Dopo sette anni è tornato El Niño, il fenomeno atmosferico di riscaldamento del Pacifico tropicale centrale e orientale, responsabile del caldo record in varie parti del mondo. Lo annuncia con un comunicato l’Organizzazione meteorologica internazionale (Wmo).
El Niño, possibili temperature record
“L’arrivo del Nino aumenterà di molto la probabilità di battere i record di temperatura e innescherà più caldo estremo in molte parti del mondo e degli oceani -, ha detto il segretario generale della Wmo, Petteri Taalas -. La dichiarazione della Wmo è il segnale ai governi nel mondo perché si preparino a limitare gli impatti sulla nostra salute, gli ecosistemi e le economie. Avvisi tempestivi e azioni preventive verso gli eventi meteorologici estremi associati con questo grande fenomeno climatico sono vitali per salvare vite e mezzi di sostentamento”.
Che cos’è El Niño?
El Niño è un fenomeno climatico periodico legato all’oceano e non all’atmosfera. È un anomalo riscaldamento delle acque del Pacifico tropicale. Una enorme fetta di oceano, che occupa un terzo della circonferenza terrestre, si riscalda in modo ciclico e in maniera anomala con ripercussioni a livello globale.
Quando il picco degli effetti?
El Niño dovrebbe proseguire nei prossimi mesi con un’accentuazione dell’anomalia del riscaldamento delle acque del Pacifico, ma ad oggi non abbiamo ancora raggiunto il picco. L‘impatto maggiore probabilmente non lo avvertiremo nelle prossime settimane o in questa estate ma, secondo la comunità scientifica, dovrebbe avvenire nel 2024.
Gli altri effetti del Niño
El Niño si verifica in media tra i 2 e i 7 anni, e dura fra i 9 e i 12 mesi. L’ultimo intenso episodio del Niño si è verificato nel 2016 e ha contribuito (insieme all’effetto serra di origine umana) a rendere quell’anno il più caldo mai registrato, ma anche all’innesco di piogge alluvionali in alcune zone del Pianeta e di periodi siccitosi in altre.
In particolare il fenomeno aumenta le precipitazioni in alcune zone del Sudamerica, il sud degli Stati Uniti, il Corno d’Africa e l’Asia centrale. Causa invece gravi siccità in Australia, Indonesia, parti dell’Asia meridionale, America centrale e nord del Sudamerica.
Il fenomeno opposto del Nino, cioè il raffreddamento del Pacifico tropicale centrale e orientale, viene detto La Nina, ed è terminato all’inizio del 2023.