“Oscurare” il sole per combattere il riscaldamento globale. È l’ambizioso progetto dell’agenzia spaziale svedese denominato “Dim the sun”, finanziato dal 2017 da Bill Gates.
L’idea è quella di ridurre il surriscaldamento globale agendo direttamente sulla fonte primaria di calore, il sole, introducendo un composto chimico di carbonato di calcio non tossico nell’atmosfera, in grado di riflettere i raggi solari riducendo le radiazioni che raggiungono la terra.
In che cosa consiste il progetto
Il progetto SCoPEx (Stratospheric Controlled Perturbation Experiment) coordinato dall’Università di Harvard, mira a esplorare la possibilità di utilizzare aerosol atmosferici con uno scopo ben preciso: bloccare il riflesso dei raggi solari prima che raggiungano l’atmosfera terrestre. L’ipotesi è che questo possa contribuire al rallentamento del riscaldamento globale.
“La Stratospheric Aerosol Injection (Iniezione di Aerosol Stratosferico) – scrive Etc Group, associazione che monitora l’impatto delle nuove tecnologie sulla biodiversità e i diritti umani – prevede di spruzzare una soluzione di acqua, gesso e particelle di zolfo nell’atmosfera attraverso un pallone aerostatico che vola ad alta quota“. Questa sostanza dovrebbe generare delle nuvole che andranno a bloccare la luce del sole nell’atmosfera superiore.
L’apertura della Casa Bianca
Recentemente la Casa Bianca ha timidamente aperto a questo tipo di sperimentazione. In un report pubblicato il 30 giugno, racconta “Politico”, l’amministrazione Biden afferma che la modifica delle radiazioni solari potrebbe offrire la possibilità di raffreddare il pianeta in modo significativo su una scala temporale di pochi anni. La cautela tuttavia è d’obbligo, tanto che nello stesso report si precisa che “non ci sono piani in corso per stabilire un programma di ricerca globale”. La Casa Bianca riconosce in proposito che sono necessarie ulteriori valutazioni scientifiche e sociali per comprendere appieno i potenziali rischi e benefici di queste tecniche.
“Oscurare” il sole, il dibattito è aperto
E di rischi e benefici si discute in seno alla comunità scientifica. Uno dei timori è che l’introduzione di particelle o aerosol nell’atmosfera potrebbe alterare i modelli di precipitazione, influenzare la qualità dell’aria e avere impatti negativi sulla flora e sulla fauna. Modificare l’equilibrio delle radiazioni solari potrebbe inoltre mascherare l’aumento della temperatura globale, ma non affrontare direttamente le cause.
Ne sono ben consapevoli anche gli scienziati di Harvard i quali tuttavia sostengono che, almeno nella fase sperimentale, “le quantità rilasciate dal progetto saranno molto piccole rispetto ad altri rilasci di routine di materiale nella stratosfera da parte di aeromobili, razzi o voli di routine in pallone aerostatico”.
Ciò che si propone con lo SCoPEx, si legge sul sito del progetto, è “ridurre l’incertezza su questioni scientifiche specifiche effettuando misurazioni quantitative di alcune delle microfisiche dell’aerosol e della chimica atmosferica necessarie per stimare i rischi e i benefici della geoingegneria solare in modelli atmosferici di grandi dimensioni”. Studiare quindi le potenzialità di questa soluzione al cambiamento climatico per essere pronti a capire se e come utilizzarla nel caso in cui un domani servisse.