Che cosa hanno in comune uno scienziato che vive in Germania e un impiegato residente in Canada? Entrambi condividono la passione per la caccia su Twitter ai troll negazionisti dei cambiamenti climatici. Peter e Tom fanno parte di un gruppo di attivisti online creato nel 2019 e chiamato “Team Ninja Trollhunters”. La loro missione è, appunto, combattere i troll del riscaldamento globale.
I cacciatori dei troll negazionisti sono circa 25
Del Team Ninja Trollhunters fanno parte circa 25 persone attive in tutto il mondo. Ciascuna di esse opera in modo anonimo. L’età media è di circa 40 anni e la metà dei cacciatori di troll ha una formazione scientifica.
Tom è un educatore climatico che lavora in Germania. È la persona che si cela dietro l’account di verifica dei fatti “The Disproof”. A rintracciare e parlare con Peter e Tom è stato il sito Euronews Green. I due attivisti hanno chiesto che non fosse rivelata la loro identità a causa delle innumerevoli minacce ricevute.
A caccia di contenuti d’odio
Cosa fanno i cacciatori dei troll negazionisti? All’inizio i membri del Team Ninja Trollhunters cercavano tweet virali o account di spicco su Twitter che diffondevano disinformazione sul clima. Rispondevano a questi tweet sfatando le affermazioni contenute grazie all’utilizzo di notizie su fatti reali accaduti e articoli scientifici. Presto, però, il gruppo ha dovuto cambiare tattica. La negazione dei cambiamenti climatici non è vietata su Twitter, ma lo sono altri tipi di contenuti: minacce, molestie e incitamento all’odio. I cacciatori di troll cercano proprio questi contenuti per fare sospendere i negazionisti del riscaldamento globale.
Così si bloccano i troll negazionisti
«La cattiva informazione o la disinformazione non contano molto per Twitter. Ma se sei razzista, pieno di odio, misogino e così via, quelli sono sicuramente atteggiamenti segnalabili e ci concentriamo su questi», ha spiegato Peter a Euronews Green. Peter è un impiegato e attivista per il clima che vive in Canada.
L’importante è non farsi sospendere da Twitter
La caccia ai troll può essere una faccenda delicata. Ai membri del Team Ninja viene chiesto di non interagire direttamente con coloro a cui si rivolgono, per evitare di essere “sospesi” da Twitter. «Non sprecare il tuo tempo con loro. Vogliono agganciarti e passare un’ora a confonderti, perché è quello che vogliono i troll», spiega Peter. Aggiunge: «Non mi interessa cercare di convincere i troll. La maggior parte delle volte, loro non hanno fatti. Hanno solo dubbi, disinformazione, divisione, confusione».
I cacciatori dei troll ci salvano dalla disinformazione
Anche Tom, l’educatore climatico che vive in Germania, è d’accordo con il suo collega. Dice: «Cerchiamo di proteggere le persone che sono vulnerabili e potrebbero credere a questo genere di cose. Una grossa fetta di utenti su Twitter legge solo i tweet. Stiamo cercando di catturare l’attenzione delle persone che potrebbero essere indotte a credere alla disinformazione diffusa dai troll. Stiamo cercando di proteggerle affinché non credano a questo genere di cose».
I cambiamenti climatici ci mettono tutti a rischio
Peter e Tom hanno spiegato che, grazie al loro intervento, circa 600 account Twitter che promuovevano la negazione dei cambiamenti climatici sono stati sospesi. «Una cosa di cui spesso veniamo accusati è come decidiamo cosa sia giusto o sbagliato. Ma la scienza non mente. Il cambiamento climatico avrà un impatto su tutti noi. L’ideologia politica non ha alcun effetto sulle prove o sulla fisica», spiega Tom, lo scienziato che vive in Germania.
Se Elon Musk vanifica il lavoro dei cacciatori di troll
L’acquisizione di Twitter da parte di Elon Musk non è stata una buona notizia per i cacciatori dei troll negazionisti. Da quando il patron di Tesla e Space X ha rilevato il social network e ripristinato molti account precedentemente vietati, le cose sono cambiate molto. «Alcuni tra i fondatori del nostro gruppo anti-troll non sono più attivi su Twitter. Non erano particolarmente contenti del fatto che tutti gli account di cui siamo riusciti a sbarazzarci per aver diffuso disinformazione fossero stati riaperti. Per rimuovere questi 600 account ci avevamo messo quattro anni», ha spiegato Tom.
In gioco il futuro di tutti
Peter e Tom descrivono le nuove politiche di Twitter sulla moderazione dei contenuti come “deprimenti”. Tuttavia, assicurano che la loro battaglia online per fornire alle persone la verità sui cambiamenti climatici non si fermerà. «Continueremo a combattere perché abbiamo capito che anche questo fa parte del gioco dei negazionisti», hanno spiegato. «Loro saranno sempre attivi. Cercheranno sempre di dirvi di smettere di credere ai cambiamenti climatici. Non potete farlo, perché è in gioco il futuro di tutti».