Continua ad allungarsi la lista delle specie animali e vegetali a rischio estinzione. Nel 2023 sono 44mila, 2mila in più rispetto allo scorso anno. E’ l’allarme lanciato dall’Unione internazionale per la conservazione della natura, che ha sottolineato come la colpa sia da attribuire senza dubbio al cambiamento climatico. Il riscaldamento globale sta, infatti, peggiorando la crisi della biodiversità del pianeta, rendendo gli ambienti più mortali per migliaia di specie e accelerando il precipitoso declino del numero di piante e animali sulla Terra. Salmoni e tartarughe sono tra quelle che stanno affrontando un declino a causa del riscaldamento del pianeta.

L’annuncio alla conferenza sul clima delle Nazioni Unite

La triste notizia è stata annunciata durante la conferenza sul clima delle Nazioni Unite negli Emirati Arabi Uniti. I leader dell’IUCN hanno spiegato di aver aggiornato la loro Lista Rossa delle Specie Minacciate, un tracciatore della biodiversità in tutto il mondo. L’elenco include informazioni su 157mila specie, circa mila in più rispetto all’aggiornamento del 2022. “Le specie di tutto il mondo sono sottoposte a un’enorme pressione – ha spiegato Craig Hilton-Taylor, capo dell’unità della Lista Rossa presso l’IUCN -. Quindi, non importa dove si guardi, il numero di specie minacciate è in aumento”. Secondo l’organizzazione, il cambiamento climatico sta peggiorando le condizioni di 6.700 specie minacciate di estinzione.

L’allarme per il salmone atlantico e le tartarughe

Tra gli animali da attenzionare, anche se ancora non considerato a rischio estinzione, c’è il salmone atlantico. La sua popolazione è, infatti, diminuita di quasi un quarto dal 2006 al 2020. Ma non solo. Ora questi esemplari vivono in meno luoghi e affrontano pericoli creati dall’uomo come le dighe e l’inquinamento dell’acqua. Secondo le ricerche svolte dall’Unione, il cambiamento climatico sta rendendo più difficile per questi pesci trovare cibo e più facile per le specie aliene competere. Timori anche per la tartaruga verde del Pacifico centro-meridionale e del Pacifico orientale.

Pesci d’acqua dolce

La Lista Rossa include per la prima ampia la valutazione dello stato di salute dei pesci d’acqua dolce. Un quarto delle specie, poco più di 3mila, è a rischio di estinzione. Questo è dovuto all’innalzamento del livello del mare, all’inquinamento e alla pesca eccessiva.

Rane, salamandre e altri anfibi

Le specie animali a soffrire di più sono rane, salamandre e altri infibi. Circa il 41% è, infatti, minacciato di estinzione. “Sono prigionieri del clima a causa delle temperature più elevate e della siccità. Qualunque cosa accada, gli anfibi non possono muoversi fuori pericolo e sono direttamente colpiti dal cambiamento climatico”, ha spiegato Vivek Menon, vice presidente della commissione per la sopravvivenza delle specie dell’IUCN.

Una buona notizia su due specie di antilopi

Tra le tante brutte notizie fornite dall’organizzazione ce n’è però una buona. Due specie di antilopi stanno meglio. L’orice dalle corna a scimitarra, un animale di colore chiaro con corna ricurve, era stato precedentemente classificato come estinto in natura, ma ora è in via di estinzione. Bracconaggio, siccità e incidenti stradali sono solo alcuni degli ostacoli che questa specie ha dovuto affrontare, ma i molti sforzi per reintrodurre la specie in Ciad hanno aiutato e ora ci sono almeno 140 adulti.

Eliminare i combustibili fossili per salvare il clima

Alla conferenza sul clima delle Nazioni Unite negli Emirati Arabi Uniti, il direttore generale dell’IUCN, Grethel Aguilar, ha spiegato la necessità di un’azione urgente dell’uomo per proteggere la biodiversità e quando la conservazione è fatta bene, funziona. Per combattere la minaccia rappresentata dal cambiamento climatico, ha sottolineato che i combustibili fossili devono essere gradualmente eliminati.