Poche decine di aziende nel mondo sono responsabili della gran parte delle emissioni di gas serra. Lo rivela uno studio dell’istituto di analisi londinese, Influence Map che sottolinea come, dal 2016 in avanti, 57 giganti industriali hanno prodotto ben l’80% delle emissioni responsabili in primis del riscaldamento globale.

La crisi climatica causata da poche mega aziende

Lo studio di Influence Map si basa sul database “Carbon Majors”, creato nel 2013 da Richard Heede del Climate Accountability Institute, negli USA. Questo archivio raccoglie i dati sulla produzione di combustibili fossili di 122 tra le più grandi compagnie di petrolio, gas, carbone e cemento al mondo. Secondo il Carbon Majors Database, compilato da ricercatori di fama mondiale, questo potente gruppo di società controllate da Stati e multinazionali sono i principali motori della crisi climatica.

L’aumento di combustibili fossili e gas serra

L’analisi, riportata dal britannico “Guardian”, rivela che molti grandi produttori hanno aumentato la produzione di combustibili fossili e le relative emissioni nei sette anni successivi all’accordo sul clima di Parigi del 2016. Questo nonostante i governi si siano impegnati, proprio a Parigi, a ridurre i gas serra.

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Nel database dei 122 maggiori inquinatori climatici del mondo, i ricercatori hanno scoperto che il 65% degli enti statali e il 55% delle aziende del settore privato avevano aumentato la produzione.

ExxonMobil in vetta alle emissioni di gas serra

Durante questo periodo, il maggiore contribuente alle emissioni di proprietà degli investitori è stata la ExxonMobil degli Stati Uniti, che è stata collegata a 3,6 gigatonnellate di CO 2 in sette anni, ovvero l’1,4% del totale globale. Subito dietro c’erano Shell, BP, Chevron e TotalEnergies, ciascuna delle quali era associata ad almeno l’1% delle emissioni globali.

Anche le aziende statali ignorano il problema

La tendenza più sorprendente, tuttavia, è stata la crescente crescita delle emissioni legate ai produttori statali e di proprietà statale, in particolare nel settore asiatico del carbone.

Gli appelli sul riscaldamento globale cadono nel vuoto

Questa espansione, che da allora è continuata, va contro il duro avvertimento dell’Agenzia internazionale per l’energia secondo cui non è possibile aprire nuovi giacimenti di petrolio e gas se si vuole che il mondo rimanga entro i limiti di sicurezza del riscaldamento globale. Gli scienziati del clima affermano che le temperature globali si stanno rapidamente avvicinando all’obiettivo inferiore di Parigi di 1,5°C al di sopra dell’era preindustriale, con conseguenze potenzialmente disastrose per le persone e il resto della natura.