uno dei canali messi a disposizione (online con un apposito form, tramite call center, app, sportelli, farmacie, ecc.). Ti invitiamo ad effettuare l’annullamento al più presto. La mancata revoca di un appuntamento entro i tempi indicati dalla struttura – una formula analoga è usata in Piemonte – potrebbe comportare il pagamento di una penale che l’azienda sanitaria si avvale di applicare”.

Le indicazioni delle singole Aziende territoriali

L’Atts lariana di Como sul sito ufficiale spiega di rifarsi a un decreto del presidente del consiglio del 1995 e per le assenze non preannunciate chiede, almeno sulla carta, il pagamento di una penale fissa di 25,82 euro. All’Azienda dell’ospedale Niguarda, a Milano, gli operatori telefonici dell’Urp rispondono: “No, per il mancato annullamento da noi non è prevista alcuna multa”. Al San Gerardo di Monza affrontano un altro aspetto della questione: il ticket sborsato prima del consulto o dell’ecografia. “Non viene rimborsata la somma pagate anticipatamente – come succede anche altrove – se non è stata effettuata la disdetta almeno 72 ore prima della data fissata per la vista o l’esame”.   

Un aiuto per gli smemorati

In tutta la regione Lombardia, per evitare dimenticanze e buchi e possibili sanzioni, c’è un sistema di preallerta. Per alcune prestazioni particolarmente complesse e costose, o con lunghi tempi di attesa, il call center regionale ha attivato un servizio che ricorda agli interessati data e ora dell’appuntamento. Si tratta di un sms o di una mail di promemoria o, in alcuni casi, di una chiamata effettuata direttamente dagli operatori.

Supermazzate in Veneto

In Veneto, tolleranza zero. “Allo scopo di responsabilizzare l’utenza e migliorare il governo delle liste d’attesa – si legge nelle pagine web dell’Ulss 4 Orientale – la normativa di riferimento regionale ha introdotto un deterrente per tutti gli utenti che prenotano una prestazione medica, diagnostica o qualsiasi altra tipologia erogata dal Servizio sanitario nazionale: chi non si presenta all’appuntamento, senza averlo in precedenza annullato, dovrà pagare l’intero costo della prestazione, anche se esente, e non più il solo ticket”.

Le tariffe delle specialità e dei servizi offerti – e delle corrispondenti batoste ai multati – sono estremamente variabili. Si parte da 14,25 euro per una visita di controllo e si arriva 429,55 euro per un’angiografia digitale dell’aorta addominale. Un pochino di elasticità c’è sui tempi di disdetta. La cancellazione di un appuntamento già fissato può essere fatta entro le ore 12.00 del giorno precedente. Solo nel caso in cui la giornata precedente sia festiva, è possibile annullare la vista o l’esame anche la mattina stessa del giorno concordato per la prestazione.