Da qualche anno in Europa sono diventate frequenti le assemblee climatiche, che coinvolgono abitanti di una città, o di diverse città e paesi, per sviluppare politiche per contrastare la crisi climatica. In Italia, tra il 2023 e il 2024, ne sono state create a Bologna, Milano, Firenze e Bolzano.

Assemblee climatiche: che cosa sono

Le assemblee climatiche dei cittadini riuniscono persone, spesso scelte a sorteggio, per discutere e proporre raccomandazioni su argomenti riguardanti il contrasto ai cambiamenti climatici. Ai partecipanti vengono posti quesiti come, per esempio, cosa pensano delle politiche per abbandonare l’uso di combustibili fossili, e così via. L’obiettivo è creare un campione rappresentativo della popolazione generale.

I partecipanti a queste assemblee, essendo scelti a sorteggio, non fanno parte di lobby o gruppi di pressione politica. Per questo motivo non subiscono le pressioni elettorali, istituzionali, economiche che possono rallentare il loro lavoro. Protetti da queste ingerenze, i partecipanti possono elaborare proposte politiche più incisive per affrontare la crisi climatica.

Il caso di Milano

A Milano, per esempio, l’Assemblea permanente dei cittadini sul clima dà ai cittadini la possibilità di discutere e fare raccomandazioni sulle attività legate alla lotta al cambiamento climatico, la qualità dell’aria e la transizione ecologica. È composta da 90 cittadini estratti a sorte, rappresentativi della popolazione della città.

Si riuniscono mensilmente in una sessione plenaria e più volte all’anno in gruppi di lavoro su temi specifici. I membri dell’assemblea possono fare proposte e raccomandazioni al Comune di Milano, che si impegna a rispondere in modo puntuale.

Le assemblee climatiche in Belgio

All’inizio del 2025 sono nate due nuove iniziative di questo tipo in Europa. Nei Paesi Bassi un gruppo di 175 persone di tutti i ceti sociali e con opinioni diverse sulla politica climatica si sono riunite per discuterne. Per sei mesi si incontreranno ancora nei fine settimana per rispondere alla domanda: «Come possiamo, come cittadini dei Paesi Bassi, mangiare, usare cose e viaggiare in un modo che sia meno impattante per il clima?». Le risposte saranno presentate al governo a settembre.

Il caso della Norvegia

Anche in Norvegia c’è una iniziativa simile. Qui sette diversi gruppi – Save the Children, Norwegian Church Aid, The Norwegian Children and Youth Council, Caritas, WWF Norvegia, think tank Langsikt e The Future in Our Hands – hanno convocato l’assemblea cittadina per il futuro della Norvegia. Lo scopo è discutere su come la Norvegia possa contribuire a un futuro migliore sia per le generazioni attuali sia per le future, di fronte alle sfide globali condivise.

L’assemblea cerca di rispondere a una domanda piuttosto ampia: «La Norvegia è uno dei paesi più ricchi del mondo. Come possiamo usare la nostra ricchezza per avvantaggiare il mondo, noi stessi e le generazioni future?».

Il “fondo per il petrolio” norvegese

La scoperta del petrolio in Norvegia negli Anni Sessanta ha creato un’enorme quantità di ricchezza in un brevissimo lasso di tempo. Per gestirla, il Paese ha creato il “fondo del petrolio”. Ai cittadini viene chiesto come questo fondo petrolifero possa essere utilizzato ora e in futuro.

I 66 partecipanti sono stati scelti da un pool di 40.000 norvegesi e sono rappresentativi di persone di tutte le età, sesso, località, istruzione e opinioni. A maggio verranno rese note le loro raccomandazioni durante una conferenza.