L’allarme sul clima lanciato dalla Banca Mondiale alla Cop28 di Dubai è chiaro: il surriscaldamento delle temperature potrebbe uccidere entro la metà del secolo almeno 21 milioni di persone. In un rapporto si elencano i cinque principali fattori di rischio per la salute legati ai cambiamenti climatici: il caldo eccessivo, il blocco della crescita, la diarrea, la malaria e la dengue. Si stima inoltre che entro il 2030 l’impatto del climate change sulla salute porterà altre 44 milioni di persone nella condizione di estrema povertà. Per arginare l’emergenza, la Banca mondiale “richiede azioni immediate per rafforzare il sistema sanitario, in particolare quello dei Paesi più vulnerabili ai cambiamenti climatici nell’Africa subsahariana e nel sud dell’Asia”.

Polemica alla Cop28 per le parole del sultano al Jaber

Di fronte a un quadro simile è apparsa paradossale la posizione “negazionista” dello stesso presidente della Cop28, il sultano Ahmed al Jaber, ministro dell’Industria degli Emirati arabi uniti e amministratore delegato della compagnia petrolifera statale degli Emirati Arabi Uniti, Adnoc. Come hanno riportato il “Guardian” e il Center for Climate Reporting, Al Jaber ha affermato che “non esiste alcuna scienza” secondo cui è necessaria l’eliminazione graduale dei combustibili fossili per limitare il riscaldamento globale a 1,5 gradi. Al Jaber ha anche detto che l’eliminazione graduale dei combustibili fossili non consentirebbe lo sviluppo sostenibile “a meno che non si voglia riportare il mondo nelle caverne”. Al Jaber ha fatto queste affermazioni rispondendo in modo irascibile alle domande di Mary Robinson, presidente del gruppo Elders ed ex inviato speciale delle Nazioni Unite per il cambiamento climatico, durante un evento online in diretta il 21 novembre.

riscaldamento globale

Clima, l’allarme della Nazioni Unite

Secondo un rapporto delle Nazioni Unite riportato da “Time”, il pianeta sta accelerando verso i 2,5-2,9 gradi Celsius di riscaldamento globale dall’epoca preindustriale, ed è destinato a superare la soglia climatica internazionale concordata. Per avere mantenere il riscaldamento entro il limite di 1,5 gradi Celsius adottato dall’accordo sul clima di Parigi del 2015, i Paesi – secondo il programma ambientale delle Nazioni Unite – dovrebbero ridurre le loro emissioni del 42% entro la fine del decennio. Lo scorso anno le emissioni di carbonio derivanti dalla combustione di carbone, petrolio e gas sono aumentate dell’1,2%.

Quest’anno, afferma il rapporto, la Terra ha avuto un assaggio di ciò che verrà,. Fino alla fine di settembre, la temperatura media globale giornaliera ha superato di 1,5 gradi Celsius rispetto ai livelli della metà del XIX secolo per 86 giorni. Ma questo valore è aumentato a 127 giorni perché per tutto ottobre e per le prime due settimane di novembre le temperature hanno raggiunto o superato 1,5 gradi, secondo il servizio climatico europeo Copernicus. Il globo ha toccato per la prima volta nella storia la temperatura di 2 gradi Celsius sopra i livelli preindustriali, secondo il vicedirettore di Copernicus, Samantha Burgess.

E’ stato calcolato che la soglia di 1,5 gradi, senza drastici cambiamenti delle emissioni, potrebbe essere raggiunta all’inizio del 2029. Per evitare che ciò accada, i Paesi devono elaborare obiettivi più rigorosi per ridurre le emissioni di anidride carbonica. Nel 2022 il mondo ha emesso 57,4 miliardi di tonnellate di gas serra e per limitare il riscaldamento alla soglia di 1,5 gradi le emissioni nel 2030 devono essere ridotte a 33 miliardi di tonnellate. Si tratta di un “gap nelle emissioni” di 24 miliardi di tonnellate.