Numeri da brividi quelli dell’ultimo rapporto del World Economic Forum di Davos secondo il quale tra alluvioni, incendi e ondate di calore, la crisi climatica non provocherà soltanto perdite economiche da record, ma sarà causa di morte per 14 milioni e mezzo di persone entro il 2050.
I parametri del rapporto
L’analisi mette a fuoco le conseguenze dei disastri naturali provocati o aggravati dal clima. Prima di tutto, la perdita di vite umane. Poi l’impatto sull’economia, con perdite che supereranno i 12,5 trilioni di dollari. Infine, vengono quantificate per la prima volta le spese sanitarie cui saranno sottoposti i governi per affrontare la crisi e quantificate sopra il tetto dei mille milioni di dollari.
Eventi climatici, le alluvioni le più rischiose
Sei le principali categorie di eventi climatici analizzati: inondazioni, siccità, ondate di calore, tempeste tropicali, incendi e innalzamento del livello del mare.
Sono le alluvioni a rappresentare il rischio più elevato per la mortalità: secondo lo studio causerebbero da sole 8,5 milioni di decessi entro il 2050. La siccità, indirettamente collegata al caldo estremo, costituirebbe la seconda causa di mortalità (la previsione è di 3,2 milioni di morti).
Ondate di calore e perdite economiche
Ma sono le ondate di calore, cioè lunghi periodi di temperature elevate e umidità, a rappresentare il costo maggiore in termini economici: 7,1 trilioni a causa della perdita di produttività.
“Anche con un aumento della temperatura terrestre di soltanto 1,1 gradi centigradi, questi eventi estremi stanno causando significative perdite economiche, distruzioni di infrastrutture e malattie”, spiega il rapporto. E ricorda che a settembre 2023, gli Usa avevano già raggiunto il record di un miliardo di dollari persi a causa dei disastri naturali come le tempeste tropicali, gli incendi alle Hawaii, le alluvioni in Vermont e le piogge torrenziali in California.
Aumenteranno le malattie sensibili al clima
Il climate change innescherà anche un aumento catastrofico di malattie sensibili al clima, come quelle trasmesse dalle zanzare ad esempio. Le temperature più calde aumenteranno il periodo riproduttivo e la zona abitata dalle colonie di insetti, portando all’espansione di malattie come malaria, dengue e Zika anche in zone climatiche temperate e meno colpite come Europa e Stati Uniti. Entro il 2050, spiega il rapporto, altri 500 milioni di persone potrebbero essere a rischio di contagio.
Disuguaglianze sanitarie
Il cambiamento climatico aggraverà anche la disuguaglianza sanitaria. Le popolazioni più vulnerabili, donne, giovani, gli anziani e le persone a basso reddito, gruppi e comunità difficili da raggiungere, saranno i più colpiti dalle conseguenze degli eventi estremi. Africa e Asia meridionale saranno le più vulnerabili perché non riusciranno ad adattare i loro servizi medici già scarsi.