Le potenziali vittime delle truffe on line sono milioni di persone. Le ultime segnalazioni raccolte dalla polizia postale riguardano cloni di WhatsApp e di una storica società telefonica.
Il messaggio del finto WhatsApp
“Molti utenti di WhatsApp – raccontano i poliziotti specializzati – stanno ricevendo un sms che li invita a rinnovare il servizio di messaggistica istantanea per non vederlo disattivato. E’ una truffa. L’obbiettivo è quello di rubare dati e soldi a chi non sa ancora che WhatsApp è completamente gratuito”.
Il messaggio è in un italiano approssimativo, come succede spesso, perché le bande di imbroglioni sono in molti casi stranieri. E il link ha una coda inequivocabile. “Salve – dice il testo – Rinnova il Suo WhatsApp o verra disattivato. clicca questo link whatsappitaly.it/buy”. Il primo verbo è sbagliato, sul secondo manca l’accento. Buy sembra indicare che si tratti di acquisti, verosimilmente a costosi abbonamenti a sonerie, loghi o giochini, meteo, oroscopi. Dopo il nome della società (ulteriore dettaglio che dovrebbe mettere in guardia) il sito autentico ha .com e non .it.
Come evitare di farsi truffare
Che cosa fare? “Non dare assolutamente seguito al messaggio – ripetono gli esperti della polpostale – e non effettuare il clic richiesto, cancellando il tutto”.
Se invece si è aperto il link, o si hanno dubbi, meglio chiamare il gestore telefonico di riferimento e chiedere se siano stati richiesti optional a pagamento, facendo presente la situazione. Gli abbonamenti stipulati inconsapevolmente, per colpa dell’ultima o di precedenti trappole, devono essere disdetti il prima possibile. E se l’operatore fa storie o accampa scuse, per far valere i propri diritti ci si può appoggiare a un’associazione di consumatori, oltre che a studi legali e consulenti.
La truffa degli emoticon
Altra segnalazione, sempre dal personale della Polpostale. “Un messaggio, di nuovo su WhatsApp, avvisa che sono disponibili le nuove emoticon, con link a seguito. Cestinate il messaggio senza aprire gli allegati”.
Per avere a disposizione le faccine, si trovano indicazioni e suggerimenti sulle pagine web dell’autentica WhatsApp: sono nelle faq, contenute nelle risposte alle domande più frequenti degli utenti. “Attualmente – chiarisce il colosso della messaggistica – non abbiamo gli emoticon integrati nell’applicazione WhatsApp per iPhone. Tuttavia, il supporto per gli emoticon è incluso nell’iPhone tramite la tastiera Emoji. Vai su Impostazioni iPhone > Generali > Tastiera > Tastiere > Aggiungi nuova tastiera poi seleziona Emoji”. E, ancora: “Apple introduce regolarmente nuove emoji con le nuove versioni di iOS. Assicurati di utilizzare l’ultima versione di iOS per avere accesso alle ultime emoji. Puoi trovare qui le istruzioni su come aggiornare il sistema operativo del tuo telefono”.
L’e-mail che sembra di WhatsApp: attenzione, è un virus
In molte caselle di posta elettronica sta arrivando un’e-mail che contiene un virus: avvisa della presenza di un messaggio audio in segreteria. A trarre in inganno è la schermata che appare appena viene aperta l’e-mail perché sembra provenire proprio da WhatsApp. WhatsApp non ha attivato nessun servizio di segreteria, e già questo dovrebbe mettere in allerta gli utenti che si vedono recapitare questo messaggio nella propria casella di posta elettronica. Quindi attenzione!
Occhio alle bollette del telefono
Molti danni li potrebbe fare una presunta “trappola” di cui gli investigatori si stanno occupando in queste ore. E’ appena arrivata una segnalazione, che riguarda una richiesta di pagamento ritenuta fasulla, relativa a consumi telefonici. Una email inviata da una storica società del settore avvisa che c’è da pagare una fattura inevasa – da più di 250 euro – reperibile nel settore “area clienti business”, raggiungibile cliccando su una apposito rettangolino rosso. Niente però sarebbe realmente come sembra. Per ora si tratta di un caso solo, il primo a giungere all’attenzione dei cacciatori di truffatori e imbroglioni. Ma il rischio è che si possa trattare di un fenomeno criminale di dimensioni ampie. Chiunque avesse dei dubbi, sulle bollette telefoniche inoltrate per e-mail, è invitato a contattare gli uffici tradizionale e online della stessa Polpostale o direttamente il gestore di riferimento.