La plastica è uno dei più pericolosi inquinanti del nostro pianeta. Per questo motivo sempre più aziende si impegnano a ridurre i loro imballaggi e l’utilizzo di questa materia. E proprio per raggiungere questo scopo alcune grandi ditte petrolifere e chimiche hanno creato un’alleanza di alto profilo. Ora, però, organizzazioni ambientaliste come Greenpeace le accusano di avere prodotto in cinque anni mille volte più nuova plastica.

Produciamo troppa plastica

La plastica è un problema globale. Secondo l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (Ocse), ogni anno nel mondo ne vengono prodotti 460 milioni di tonnellate. Entro il 2060 potrebbero raggiungere le 1.231 milioni di tonnellate.

Rifiuti di plastica: 353 milioni di tonnellate all’anno

Quanto ai rifiuti di plastica, sempre secondo l’Ocse ogni anno ne vengono prodotte 353 milioni di tonnellate. Quasi due terzi provengono da plastiche con un ciclo di vita inferiore ai cinque anni. Si tratta, in particolare, di confezioni per il cibo (40%), beni di consumo (12%), abiti e tessili (11%).

A fronte di questa immensa produzione, ogni anno riusciamo a riciclare solo il 9% dei rifiuti di plastica. Se ti stai chiedendo che fine fanno gli altri: metà finisce nelle discariche, il 19% negli inceneritori, il 22% viene scartato in natura o bruciato all’aria aperta. L’inquinamento da microplastiche potrebbe raddoppiare entro il 2040.

Cinque aziende sotto accusa

Le cinque aziende fanno tutte parte dell’Alliance to End Plastic Waste (Aepw), istituita nel 2019 da alcuni dei maggiori produttori mondiali di plastica. L’impegno era quello di “deviare” 15 milioni di tonnellate di rifiuti di plastica dall’ambiente in cinque anni, fino alla fine del 2023, migliorando la raccolta e il riciclaggio e creando un’economia circolare. Ma questo obiettivo sarebbe stato rivisto, secondo Greenpeace, all’inizio dello scorso anno in quanto ritenuto “troppo ambizioso”.

L’accusa di Greenpeace

L’organizzazione ambientalista ha poi scoperto che, secondo i consulenti energetici Wood Mackenzie, che hanno esaminato la produzione di materie plastiche di cinque società dell’Aepw, queste ultime da sole hanno prodotto in cinque anni 132 milioni di tonnellate di polietilene e polipropilene. Si tratta di più di mille volte il peso delle 118.500 tonnellate di plastica di rifiuti che l’Alleanza ha rimosso dall’ambiente nello stesso periodo. Le aziende che non avrebbero rispettato gli standard sarebbero soprattutto petrolchimiche.

Will McCallum, un co-direttore esecutivo di Greenpeace UK, ha rilasciato una dichiarazione al Guardian dove accusa queste aziende di non fare abbastanza, «I sistemi di riciclaggio che stanno promuovendo riescono a malapena a intaccare tutta la plastica che producono», ha detto, «l’unica soluzione è quella di tagliare la quantità di plastica prodotta».

La risposta delle aziende

In risposta alle accuse, un portavoce dell’Aepw ha dichiarato di non essere d’accordo con quanto dichiarato dalle associazioni ambientaliste e che l’alleanza mira ad accelerare l’innovazione e incanalare il capitale nello sviluppo di soluzioni efficaci per aiutare a porre fine ai rifiuti di plastica e all’inquinamento.