Per molte persone il rapporto con la montagna è qualcosa di simbiotico: vi è chi – per una settimana l’anno, magari tutti i fine settimana o addirittura nel corso di tutto l’anno – appena può, prende un treno o l’auto per rifugiarsi tra alte vette, boschi, silenzio e relax. C’è chi la ama per i tantissimi sport che si possono praticare all’aperto, da quelli tipicamente invernali alle escursioni e il trekking che consente di avere un contatto diretto con la natura. C’è poi chi non rinuncia all’enogastronomia locale. A rendere questi luoghi magici ed accoglienti è il lavoro di chi alla montagna ha deciso di dedicare la propria vita. Le storie sono innumerevoli. Noi ne abbiamo scelte quattro: quelle di alcune donne straordinarie.
Martha Hirber: l’altoatesina animal keeper al Parco Faunistico di Spormaggiore
Quanti di noi, da bambini, quando ci veniva chiesto cosa volessimo fare da grande, rispondevano subito: “lavorare con gli animali?”. Probabilmente molti. Martha Hirber non ha lasciato che quel desiderio rimanesse un sogno della propria infanzia. Di origine altoatesina oggi lavora al Parco Faunistico di Spormaggiore e si prende cura degli speciali ospiti del parco. Chi visita questo luogo entra in una grande area verde nata per dare una casa alle specie selvatiche e per offrire un habitat agli orsi bruni rilasciati da precedenti condizioni di cattività o ad “ospiti” che sono stati oggetto di provvedimenti di sequestro della polizia forestale. Non basta, però, delimitare un’area e chiamarla “parco” per far sì che gli animali possano viverci in pace e sicurezza. A supportarli vi è il lavoro prezioso di operatori come Martha, animal keeper, che qui si prende cura di lupi, linci, caprioli, lontre ed ovviamente di orsi. Come? Garantisce loro il necessario nutrimento ma provvede anche alla pulizia dei loro ambienti e, ovviamente, segue con cura le indicazioni dei veterinari laddove siano prescritte cure e – potete scommetterci – di loro conosce anche le singole abitudini: sa chi arriverà per primo a mangiare e chi le si avvicinerà quando entrerà nei recinti.
Marzia Bortolameotti: così nasce la community Donne di Montagna
La storia di Marzia Bortolameotti è quella di una donna che un giorno ha deciso di cambiare completamente vita lasciando il suo lavoro nel mondo del marketing, diventare guida di media montagna e creare il blog e la community “Donne di Montagna”. Niente più lavoro sedentario, bensì trekking al femminile con eventi che divengono veri momenti di empowerment per le partecipanti le cui storie vengono spesso raccontate sul portale per poter essere di ispirazione alle altre. Tra le parole chiave che descrivono la comunità di chi partecipa agli appuntamenti outdoor vi sono sicuramente emancipazione femminile, solidarietà ed inclusione sociale. Se il vostro sogno è quello di “lanciarvi” ma non sapete da dove partire, il primo potrà essere quello di seguirle online. I successivi step magari vi porteranno a scalare chissà quali alte e meravigliose vette.
Agitu Gudeta: la custode delle pecore etiope che scelse il Trentino
Il suo sorriso rimarrà sempre quello di una pastora di 42 anni custode delle pecore in quel Trentino che lei amava tanto. La storia di Agitu Gudeta ed i suoi insegnamenti rimarranno nel cuore di quanti l’hanno conosciuta, seguita e amata.
Agitu Gudeta viveva nella valle dei Mòcheni: non aveva avuto una vita facile eppure nelle foto solitamente mostrava un sorriso energico divenuto, per molti, il simbolo delle sue lotte che l’hanno fatta conoscere come simbolo di integrazione e di imprenditrice virtuosa tanto da essere stata tra i finalisti 2019 del premio ambientalista dell’anno Luisa Minazzi. Laureata in sociologia, la sua vita era stata ricca di battaglie per il prossimo e per la difesa della terra. Aveva lottato in Etiopia contro il land grabbing. In Italia aveva dovuto spesso far fronte a diversi episodi discriminatori che, tuttavia, non le avevano impedito di dare il via a “La capra felice”: l’azienda casearia e cosmetica che aveva fondato allevando, con amore e dedizione, la varietà ovina del posto nel segno della sostenibilità e dell’eccellenza.
Assassinata nel dicembre 2020, oggi lo spirito di Agitu vive ancora tra le montagne tanto che nel presepe del comune di Ossana vi è un personaggio in più: la pastora venuta da lontano con le sue pecore e divenuta, per molti, un simbolo del Trentino.
Fernanda Maciel: l’ultra runner che muove le montagne in difesa del Pianeta
Vera sportiva, capace di portare avanti gare endurance ed innamorata della montagna. Parliamo dell’ultra runner Fernanda Maciel, atleta brasiliana che ora vive in Francia, capace di compiere imprese epiche tra skyrunning ed arrampicate su vette altissime. Il suo cuore non batte solo per lo sport: laureata in giurisprudenza, si è specializzata in tutela ambientale per poter difendere quegli ecosistemi che tanto ama e per lavorare anche a supporto di alcune Ong. Ad oggi sostiene e promuove campagne ecologiche ed umanitarie continuando a correre tra le alte vette grazie al suo progetto White Flow sui temi della tutela dell’ambiente e sui cambiamenti climatici che l’ha vista attraversare il Nepal o percorrere il cammino di Santiago. Come recita un hashtag che spesso accompagna i suoi contenuti social #shemovesmountains: è davvero una donna capace di spostare le montagne!