Tutti da bambini, guardando all’esterno della finestra della nostra classe, abbiamo sognato di poter fare lezione all’aperto immersi nella natura e di imparare lo scorrere delle stagioni non solo dai libri ma potendo osservare direttamente i cambiamenti degli alberi e scrutare i comportamenti degli animali.
Il contatto diretto con la natura offre infatti stimoli e potenzialità educative che sono fondamentali per formare le nuove generazioni non solo sull’importanza del rispetto e della tutela dell’ambiente che li circonda, ma anche per creare un solido bagaglio culturale in grado di sviluppare al meglio le loro capacità.
Tra i primi ad evidenziare il legame tra bambini e natura la nota educatrice e pedagogista Maria Montessori che la considerava uno degli elementi imprescindibili da utilizzare nella scuola in quanto fondamentale nel processo educativo dei giovani.
Purtroppo, però, l’importanza di coltivare questo legame è andata in gran parte persa: è sufficiente far emergere come in Italia attualmente ci siano, secondo le stime diffuse dal WWF, più di 40.000 cortili scolastici che o sono inagibili o non fruibili oppure vengono utilizzati pochissimo magari durante una breve ricreazione o per un po’ di attività sportiva all’aperto. E se invece di abbandonarli a questo triste destino si agisse per il loro recupero consentendo agli studenti di riconquistare il rapporto con l’ambiente? È questo l’obiettivo che si prefigge il progetto delle aule natura lanciato dal WWF nel settembre 2020.
Il verde che si fa strada nelle scuole
Si tratta di un’iniziativa che, come sottolinea la nota associazione ambientalista, ha lo scopo di “portare la natura nelle città, nelle scuole, nella vita quotidiana di bambini e ragazzi.” Le aule natura sono infatti volte a riqualificare e rigenerare spazi spesso inutilizzati, trasformandoli in aree verdi attrezzate per fare lezione all’aria aperta, dove le pareti che le delimitano sono elementi naturali e che prevedono, al loro interno, la creazione di microhabitat come ad esempio stagni, siepi e giardini in cui poter osservare direttamente pienate e animali.
Un progetto che quindi vuole far “cadere” le mura delle tradizionali aule scolastiche e dare nuovo ossigeno e linfa vitale alla scuola.
Chi può ottenere un’aula natura?
Possono candidarsi ad ospitare un’aula natura, ad esempio, le scuole primarie o gli istituti comprensivi di aree metropolitane che hanno scarsità di verde oppure che si trovano in luoghi soggetti a particolari problemi ambientali o sanitari, o gli istituti che hanno inserito nella loro programmazione attività e progetti di educazioni ambientali. Tra i requisisti indispensabili quello di disporre di uno spazio esterno libero di almeno 80 metri quadrati in grado così di contenere un gruppo classe formato da venticinque bambini e ragazzi in grado di garantire un distanziamento di 3,5 mq a studente.
I benefici di fare lezione all’aria aperta
Giardini e cortili degli edifici scolastici si possono trasformare in un’importante risorsa per la formazione delle nuove generazioni: numerosi sono infatti i benefici che derivano dal frequentare aree verdi. Fare lezione all’aria aperta come prima cosa favorisce lo sviluppo della creatività, aumenta la concentrazione e il benessere psicofisico, contribuendo allo stesso tempo alla socialità. Tante poi le opportunità di approfondimento e conoscenza che gli studenti possono avere grazie a queste aule speciali: dall’ entrare in contatto diretto con le piante e studiarne i loro “meccanismi” di funzionamento – come la fotosintesi o la riproduzione- fino a seguire da vicino il ciclo vitale di insetti, pesci, anfibi e uccelli.
Da non sottovalutare poi che la disponibilità di spazi verdi riqualificati consente anche di effettuare attività fisica all’aperto, fondamentale in un’epoca in cui i ragazzi trascorrono gran parte del loro tempo in modo sedentario davanti a computer, tablet e telefonini.
Le prime aule natura
La prima Aula Natura è stata inaugurata nel settembre del 2020 in provincia di Bergamo nella scuola primaria statale “G. Pascoli” di Scanzorosciate, luogo simbolo in quanto uno dei territori maggiormente colpiti dalla pandemia. Le sue pareti sono create grazie a siepi e bordure fiorite, oltre ad uno stagno e un giardino ha trovato casa un nido per le api, che sono fondamentali per l’impollinazione e l’equilibrio di questo piccolo ecosistema. Vi sono poi Cassette nido e mangiatoie di legno per uccelli, ma anche le Bat Box rifugio per i pipistrelli. Non mancano piante aromatiche, un’area compost e perfino un giardino delle farfalle; a completare lo spazio tavoli, sedie in legno e un gazebo che consentono agli studenti e agli insegnanti di trascorrere ore di studio circondati dal verde.
A questo primo progetto ne sono poi susseguiti altri a partire da Venezia presso l’Istituto comprensivo Morosini dove si può trovare un giardino aromatico, un piccolo stagno con i pesci e alcune vasche con talee di pioppo. È stata poi la volta di Roma presso l’IC Fiume Giallo, una delle ultime aule natura in ordine cronologico ad essere inaugurata, realizzata recuperando un’area del giardino scolastico. Qui si possono trovare bordure di arbusti, piante da frutto e un sentiero sensoriale che corre lungo il giardino e conduce verso l’orto e il gazebo.
Questo è solo l’inizio di un percorso volto a donare alle scuole, lungo tutto lo stivale, l’opportunità di ristabilire quel fondamentale legame tra bambini e natura per far sì che le nuove generazioni sappiano vivere in armonia con il Pianeta.