Costruire una casa non è un’impresa facile. Ma se potessimo stamparne una? Dagli Stati Uniti arriva l’idea di una casa stampata in 3D, che potrebbe risolvere tanti problemi al pianeta. Proprio così. Un team dell’Advanced Structure and Composite Center dell’università del Maine ha stampato in 3D una casa realizzata interamente con materiali naturali. Il risultato è incredibile. La “villetta” è grande circa 55 metri quadri ed è stata realizzata con materiali di recupero, in particolare fibre di legno e bio-resine avanzate dalle segherie. Il prototipo è completamente riciclabile, poiché è stato ridotto al minimo l’utilizzo di calcestruzzo.
BioHome3D: un piccolo bungalow accogliente
I ricercatori hanno chiamato il loro progetto BioHome3D. L’università del Maine vi dedica una sezione del suo sito. La casetta ricorda un bungalow rettangolare con la copertura a campata unica. Grazie a questo design, gli autori del progetto hanno potuto stampare in 3D tutti gli elementi strutturali: i pavimenti, il tetto, le pareti e persino i pilastri frontali di supporto. Lo spazio abitativo è accogliente. Ci sono una camera da letto, un bagno, la cucina, un salottino e persino un angolo studio.
Per produrre la casa stampata in 3D bastano due giorni
L’edificio è stato stampato in quattro moduli, poi trasferito in cantiere e assemblato in mezza giornata. Un elettricista ha impiegato due ore per cablare la casa. Il team dell’Università del Maine spera di ridurre i tempi di stampa a due giorni. I ricercatori monitoreranno il prototipo per diversi mesi per verificare la resistenza al freddo, alla neve, al caldo e all’umidità.
La casa stampata in 3D è completamente riciclabile
Habib Dagher, direttore esecutivo dell’Advanced Structure and Composite Center dell’università del Maine, ha spiegato: «Esistono molte tecnologie per stampare case in 3D. A differenza di BioHome3D, la maggior parte di esse viene realizzata utilizzando il cemento. Le pareti in calcestruzzo vengono stampate sopra una fondazione in cemento gettato in modo convenzionale. Per completare il tetto si utilizzano intelaiature in legno o capriate in legno». Peccato che l‘industria del calcestruzzo sia una delle principali cause delle emissioni globali di carbonio. La sola produzione di cemento genera circa 2,5 miliardi di tonnellate di anidride carbonica all’anno, circa l’8% del totale mondiale. Inoltre, consuma un decimo delle risorse idriche industriali del mondo e gran parte della sabbia del mondo. «L’intera BioHome3D è stata stampata in loco», ha spiegato Dagher. Ha aggiunto: «I biomateriali utilizzati sono riciclabili al 100 per cento, quindi i nostri pronipoti potranno riciclare completamente le case realizzate oggi».
Con BioHome3D si potrebbe dare una casa a chi non ce l’ha
La casa stampata in 3D è realizzata con materiali riciclati ed è molto economica. Questi materiali sono, infatti, gli scarti degli impianti di lavorazione del legno. Costano pochissimo. I ricercatori hanno stimato che solo nel Maine le segherie e gli impianti di lavorazione producono abbastanza scarti di legno per realizzare circa 100mila BioHome3D ogni anno. Si potrebbe risolvere il problema della carenza di alloggi in gran parte del pianeta.