Non tutti lo sanno, ma i cellulari che teniamo in mano per ore ogni giorno sono strumenti d’oro. No, il riferimento non è alle potenzialità e alle funzioni: i telefonini sono vere e proprie miniere di metalli preziosi. Infatti, contengono all’interno elementi dal grande valore economico, tra i quali l’oro.

Cellulari in discarica? Ecco cosa contengono

In media uno smartphone può arrivare a contenere fino a 0.035 grammi di oro. Certo, è una quantità infinitesimale. Ma cosa succede quando i telefonini finiscono nelle discariche? Ruediger Kuehr, professore all’Università di Limerick, in Irlanda, e capo del Programma Cicli Sostenibili (Scycle) delle Nazioni Unite in Germania, ha calcolato che una tonnellata di telefoni cellulari scartati è più ricca di oro di una tonnellata di minerale. Infatti, secondo i suoi calcoli, in un milione di telefoni cellulari ci sono 24 chilogrammi di oro, 16mila di rame, 350 di argento e 14 di palladio.

Una miniera non sfruttata

I rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche rappresentano una sorta di miniera urbana attualmente non sfruttata appieno: solo il 20% dei rifiuti elettronici mondiali viene recuperato. Eppure, la domanda di elettronica sta superando le risorse naturalmente disponibili per produrla.

L’estrazione di oro fa male all’ambiente

Secondo molti studi, nei prossimi 25 anni la domanda di metalli e minerali si moltiplicherà per 12. «Ogni anno dobbiamo trasformare il Monte Everest», ha spiegato al quotidiano El Paìs il ricercatore Pablo Gámez Cersosimo, a capo di Naturally Digital, un’organizzazione specializzata in sostenibilità, comportamento umano, etica e benessere digitale. L’estrazione di materiali come oro, argento, platino, palladio, nichel, stagno, antimonio o bismuto dalla Terra è costosa e dannosa per l’ambiente. Ma questi materiali potrebbero essere recuperati dai “rifiuti” e reimmessi nel ciclo produttivo.

Cellulari in discarica? Una montagna preziosa

Questa miniera di materie prime, che oggi si trova in gran parte nelle discariche, è costituita da oltre 60 milioni di tonnellate di rifiuti elettrici ed elettronici che il mondo genera ogni anno. Il suo peso complessivo è superiore a quello della Grande Muraglia Cinese. Secondo il Global E-waste Monitor, in soli sette anni 74 milioni di tonnellate all’anno verranno buttate via a causa dell’aumento dei consumi, della riduzione della vita utile dei dispositivi e delle limitazioni per la loro riparazione. Tuttavia, qualsiasi cosa dotata di cavo, spina o batteria può essere riciclata. Il recupero dell’oro e di altri materiali dai rifiuti elettronici consentirebbe di risparmiare molte emissioni di CO2 rispetto all’estrazione di metalli vergini.

Gli smartphone contengono anche rame

La presenza di oro e argento nella spazzatura è la cosa più sorprendente. Ma ancora più significativa è la concentrazione di rame: fino a 16 tonnellate per milione di cellulari, senza contare gli altri dispositivi. Grazie alla sua conduttività e capacità termica, questo metallo di base è tre volte più presente nei veicoli elettrici che in quelli a combustione ed è essenziale per le energie rinnovabili, l’elettrificazione e la digitalizzazione. La domanda di rame è aumentata del 50% negli ultimi 20 anni. Tuttavia, gli impianti di recupero del rame di scarto di grande capacità sono rari. Gli stabilimenti si trovano solo in Belgio, Svezia, Germania, Canada, Giappone e Corea del Sud.

In Spagna un impianto per recuperare l’oro

A Huelva, in Spagna, la compagnia mineraria internazionale Atlantic Copper sta costruendo il settimo impianto su larga scala nel mondo – il quarto nell’Ue e il primo nell’Europa meridionale – per estrarre questi materiali preziosi dai rifiuti elettronici. L’investimento previsto ammonta a 310 milioni di euro e creerà 350 posti di lavoro.

Cellulari in discarica? Il caso del Galles

L’impianto a Huelva avrà la capacità di trattare 60mila tonnellate all’anno, l’equivalente di tutti i rifiuti elettronici ed elettrici utilizzabili generati dal Paese. Non è l’unico caso: vicino a Cardiff, nel Galles del Sud, la Royal Mint, il produttore ufficiale di monete del Regno Unito, ha messo a punto un metodo pulito ed efficiente dal punto di vista energetico per recuperare materiali dai rifiuti elettronici. Entro la fine dell’anno, aprirà una nuova fabbrica multimilionaria che sarà in grado di elaborare 90 tonnellate di circuiti stampati a settimana una volta pienamente operativa, recuperando centinaia di chilogrammi di oro ogni anno. L’ambiente ringrazia.